Credete che solo sulla Terra ci siano miniere di metalli preziosi?
Se pensate questo, vi state sbagliando. Parola di Giovanni Bignami, accademico dei Lincei e presidente dell’INAF.
Le promesse di Bignami sono immortalate nel suo ultimo
saggio, edito da Mondadori Università, “Oro dagli asteroidi e asparagi da Marte”,
scritto a quattro mani con un economista internazionale, Andrea Sommariva, che sostiene, dal
punto di vista strategico e di impatto sul mercato, le ardite, ma possibili,
idee del poliedrico astrofisico.
Che Bignami ci abbia meravigliato più di una volta con le
sue teorie è ben noto. Ma questa volta, oltre a sorprenderci, ci mostra una
serie di dati e di previsioni in cui tutto appare molto concreto e fattibile.
“Spazio, ultima
frontiera. Eccovi i viaggi dell’astronave Enterprise durante la sua missione…”
Citando l’incipit dei film della serie Star Trek, se fossimo giunti a questo
punto della storia, l’astrofisico russo Nicolai Kardashev avrebbe dichiarato
che il nostro tipo di civilizzazione sarebbe di tipo III, ossia di tipo
Galattico. A oggi, però, non abbiamo nemmeno raggiunto il tipo I, ovvero una
civilizzazione di tipo planetario, in grado di utilizzare tutte le risorse
disponibili di un pianeta, sfruttando abilmente la potenza di un intero mondo.
L’homo sapiens non
è nato per rimanere sulla Terra. In soli 140 mila anni, uscendo dall’Africa, si
è disperso su tutto il pianeta. In altri 140 mila anni, o forse molto meno, si
disperderà tra le stelle. Da qui ad allora, i primi tentativi di uscire dal
“girello” del mondo li abbiamo già fatti e, adesso, è il momento per spingerci
più in là. Il nostro non è un salto nel buio, ma grazie al progredire della
conoscenza astronomica, al supporto di telescopi di nuova tecnologia e lo
studio di motori a propulsione nucleare, sappiamo dove mettere i piedi.
La prima tappa saranno gli asteroidi vicini a noi, perché
contengono molti metalli, come quelli del gruppo del platino (MGP), il cobalto,
il ferro, il nikel, l’oro e il germanio, in concentrazioni altamente superiori
rispetto al mantello terrestre. Chissà se l’asteroide “6852Nannibignami”, che
dall’autore prende il nome, è fatto tutto d’oro. Lo scopriremo presto.
L’idea di estrarre metalli dagli asteroidi, che sembra
rasentare la fantascienza, ora è oggetto della prossima missione della NASA e -
qui sta la novità – dei progetti di alcune società private, in particolare
negli Stati Uniti. Parliamo di nomi famosi, come Erich Schmidt e Charles Simonyi
(Planetary Resources-Google).
Nel saggio è già tutto stimato: prezzo del minerale, vendite
annuali, costi operativi, costo dell’investimento, tasso di sconto e tempo
intercorso tra inizio del progetto e vendita dei metalli. Un vademecum del
perfetto astro-imprenditore.
Arrivati a metà libro, ci sembra di aver imparato molto, ma Bignami
e Sommariva ci spiegano che è solo l’inizio. Il bello deve ancora venire. Lo
sfruttamento degli asteroidi aiuterà a raggiungere l’obiettivo di più lungo
termine: l’esplorazione e la colonizzazione di Marte. E qui ce n’è per tutti,
perché, per arrivare su Marte e costruire una base permanente, sono necessari: ingegneri nucleari e civili, meccanici,
architetti, informatici, botanici, giardinieri e cuochi che sappiano cucinare gli
asparagi, grossi e saporiti, grazie al ferro contenuto nella sabbia marziana.
I candidati ideali per vivere su Marte saranno tutti quegli individui che attribuiscono un alto valore alla libertà individuale e all’autorealizzazione, che sono alla ricerca di nuove opportunità e sono spinti dal desiderio di esplorare: la versione moderna degli uomini e delle donne di frontiera. Forse questa sarà la nuova specie del genere Homo.