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Osservare senza preconcetti: la cinciallegra Star e la lezione sulla divulgazione scientifica

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Star

Pubblicato da Adelphi alla fine del 2023, Star. Una cinciallegra di genio è un libro inusuale tra quelli di divulgazione scientifica. A scriverlo non è infatti una scienziata, ma una musicista amante del birdwatching, che ha raccolto le sue osservazioni negli anni passati a stretto contatto con cince, merli, cinciallegre, pettirossi e altre specie, precorrendo alcune delle scoperte sulle abilità cognitive e sociali degli uccelli.

Nell'immagine: cinciallegra,1829, Wilhelm von Wright (da rawpixel). Licenza: pubblico dominio

Cosa rende un libro di divulgazione scientifica un bel libro di divulgazione scientifica? Se dovessi rispondere in breve, direi che è la qualità dei dati e degli studi che raccoglie, la logica con cui ne ricostruisce i legami. E, ovviamente, una scrittura fluida, comprensibile anche a chi meno conosce la materia trattata.

Leggendo Star. Una cinciallegra di genio (Adelphi, 2023), mi sono resa conto che c’è qualcos’altro in grado di rendere affascinante un libro di divulgazione scientifica. Qualcosa che esula dal rigore degli studi: la capacità di osservare, e farlo a mente aperta, senza preconcetti.

La musicista appassionata di birdwatchig

Dell’autrice, Len Howard, è stata pubblicata una biografia un paio di anni fa (Il cottage degli uccelli, edizione Nottetempo, 2022), firmata dalla filosofa e ricercatrice Eva Meijer. Ma, per chi non l’avesse letta, vale comunque raccontare in breve la sua vita.

Nata nel 1894 a Wallington, nella South London, Howard è diventata musicista, violista per la precisione. Ma poco prima della Seconda guerra mondiale, nel 1938, lascia la carriera londinese e compra un pezzo di terreno in un paesino del Sussex, dove fa costruire quella che diventerà la sua casa: il Bird Cottage.

«Prima di trasferirmi a Bird Cottage non ero mai riuscita a studiare personalmente il comportamento degli uccelli, sebbene a Londra ci fosse un’ampia letteratura a disposizione nelle biblioteche», scrive Howard. Perché è proprio questo che fa nella sua nuova casa: osserva gli uccelli che frequentano il giardino e le zone circostanti. E, si può forse dire, loro osservano lei: e lo fanno abbastanza da capire di potersi avvicinare, arrivando anzi a farsi nutrire e curare, scegliendo addirittura come posatoi notturni aste delle tende e testata del letto.

Dalle osservazioni raccolte e diligentemente appuntate nel corso degli anni a Bird Cottage, Len Howard ha scritto due libri: Bird as Individuals (1952) e Living with Birds (1956). Non erano mai stati tradotti in italiano: Star, che li raccoglie entrambi, ha portato le due opere nella nostra lingua per la prima volta.

Senza preconcetti

Bird as Individuals è stato pubblicato con una prefazione di Julian Huxley, biologo noto per i suoi contributi al neodarwinismo. Scrive Huxley: «Miss Howard non potrà certo aspettarsi che gli studiosi di biologia accettino tutte le sue tesi, ma non c’è dubbio che le saranno molto grati per il suo lavoro; quanto a me, posso dire che ne sono rimasto avvinto e deliziato».

Chissà se Huxley immaginava anche solo vagamente quante delle teorie che emergono dal libro sarebbero state confermate nel corso degli anni.

Len Howard non era una scienziata, ma la sua capacità di osservare senza preconcetti le ha permesso di anticipare molti degli studi che sarebbero poi stati condotti in seguito (con più rigore, certo). Nel farlo, ha precorso alcune di quelle scoperte che sfatano l’idea che certe capacità siano prerogativa esclusiva della nostra specie: Howard riconosce la personalità (lei parla di individualità) degli uccelli; propone analisi finissime della comunicazione canora (d’altronde era musicista lei stessa) e dell’espressione delle emozioni (mentre alcuni scienziati faticano tutt’ora a riconoscere che specie diverse dai primati provino emozioni); evidenzia le loro abilità di apprendimento e problem solving. Il tutto partendo da una considerazione che guida la sua alternativa forma di ricerca: l’importanza di osservare gli animali nel loro ambiente naturale, invece che in laboratorio.

«Molto spesso il comportamento degli uccelli viene valutato in situazioni in cui gli animali sono terrorizzati dalla presenza dell’osservatore. Nessuno vorrebbe sottoporsi a un test d’intelligenza in condizioni di pericolo di vita, la sua o quella dei suoi figli» scrive. «Trovo che gli uccelli, e in particolare le cince, agiscano in modo intelligente in circostanze insolite, a meno che non siano in uno stato di agitazione dovuto alla paura».

Sia chiaro, non tutte le ipotesi di Howard sono state confermate (in effetti, c’è anche un bizzarro suggerimento, solo brevemente accennato, sulla capacità degli uccelli di comunicare per via telepatica). Ma non si può non riconoscerle il merito di averne invece anticipate tante altre.

Ecologia e toporagni

Alle osservazioni cognitivo-comportamentali, Howard aggiunge alcune considerazioni ecologiche. Racconta, per esempio, dei rischi dei gatti liberamente vaganti, sui quali tutt’oggi insistono gli zoologi; critica chi, trovato un nidiaceo caduto dal nido, se lo porta a casa senza avere le competenze per prendersene cura (anche qui, i Centri di Recupero Animali Selvatici devono ancora richiamare l’importanza di rivolgersi a persone competenti nel caso ci si imbatta in selvatici in difficoltà).

Più interessante ancora, anticipando in un certo senso di qualche anno Primavera silenziosa di Rachel Carson, Howard scrive: «Sia le cince bigie sia i codibugnoli sono ormai piuttosto rari, li vedo solo occasionalmente. Quando mi sono trasferita qui erano numerosi, ma come molte altre specie soffrono per la scarsità di cibo e di siti di nidificazione a causa dei veleni usati nell’agricoltura moderna, del taglio degli alberi e delle siepi e di molte altre pratiche dannose per gli uccelli. L’acqua nei fossi e negli stagni è spesso contaminata, soprattutto quando è utilizzata per spruzzare arsenico sulle colture».

Né si deve temere che il libro sia troppo monotematico. Gli uccelli in generale e le cinciallegre in particolare ne sono senz’altro i protagonisti: a Star, Testapelata, Piitur, Naomi, Tamburo, Pagliaccio e ai molti altri riconosciuti singolarmente e chiamati per nome, Howard non dedica solo le sue osservazioni, ma anche diversi (bellissimi) disegni, raccolti nel libro insieme alle fotografie che testimoniano la loro vita al Bird Cottage, appollaiati sull’autrice oppure intenti a interagire con oggetti come scatole di fiammiferi e teiere. Ma la sensibilità di Howard la porta a dedicare diverse pagine anche agli altri animali che la accompagnano nella vita al Bird Cottage: topi e toporagni, ricci, perfino ragni.

Star può non essere definito un saggio scientifico propriamente detto. Forse, alla fine dei conti, nemmeno del tutto un’opera di divulgazione scientifica. Ma è di certo un libro che ci insegna a guardarci intorno, a osservare le specie che ci circondano con pazienza e senza preconcetti. Anche se, invece che in un cottage della campagna inglese, abitiamo in piena città: mentre terminavo di leggere le ultime pagine, ho notato un nido di merli davanti alla mia finestra. È stato con Star in mente che ho seguito, nei giorni successivi, le cure che i genitori prestavano ai piccoli e il loro successivo involo. È stata un’impresa quasi epica per i piccoli. E forse, senza avere la mente su quelle pagine, non l’avrei nemmeno notata.

 


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