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Partecipare a un esperimento di neuroscienza giocando

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The Great Brain Experiment è una app realizzata dal Wellcome Trust Centre for Neuroimaging dell'University College di Londra per effettuare un esperimento su larga scala.

The Great Brain Experiment

Grazie al crowdsourcing l'app ha infatti lo scopo di raccogliere informazioni sul modo di agire e reagire a diversi stimoli di un gran numero di utenti. The Great Brain Experiment ha l'ambizione di diventare un gigantesco esperimento scientifico.

I giochi proposti sono: "Quanto riesco a ricordare?", "Sono impulsivo?", "Quanto riesco a vedere?" e "Che cosa mi rende felice?". I 4 giochi testano memoria, impulsività, capacità di fare scelte appropriate e di vedere senza distrarsi. Divertente e interessante osservare, alla fine di ogni prova, il confronto tra le proprie prestazioni e quelle degli altri utenti.


L'app al momento è solo in inglese, è gratuita ed è stata sviluppata per celebrare il Brain Awareness Week 2013 (dall'11 al 17 marzo) grazie al sostegno del Wellcome Trust.
The Great Brain Experiment
è disponibile sia per sistemi operativi iOs sia per sistemi operativi Android.

Anteprime dell'app:

The Great Brain Experiment The Great Brain ExperimentThe Great Brain Experiment The Great Brain Experiment


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Di latticini, biotecnologie e latte sintetico

La produzione di formaggio è tradizionalmente legata all’allevamento bovino, ma l’uso di batteri geneticamente modificati per produrre caglio ha ridotto in modo significativo la necessità di sacrificare vitelli. Le mucche, però, devono comunque essere ingravidate per la produzione di latte, con conseguente nascita dei vitelli: come si può ovviare? Una risposta è il latte "sintetico" (non propriamente coltivato), che, al di là dei vantaggi etici, ha anche un minor costo ambientale.

Per fare il formaggio ci vuole il latte (e il caglio). Per fare sia il latte che il caglio servono le vacche (e i vitelli). Cioè ci vuole una vitella di razza lattifera, allevata fino a raggiungere l’età riproduttiva, inseminata artificialmente appena possibile con il seme di un toro selezionato e successivamente “forzata”, cioè con periodi brevissimi tra una gravidanza e la successiva e tra una lattazione e l’altra, in modo da produrre più latte possibile per il maggior tempo possibile nell’arco dell’anno.