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Perché ScienzaInParlamento?

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Ruggero Bettinardi durante la conferenza "La scienza al servizio della democrazia: un appello per la #ScienzaInParlamento", organizzata dalla Luiss School of Government

Tempo di lettura: 4 mins

#ScienzaInParlamento è un progetto che nasce da un’idea semplice ma ambiziosa su cui, assieme ad altri ricercatori e giornalisti scientifici, stiamo lavorando da qualche mese a questa parte e che sta avendo un certo successo.
Infatti in meno di tre mesi l’appello ha quasi raggiunto 6000 firme di cittadini, accademici, giornalisti e politici oltre che aver ottenuto l’appoggio di fondazioni prestigiose come AIRC, Fondazione Umberto Veronesi, Telethon e di realtà importanti della ricerca e dell’istruzione superiore come la Scuola Normale Superiore di Pisa e l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”.

#ScienzaInParlamento è un’iniziativa civile indipendente che nasce con la volontà di mettere la conoscenza scientifica e tecnologica al servizio della democrazia. L’obiettivo concreto è quello di promuovere la creazione di un ufficio dedicato a fornire consulenza scientifica e tecnologica indipendente e d’eccellenza al Parlamento italiano, affinchè tutti rappresentanti dei cittadini - e i cittadini stessi - abbiano accesso alle più recenti conoscenze ed evidenze scientifiche e tecnologiche, favorendo così un dialogo costante e costruttivo tra politica, scienza e società.

Il rapporto tra scienza e politica è sempre stato cruciale ma forse lo è specialmente oggi. Nel dibattito democratico infatti, la disponibilità di informazioni attendibili, coerenti e sistematiche è fondamentale come base per prendere decisioni che siano a loro volta equilibrate, efficaci e consapevoli.
Scienza, tecnologia e le innovazioni che ne derivano hanno un ruolo sempre più importante nelle società contemporanee, e la rapidità con cui vengono fatte nuove scoperte e sviluppate tecnologie sempre più complesse rende difficile valutare e prevedere l’impatto che possono avere sulla società, o anche soltanto di stare al passo con la conoscenza.

Inoltre, scienza e politica sembrano a volte parlare lingue diverse e sono spesso viste come due mondi separati, ognuno dei quali si occupa di temi che hanno poco a che vedere con l’altro. Ma così ovviamente non è, e soprattutto, crediamo che così non debba essere. Per questo la nostra proposta è quella di promuovere la costituzione di una struttura permanente che faccia da intermediaria tra gli esperti e i parlamentari, rimanendo dunque indipendente e traducendo il linguaggio, spesso troppo tecnico e apparentemente lontano dalla nostra quotidianità, della scienza e della ricerca.
Questo ruolo di intermediazione è cruciale. Infatti, è fondamentale che i dati e le evidenze tecnico-scientifiche siano trasmesse in modo pertinente, coerente, accessibile e al momento giusto perché i membri del parlamento possano trarne beneficio.

Inoltre, uno dei difficili compiti di una struttura di consulenza scientifica è quello di essere in grado di restituire la complessità intrinseca di alcune questioni, come anche dello stato del dibattito scientifico e della possibile eterogeneità di opinioni che possono esistere su alcuni temi all’interno dello stesso mondo scientifico. È un lavoro di ricerca, sintesi, comunicazione e contestualizzazione che, come ben sanno giornalisti e divulgatori scientifici, è tutto fuorché facile.

L’idea di una struttura finalizzata a fornire documentazione e consulenza scientifica e tecnologica al parlamento non è di per sé particolarmente originale. Anzi, l’esistenza di strutture simili sembra essere uno standard in molte democrazie. E questo ha senso. Si pensi infatti a temi importantissimi come la crisi climatica, le scelte energetiche, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, dei big data e del l’ingegneria genetica, l’adozione delle reti 5G, l’esplorazione dello spazio e le sue implicazioni, la sanità e gli inevitabili risvolti bioetici di molte scoperte scientifiche ed innovazioni tecnologiche. Questi sono solo alcuni dei temi che dovranno inevitabilmente essere affrontati dai legislatori, dal momento che hanno -e avranno- un impatto sempre più grande sulla società e sulle nostre vite.

Non bisogna poi sottovalutare gli ingenti danni che possono provocare informazioni incomplete, fuor di contesto o persino, in alcuni casi, palesemente false. Pensiamo ad esempio al problematico e preoccupante dibattito sulle vaccinazioni, al caso Xylella, al dibattito sulla sperimentazione animale, come anche la lunga sequela di “cure del miracolo”, dal caso Di Bella alla “cura Vannoni”: tutti casi che hanno coinvolto -o coinvolgono- le nostre istituzioni e le forze politiche in uno scontro in cui la scienza è stata messa da parte ai danni dei cittadini.

Questa struttura di documentazione e consulenza potrebbe inoltre giocare un ruolo strategico sul medio e lungo termine. Infatti, oltre a redigere rapporti su richiesta dei parlamentari, l'ufficio che auspichiamo avrebbe come missione anche quella di produrre dei documenti di sintesi e di prospettiva sul futuro di alcune tecnologie che promettono di cambiare la società in maniera dirompente. Questi documenti potrebbero essere usati per progettare leggi all’avanguardia e definire temi di interesse pubblico da approfondire a livello scientifico, in modo tale da far fronte alle sfide presenti e quelle future.

La prima parte dell’articolo 9 della nostra costituzione sancisce il dovere dello Stato di promuovere e supportare la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. Nonostante non potremmo essere più d’accordo, e siamo orgogliosi che la nostra Costituzione sancisca un dovere come questo, la nostra iniziativa non è primariamente indirizzata a questo, e cioè che la politica venga in aiuto della scienza. Lo scopo della nostra iniziativa è, in un certo senso, il contrario, e cioè che la scienza stessa possa mettersi al servizio della Democrazia, fornendo gli elementi necessari per promuovere l’adozione di politiche informate da evidenze scientifiche, in modo da creare un circolo virtuoso tra scienza e politica.

 


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