Riposate in pace, perché questo
errore non verrà ripetuto
(Parco della Pace di Hiroshima)
Il 6 e il 9 agosto 2015 è stato commemorato in tutto il mondo il 70° anniversario dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. Le armi nucleari – più di 16000 testate possedute da Stati Uniti, Russia, Cina, Pakistan, India, Gran Bretagna, Francia, Israele e Corea del Nord – continuano a rappresentare una minaccia per tutto il genere umano, mentre cresce anche il rischio del c.d. terrorismo nucleare.
Il Comune di Pisa (componente della rete Mayors for Peace e sostenitore della campagna Senzatomica.Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari www.senzatomica.it) e il CISP-Centro Interdisciplinare di Scienze per la Pace dell’Università di Pisa (con il patrocinio della Regione Toscana, dell’Università di Pisa e di ICAN-International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) hanno promosso un programma di iniziative per approfondire e per esprimere – insieme a scienziate e scienziati, docenti universitari, insegnanti, amministratori e amministratrici, attiviste e attivisti, artisti, persone di fede, cittadine e cittadini, associazioni - la richiesta e l'impegno per la messa al bando delle armi nucleari, come già avvenuto con altre armi di distruzione di massa: un mondo libero da armi nucleari non è solo desiderabile, è soprattutto possibile ed è affidato anche alla capacità di disarmo interiore di ciascuno di noi (pisanondimentica.wordpress.com)
Numerosi i soggetti che hanno attivamente contribuito, esprimendo la ricchezza di risorse intellettuali (Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, Dipartimenti di Giurisprudenza, Fisica, Civiltà e Forme del Sapere, Scienze politiche, Medicina clinica e sperimentale, Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali; Corsi di Laurea in Scienze per la pace e in Ingegneria nucleare; INFN-Istituto Nazionale di Fisica Nucleare-Pisa, Area della Ricerca del CNR-Pisa; Sistema Museale di Ateneo, CLI-Centro Linguistico), artistiche e culturali (Cineclub Arsenale, Fondazione Teatro Verdi, Teatri della Resistenza, I Sacchi di Sabbia, Cinema Teatro Lux, Associazione Culturale Il Gabbiano, Circolo di Letture ad Alta Voce, Associazione CorreLaMente, Fondazione Sistema Toscana, Pisa Internet Festival, Pisa Book Festival, Mix-Art, Libreria Ghibellina, Club Kiwanis Pisa, GRUppo Ali Dipinte), associative (Centro di Documentazione Semi sotto la neve, La Nuova Limonaia, Il Caffè della Scienza, Convento I Cappuccini, Beati i Costruttori di Pace-Onlus) della città e la sua apertura al dialogo interreligioso (Diocesi di Pisa, Pax Christi, Chiesa Valdese, Comunità Ebraica, Comunità Musulmana, Assemblea Spirituale Locale dei Baha’ì, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Chiesa ortodossa, Chiesa protestante). Significativo è stato altresì il sostegno di prestigiose organizzazioni di ricerca sui temi degli armamenti (Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo) e organizzazioni di scienziati (Pugwash Conferences for Science and World Affairs - organizzazione Premio Nobel per la pace 1995 – e USPID-Unione degli Scienziati Per Il Disarmo ONLUS).
Differenti competenze
si sono incontrate e mescolate, in
tanti luoghi della città, con un approccio interdisciplinare che si è rivelato
prezioso e vincente, come vincente è stata la scelta di usare più linguaggi, da
quello della divulgazione scientifica a quello delle varie forme di arte, per
raggiungere il maggior numero possibile di persone e, soprattutto, di giovani.
Lo scopo è stato quello di informare e offrire strumenti e competenze che
fornissero un supporto razionale alla richiesta di un mondo libero da armi
nucleari, per andare oltre il (pur importante) coinvolgimento emotivo ma anche
oltre una narrazione storica che ha contributo ad accreditare le armi atomiche
come “male necessario” per porre fine alla seconda guerra mondiale e poi per
mantenere la pace nel mondo. Soprattutto, le persone sono state stimolate ad un
percorso di empowerment, per prendere
consapevolezza del proprio potere e non sentirsi semplici “pedine della
storia”: è stato ripetutamente sottolineato come, al contrario, grandi
cambiamenti su importati questioni sono stati possibili proprio grazie alle
voci che si sono levate decise dalla società civile, ad esempio per giungere
alla messa al bando delle mine antiuomo o delle bombe a grappolo. Un analogo
processo è possibile – ed è in corso – per arrivare all’approvazione di un
Trattato per la messa al bando delle armi nucleari.
I temi affrontati sono stati tanti, ma esiste un denominatore
comune e questo denominatore è il tema della responsabilità. Non solo responsabilità per qualcosa, ma anche responsabilità verso qualcuno.
Responsabilità degli scienziati, prima di tutto: quelli che
costruirono la bomba atomica, ma anche quanti oggi continuano a fare ricerca in
ambiti in cui libertà ed etica possono entrare in conflitto. Responsabilità di
chi – politici e militari - decise di usare la bomba atomica: era davvero
necessario? E la narrazione storica a lungo dominante – la bomba come il male
necessario per porre fine alla seconda guerra mondiale – è ancora credibile? Ma
c’è anche la responsabilità di noi tutti, nell’attivarci per esigere un mondo
libero da armi nucleari. Una responsabilità – e una risposta – a cui siamo
chiamati in quanto membri della comune famiglia umana.
Ed è qui –
nell’appartenenza alla comune famiglia umana - che si innesta l’altro modo di
guardare alla responsabilità, come responsabilità non solo per qualcosa
(qualcosa che è stato fatto o che non è stato fatto), ma anche come
responsabilità verso qualcuno: più precisamente, verso le generazioni future e
verso le vittime delle due atomiche di Hiroshima e Nagasaki e delle migliaia di
test nucleari che fino al 1990 sono stati effettuati, con grave compromissione
dell’ambiente e pesanti ripercussioni sulla salute delle persone. “Riposate in pace perché questo errore non
sarà ripetuto” è la frase, scolpita sul memoriale della pace di Hiroshima,
scelta come epigrafe della manifestazione: è una frase controversa, ma che in
qualche modo, per quanto riguarda tutti coloro che hanno collaborato alla
realizzazione del programma, sintetizza l’assunzione di responsabilità e anche
il debito di gratitudine nei confronti degli hibakusha, i sopravvissuti: la presenza
della signora Toshiko Tanaka, hibakusha di Hiroshima, è stata un grande regalo
per tutta la città e fonte di ispirazione per tutti coloro che hanno avuto
occasione di ascoltare la sua testimonianza, il suo monito a “ricordare la
nostra umanità” e il suo incoraggiamento a costruire reti di amicizie che
coinvolgano persone di tutto il mondo.