Internet ci può far male? L’unica risposta sensata è “dipende”. Da chi siamo, da come lo usiamo, dagli strumenti cognitivi e dalle competenze emozionali che abbiamo a disposizione. Più facile rispondere ad una seconda domanda: internet ci cambia? Certamente sì. Ecco perché questo saggio, apparentemente un manuale per addetti ai lavori, è una lettura utile non solo per i professionisti cui si rivolge – psichiatri, psicologi, educatori -ma per chiunque di noi si interessi alla realtà che ci circonda.
Esperto di dipendenze patologiche e responsabile di una delle poche strutture in Italia dove si trattano le dipendenze da internet, Federico Tonioni va ben oltre i suoi giovani pazienti immersi in un universo virtuale. Affrontando il web per quello che è, una rivoluzione cognitiva che sta cambiando non solo la nostra visione del mondo, ma anche il modo in cui ciascuno di noi vive e sviluppa la propria immagine e la propria identità. E anche l’esperienza di dissociazione di cui parla Tonioni: quella che sfioriamo quando ci immergiamo in un’ esperienza virtuale emotivamente coinvolgente chattando o giocando on line, e che si manifesta in termini clinici, quando attraverso la rete si creano forme di dipendenza da gioco o sesso.
L’autore analizza senza pregiudizi l’era digitale in cui viviamo, cercando di vedere come il cyberspazio interagisca con la nostra realtà. Perché accanto a fenomeni eclatanti come quello degli hikikomori - i ragazzi giapponesi che si rinchiudono nella loro stanza comunicando solo attraverso la rete - che cominciano a presentarsi in forme consimili anche in Italia, ci sono casi in cui la rete crea socialità, accresce competenze, aiuta a superare il disagio. Il che non ne fa uno strumento neutrale, visto che la divisione tra i nativi digitali e noi adulti “immigrati digitali” più o meno competenti sembra destinata ad acuire l’eterna distanza tra genitori e figli adolescenti.
Proprio per fornire ai lettori una base di conoscenze comuni, Tonioni approfondisce i concetti base di dissociazione o dipendenza ma anche la storia di internet e dei suoi prodotti, difficile da “fermare “ in un saggio perché in continua, frenetica evoluzione: non si parla infatti di Ask.fm., che pure è il social network più discusso del momento.
Ampio spazio è invece dedicato alle “dipendenze da internet”, formula generica che raccoglie vera e propria dipendenza da rete - “information overload”, la compulsione ad accedere a continue informazioni, o patologica dedizione ai giochi di ruolo on line - e casi ben più frequenti in cui internet è strumento e propagatore di altre dipendenze, come quelle da gioco o da sesso. Fenomeni di origine multifattoriale ,e difficilmente quantificabili: le percentuali a livello mondiale spaziano tra l 1 e il 25% a seconda degli studi, ricorda Tonioni "mentre in Italia i dipendenti da internet,
considerando insieme i livelli di gravità severo e moderato, sono circa il 6%"