Strapiena,
colorata e molto giovane, così appariva lo scorso 12 novembre l'Aula conferenze
dell'Area della Ricerca del Cnr di Milano, in cui si è svolto il primo incontro
pubblico de La Ricerca va a Scuola, un percorso di formazione
indirizzato al mondo dell'educazione, che porta in classe i temi di un progetto
di ricerca, allo scopo di avviare un reciproco scambio tra i principali attori
della produzione, rielaborazione e diffusione del sapere scientifico.
L’evento
si è svolto nella sede di Milano dove si trova la più alta concentrazione di
istituti Cnr della Lombardia, il complesso di Via Bassini, dove operano circa
1000 persone tra ricercatori, amministrativi e tecnici. Accompagnati da 10
insegnanti, vi hanno partecipato oltre 160 studenti di tre istituti superiori
della Lombardia, la maggior parte giovani tra i 16 e i 18 anni delle classi III
e IV dell'Istituto Statale Agrario Italo Calvino, di Noverasco (MI), dell’
Istituto Tecnico Statale-Liceo Scienze Applicate, A. Mapelli di Monza (MB) e
dell'Istituto E. Breda di Sesto San Giovanni (MI). Presenti anche alcuni
docenti dell'Associazione Scienza under 18, che da anni lavora per
“valorizzare e rendere visibili le buone pratiche di scienza prodotte
all’interno della scuola”.
Argomento
centrale della giornata è stato il tema di un progetto attualmente in corso
presso il Cnr, Space4Agri -
Sviluppo di metodologie aerospaziali innovative di osservazione della terra a
supporto del settore agricolo in Lombardia (S4A), cofinanziato nell'ambito dell'Accordo di collaborazione
2013-2015 tra Regione Lombardia e Cnr, finalizzato alla promozione di ricerche
e attività di formazione che abbiano ricadute sul sistema della ricerca e del
territorio lombardo. S4A usa le tecnologie aerospaziali e di Osservazione della
Terra a supporto del monitoraggio e della gestione del sistema agroalimentare
della regione (per saperne di più di S4A si rimanda al box).
"IL DIETRO LE QUINTE" DELLA SCIENZA
Gli
studenti presenti hanno potuto capire il complesso impianto che si cela dietro
un progetto di ricerca, fatto di obiettivi, tempistiche e attività che si
articolano in Workpackage (WP) e Task, usando una terminologia mutuata
dall’ambito dei progetti europei. Secondo le modalità tipiche dei Kick-off
meeting progettuali, ciascun responsabile di WP di S4A dei 3 istituti del Cnr coinvolti - l’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA, coordinatore), l’Istituto di Tecnologie Industriali ed Automazione (ITIA) e
l’Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali (IDPA) - ha descritto,
infatti, le proprie attività, cercando di mettere in luce non tanto gli aspetti
tecnici, quanto il contributo che le propria competenze, formazione, esperienza
hanno dato all'intera proposta progettuale. Ne è emerso un quadro molto
sfaccettato, composto da aspetti scientifici, tecnologici, ma anche gestionali,
socio-economici, di comunicazione, in cui i ricercatori operano in prima fila.
Ogni progetto di ricerca si avvale inoltre del contributo di tecnici,
amministrativi, e dialoga con soggetti esterni, come i decisori politici, le imprese
di settore, i media. Durante la mattinata si è parlato di satelliti e di droni,
di sistemi informativi geografici e di strumenti per raccogliere le
informazioni da volontari, ma anche di valutazione dell’impatto di alcune
tecnologie sul sistema socio-economico lombardo e di strategie per comunicare
tutto ciò al pubblico.
Non è stato
facile per i ricercatori presentare le proprie attività davanti a una platea
così variegata per formazione, età, ruolo, esperienza e interesse. E’ una
pratica a cui molti studiosi non sono avvezzi, anche se sempre più spesso son
chiamati a farlo. Da sempre questa è la sfida che gli scienziati devono
affrontare quando si confrontano con chi opera oltre la ristretta cerchia di
addetti ai lavori. Una sfida che implica competenze, responsabilità, ma anche
consapevolezza dei ruoli di ciascuno. Si tratta di aspetti ineludibili che
attengono al rapporto scienza e società, spesso molto fragile e precario in
Italia, e in cui i ricercatori, lo vogliano o no, hanno una grande responsabilità.
Lo stesso
percorso La Ricerca va a Scuola è stato ideato nell'ambito di attività
di comunicazione che sono generalmente presenti in un progetto di ricerca (dove
mutuano spesso il nome inglese di Workpackage di Dissemination), ma che vengono solitamente
declinate in modo molto tradizionale, e rivolte alla sola comunità scientifica
o al mondo dei potenziali “acquirenti” (utenti) delle proprie ricerche.
L'obiettivo, nel mio ruolo di responsabile del WP di Dissemination di
S4A, non è però solo quello di allargare il bacino dei destinatari delle
attività di comunicazione progettuali, ma anche di avviare un dialogo tra il
mondo della scuola e il settore della ricerca che, tenendo conto di criticità e
potenzialità nella relazione tra i due, crei, a partire dai temi progettuali,
uno spazio di ricerca comune su didattica e comunicazione della scienza.
Il percorso prevede la condivisione di alcune fasi del progetto in una serie di incontri pubblici come quello del 12 novembre, o nelle singole classi, nel corso dei quali verrà definito anche il possibile coinvolgimento delle scuole in attività e task progettuali. Condividere un progetto di ricerca diventa così un modo per “metter mano” nelle modalità con cui oggi la ricerca scientifica viene praticata dalla comunità scientifica e, nel contempo, per rendere consapevoli i ricercatori dei modi con cui quello stesso sapere scientifico viene rielaborato e dibattuto dalla scuola e dai suoi protagonisti, insegnanti e studenti.
Il percorso
mira anche a valorizzare la dimensione culturale, complessa, e spesso
controversa della conoscenza. Si pensi ai temi che ruotano, ad esempio, intorno
alla gestione del sistema agrario, tra obiettivi di sostenibilità, agricoltura
peri-urbana, piani regionali di consumo del suolo (in questo momento proprio la
Regione Lombardia ne sta preparando uno), e iniqua distribuzione delle risorse,
o quelli riguardanti l’uso delle tecnologie aerospaziali per scopi civili, per
citare solo alcuni dei temi menzionati dai ricercatori nei loro interventi.
Sarebbe interessante capire cosa pensano gli studenti di questi argomenti, e se
ipotizzano un loro coinvolgimento nel dibattito pubblico; per questo, come già
fatto in altri progetti al Cnr, affiancheremo al percorso un’attività
investigativa volta a cogliere la loro percezione su alcuni temi mediante
questionari e laboratori partecipati di comunicazione. Questo anche per
sottolineare che gli aspetti critici della comunicazione pubblica della scienza
sono essi stessi tema di ricerca al Cnr.
L’approccio
sembra suscitare interesse, stando al modo appassionato con cui i colleghi
hanno svolto i loro interventi in aula, e alle numerose osservazioni che gli
studenti ci hanno restituito alla fine della giornata. Le hanno lasciate su
post-it colorati, appiccicati sul bancone della hall uscendo dall'Aula convegni
dell’Area della Ricerca. Il loro ultimo gesto, dopo 3 ore di impegnativa
attenzione in sala, prima di lasciare un luogo in cui nessuno di loro era mai
stato prima.
Per seguire
gli sviluppi del percorso La Ricerca va a Scuola si può consultare la
pagina dedicata.
Brevi note sul Progetto S4A
Space4Agri (S4A) - Sviluppo di
Metodologie Aerospaziali Innovative di Osservazione della Terra a Supporto del
Settore Agricolo in Lombardia, è un progetto coordinato dall’Irea del Cnr e
cofinanziato nell’ambito dall’Accordo Quadro Regione Lombardia – Cnr.
S4A
impiega le tecniche di Osservazione della Terra (spazio, aereo e in situ) allo
scopo di supportare e migliorare le capacità del sistema lombardo e dei principali
attori del settore della pianificazione e gestione del settore agro-alimentare
regionale.
Il progetto coinvolge tre istituti di
ricerca del Cnr, tutti con sede in Lombardia: oltre all’Irea, l’Itia e l’Idpa.
I ricercatori di questi centri di ricerca sono impegnati per due anni
(2013-2015) intorno all’obiettivo di coniugare in maniera innovativa le
osservazioni remote da satellite e in situ, le tecnologie aeronautiche per gli
UAV (Unmanned Air Vehicles, velivoli senza equipaggio, note come droni) e le
tecnologie web 2.0 per la raccolta e lo scambio smart di dati e di
informazioni in campo agricolo.
Il monitoraggio dell’agricoltura è
uno degli ambiti di applicazione maggiormente studiati dai ricercatori e dalla
ricercatrici di Cnr-Irea, che da anni svolgono studi sui sistemi agricoli, a
livello locale e globale, per mappare le superfici coltivate, stimare le
produzioni ed individuare eventuali situazioni di criticità a supporto di
politiche di intervento. Si tratta di un tema di rilevanza mondiale e su cui a
livello europeo si sta investendo molto, facendo affidamento anche sulle
tecnologie aerospaziali.
La tematica interessa fortemente anche l’Italia, e in
particolare la Regione Lombardia, la prima regione agricola italiana, che
produce il 42% del latte, il 42% del riso e il 39% dei prodotti suinicoli, con
una percentuale di agricoltori del 2% di tutta la popolazione lombarda ma che
si prende cura dell’80% del territorio agricolo nazionale.
Le attività del progetto S4A hanno un
interesse particolare per le grandi colture estensive, che nel territorio
lombardo sono tipicamente mais, riso e i cereali autunno-vernini, come frumento
tenero e orzo. L’area di studio del progetto comprende pertanto l’intera
pianura irrigua lombarda nel suo insieme, vale a dire un’estensione regionale
che viene tradizionalmente coperta dalle immagini satellitari che monitorano il
territorio. Qui le esigenze sono varie e vanno dalla necessità di
sviluppare un sistema di conoscenze condiviso a livello regionale in grado di
monitorare efficacemente i sistemi agricoli alla necessità di fronteggiare lo
stress idrico delle colture, anche a fronte degli impatti dovuti ai cambiamenti
cimatici che colpiscono sempre più frequentemente il territorio.
Il progetto prevede di sviluppare alcune
tecnologie cosiddette smart, cioè di facile impiego, che consentiranno
di raccogliere segnalazioni relative a situazioni di emergenza da parte degli
agricoltori, informazioni di fondamentale importanza ad esempio, in caso di
stress, malattie o problemi alle colture. Per casi studio specifici, verrà
testato il contributo di alcuni sensori trasportati dalle tecnologie UAV, note
come droni, che si prestano ad un monitoraggio più puntuale e a favorire la
comprensione di dinamiche a scala locale (come ad esempio, omogeneità delle
fioriture del mais, o stress idrici localizzati).