Margherita Hack. Credit: Luciano Cotena.
Il 29 giugno del 2013, a Trieste, moriva Margherita Hack, un’icona dell’astronomia italiana.
L’anno prima aveva compiuto 90 anni e l’Osservatorio Astronomico di Trieste, insieme alla città, aveva organizzato una festa alla quale era andato anche il Presidente di INAF, Giovanni Bignami, amico e ammiratore di vecchia data di Margherita. Nei giorni precedenti, Nanni aveva pensato ad un regalo speciale per Margherita. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’aveva insignita del Gran Croce del Merito della Repubblica Italiana. Cosa si poteva fare di più? Nanni ha cominciato a buttare giù dei pensieri che sono diventati una poesia intitolata Per Margherita che cominciava così
E’ strano da guardare l’Universo
oltre alle stelle e polvere infinita
è pieno di qualcosa assai diverso
che non sappiamo, nemmeno Margherita!
forse neutrini, certo cose oscure
materia ed energia, forse anche vita.
Credo che l’anticonformista Marga, come la chiamava il marito, avesse apprezzato più il pensiero che l’onorificenza.
Sapevamo che non era in forma. Negli ultimi anni faceva fatica a spostarsi e doveva declinare la maggior parte degli inviti che riceveva. Per fortuna, aveva scoperto le possibilità offerte da Skype e questo le aveva dato una sorta di ubiquità, in modo che la sua presenza, pur virtuale, continuasse ad essere tangibile. La sua opinione sempre lucida e anticonformista. Sempre decisa a fare di testa sua, aveva rifiutato di farsi operare al cuore perché non voleva vivere da malata il tempo che le rimaneva. Voleva godersi i suoi gatti, la compagnia del marito, degli amici e voleva continuare a leggere delle nuove scoperte nel campo dell’astronomia che sapeva fare sue in modo straordinario per poterle poi raccontare al suo sempre numeroso pubblico.
Margherita è stata una importante scienziata quando essere donna non era certo un vantaggio. Sempre sostenuta dalla presenza importante, ma discreta, del marito amatissimo, Margherita ha lavorato all’Osservatorio di Arcetri, a Brera e infine ha trovato le condizioni ideali a Trieste dove ha diretto, e fatto crescere, l’Osservatorio e, in generale, tutta l’astronomia italiana.
L’età avanzata non aveva spento né la sua curiosità, né la voglia di imparare. Con lucidità assoluta, Margherita continuava a seguire i risultati delle ultime ricerche in astronomia e, interrogata su qualsiasi problema, dava risposte precise e dettagliate. La sua testa non era mai andata in pensione. Anzi, terminata, per raggiunti limiti d’età, la carriera Accademica, si era impegnata più che mai nella divulgazione con riviste astronomiche e libri di grande successo diretti al pubblico di ogni età.
Era una oratrice straordinaria. Un po’ vecchia scuola, non amava le presentazioni, le animazioni, i video. Non aveva bisogno di stupire il pubblico con effetti speciali come siamo costretti a fare noi, conferenzieri tecnologicamente avanzati, ma con molto meno carisma. Per affascinare le platee a lei bastava la voce. L’ho sempre ammirata per la sua capacità quasi prodigiosa di parlare per un tempo a piacere su un qualsiasi argomento, senza neanche uno straccio di foglietto davanti agli occhi. E quello che diceva non era né facile, né banale. Ma il pubblico la adorava e affollava all’inverosimile le sue conferenze sicuro che avrebbe sentito una voce fuori dal coro. Laica convinta aveva rispetto per i credenti, ma detestava le commistioni scienza-fede. Ognuno stesse nel suo territorio, senza pretendere di dettare legge a quelli che la pensavano in modo diverso. Ma Margherita dava il meglio di sé quando le chiedevano la sua posizione sulla astrologia oppure sui fenomeni paranormali. Allora era un fiume in piena, assolutamente inarrestabile. Lo stesso trattamento era riservato agli esponenti politici, di qualunque schieramento, che si azzardassero a non riconoscere il valore della scuola e della ricerca fondamentale, proponendo di tagliare i già magri finanziamenti. Margherita non si faceva certo pregare per dire la sua, con parole spesso dure che pesavano come pietre. Se c’era bisogno di un intervento autorevole, bastava mandarle una mail, sicuri che lei avrebbe letto e agito.
Per festeggiare i suoi 80 anni aveva “finito” la Storia dell’Astronomia scritta da Giacomo Leopardi nel 1813. Con naturalezza, Margherita aveva ripreso le fila del discorso da dove Leopardi, all’epoca quindicenne ma già dottissimo, l’aveva lasciato. Entrambi hanno utilizzato il meglio che la scienza a loro contemporanea aveva da offrire: Giacomo si era basato sulla biblioteca del padre a Recanati mentre Margherita ha attinto alla sua profonda conoscenza dello sviluppo dell’astronomia negli ultimi due secoli, cioè praticamente tutto quello che oggi sappiamo.
Margherita amava le sfide: a 90 anni si era data al teatro con lo spettacolo “L’anima della terra (vista dalle stelle)” dove i suoi testi si alternavano a canzoni su emigrazione, immigrazione, globalizzazione, lavoro, corruzione, tutti soggetti sui quali aveva qualcosa da dire, a dimostrare che la scienza non è chiusa nella sua torre d’avorio ma vive nel mondo e ne condivide i problemi.
La lunghissima permanenza, e l’amore, per Trieste non avevano intaccato l’accento e lo spirito toscano che non mancava mai di farsi sentire ogni volta che veniva richiesta della sua opinione. Si poteva essere certi che si sarebbe sentita una voce fuori dal coro.
In occasione del quinto anniversario della scomparsa, Trieste, la sua città d’adozione, le dedica una bellissima sequenza di iniziative.
Ricordando Margherita inizierà lunedì 11 giugno. La data non è scelta a caso perché Margherita era nata il 12 giugno di 96 anni fa ed è certamente appropriato che la mostra fotografica in suo onore venga inaugurata in occasione del suo compleanno.
Poi ci saranno conferenze, per grandi e piccoli, visite all’osservatorio di Basovizza, lo spettacolo teatrale 8558 Margherita. La manifestazione sarà chiusa il 30 Giugno dal balletto Kannon Dance Sotto una cupola di stelle – Omaggio a Margherita Hack. Un bellissimo programma che si può trovare a questo indirizzo.