L'andamento dei prezzi delle sigarette e della differenza fra la mediana dei prezzi e il prezzo minimo dallo studio di Fillipidis pubblicato da JAMA pediatrics.
Il governo francese si appresta ad alzare il prezzo dei pacchetti di sigarette, che con cinque incrementi progressivi da quest’anno al 2020 dovrebbero portare il costo a 10 euro. Un prezzo proibitivo, che potrebbe indurre molti a smettere una volta per tutte.
Che il prezzo del pacchetto abbia un effetto sulla salute lo mostra uno studio pubblicato su JAMA pediatrics 1, coordinato da Fillippos Filippidis dell’Imperial College di Londra, secondo il quale aumentare il prezzo delle sigarette e ridurre la differenza di prezzo fra sigarette costose ed economiche riduce la mortalità infantile.
I ricercatori londinesi hanno incrociato i dati di mortalità infantile 2 in 23 paesi dell'Unione europea nel periodo 2004-2014 con i prezzi delle sigarette. Per ogni paese è stato calcolato il prezzo mediano 3 del pacchetto di sigarette, nonché la differenza fra il prezzo del pacchetto più economico e il prezzo mediano.
Questo per una ragione: negli ultimi vent’anni in tutti i paesi, anche se in misura diversa, sono aumentate le tasse sulle sigarette. Tuttavia le multinazionali del tabacco hanno reagito caricando più tasse sui pacchetti di lusso e lasciando relativamente liberi da tasse i pacchetti più economici, cercando in questo modo di mantenere inalterato il consumo. Con le nuove imposizioni dell'Unione europea questo giochetto è diventato sempre più difficile, tanto è vero che nei dieci anni considerati dallo studio la differenza fra i pacchetti economici e costosi si è ridotto, ma certo non eliminato.
Lo studio ha calcolato che dal 2004 al 2014 l’aumento di prezzo mediano delle sigarette nei 23 paesi ha evitato 9.208 morti infantili, ma si sarebbero potute evitare altre 3.195 morti se non ci fossero state sigarette a buon mercato.
Per evitare possibili confondimenti le stime hanno tenuto conto di altri aspetti che avrebbero potuto influire sulla mortalità infantile: dalle leggi nazionali antifumo al livello educativo delle madri, all’età del parto, al prodotto interno lordo procapite. Non si sono considerati invece il consumo di sigarette da parte delle madri e il fumo passivo, perché è noto che questi diminuiscono con la crescita del prezzo delle sigarette.
Spigolando fra le statistiche è interessante osservare la notevole differenza di prezzo delle sigarette fra paesi (vedi figura in alto). In particolare, la Gran Bretagna e l’Irlanda hanno i prezzi più alti, mentre i prezzi più bassi si riscontrano nei paesi entrati più di recente nell'Unione europea. L’Italia si trova nel mezzo, ma con una differenza di prezzo molto ridotta fra sigarette care ed economiche.
Lo studio conferma quindi l’importanza di una forte tassazione che possibilmente colpisca tutti i prodotti da fumo per il 70% del prezzo di vendita, come prescrive l’Organizzazione mondiale della sanità 4. Si dovrebbe anche trovare il modo per annullare la categoria delle “budget cigarette”, come si sta facendo in Gran Bretagna con un regime fiscale ad hoc, in modo da impedire il passaggio dei fumatori alle sigarette più economiche. La ricerca sembra inoltre suggerire che lo strumento della tassazione è molto più efficace in termini di salute pubblica di tutte le altre misure anti fumo messe in opera in questi anni in Europa.
1 Filippos T. Filippidis, PhD; Anthony A. Laverty, PhD; Thomas Hone, PhD; et al. Association of Cigarette Price Differentials With Infant Mortality in 23 European Union Countries. JAMA pediatrics.
2 Mortalità infantile entro un anno di vita.
3 La mediana è quel valore rispetto al quale il 50% delle misure sono al di sopra e il 50% al di sotto. La media è invece la somma di tutte le misure diviso per il numero delle misure.
4 Si veda il sito dell'OMS dedicato al Tobacco control. Per informazioni pratiche e scientifiche sul fumo si consulti anche il sito della campagna Healthy Lungs for Life della European Lung Foundation.