fbpx Il rilancio sulle embrionali | Scienza in rete

Il rilancio sulle embrionali

Primary tabs

Tempo di lettura: 4 mins

Le cellule embrionali staminali umane (hES, human ebryonic stem cells) derivano da una regione chiamata "massa cellulare interna" di embrioni di 4 o 5 giorni (ottenuti in seguito alla fecondazione in vitro di oociti con spermatozoi nelle cliniche di procreazione medicalmente assisita e donati dai pazienti per scopi di ricerca) che sono costituiti da uno strato cellulare esterno (il trofoblasto), una cavita' interna (il blastocele) e un piccolo gruppo di cellule, appunto la massa cellulare interna dalla quale derivera' l'embrione vero e proprio. Le cellule embrionali staminali (ES), in opportune condizioni di coltura, possono moltiplicarsi indefinitamente ed essere condizionate a differenziarsi in tutti i tipi cellulari (per esempio: muscolari, cardiache, nervose, del fegato, eccetera) presenti nei vari tessuti ed organi di un organismo adulto (http://stemcells.nih.gov/index.asp).

Le ricerche sulle cellule ES e la loro potenzialita' differenziativa sono condotte da almeno vent'anni. Basta una semplice ricerca nel database PubMed della U.S. National Library of Medicine e dei National Institutes of Health (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/sites/entrez?db=pubmed) con le  parole chiave "embryonic stem cells" per scaricare 18.533 articoli scientifici che hanno come principale oggetto di ricerca queste cellule. Tuttavia, e' solo a partire dal 1998 quando J. Thomson dell'Universita' del Wisconsin, USA, per primo ha ottenuto le cellule staminali da embrioni umani (http://www.sciencemag.org/cgi/content/full/282/5391/1145) che queste sono finite sotto i riflettori dei media sia per la speranza che la ricerca sulle hES portasse alla cura di malattie quali il Parkinson, il diabete, i traumi spinali o la distrofia muscolare di Duchenne solo per citarne alcune, sia per i problemi etici che la loro derivazione solleva.

E cosi', per motivazioni di tipo etico, Paesi come Italia, Austria e Irlanda  proibiscono con leggi ad hoc la derivazione delle cellule hES, permettendo pero' di fare ricerca se le cellule sono acquistate da produttori esteri. Negli Stati Uniti, il nuovo presidente Barak Obama, ribandendo con estrema convinzione l'indispensabilita' della ricerca per lo sviluppo del Paese, ha dichiarato che "la ricerca sulle cellule embrionali staminali e' parte dello sforzo compassionevole per ridurre la sofferenza umana". A queste parole ha fatto seguire il ritiro del divieto di finanziamento con denaro pubblico della ricerca con hES che non fossero derivate prima del 2001, imposto dalla precedente amministrazione, e la promessa di abbondanti fonti di finanziamento affiche' gli scienziati siano al riparo da influenze politiche e possano svolgere il loro lavoro "liberi da manipolazioni o coercizioni". Cosi' come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l'Australia, la Corea del Sud, la Spagna e Singapore seguiti da Brasile, Cina e India - solo per citare qualche esempio - stanno investendo grandi capitali chiamando ricercatori di fama internazionale per potenziare la ricerca sulle cellule hES. Le motivazioni per questo tipo di scelte sono fortissime e riguardano la possibilita' di stabilire in laboratorio modelli cellulari per lo studio dello sviluppo di malattie o utilizzare le cellule hES per screening di nuovi farmaci o per terapie personalizzate. Va ricordato che e' anche grazie alle ricerche sulle cellule ES che sono state poste le basi conoscitive per la produzione delle iPS (induced pluripotent stem cells) da parte del gruppo di Shinia Yamanaka, il quale e' riuscito a riprogrammare cellule terminalmente differenziate sia di topo che di uomo facendo a queste acquisire le caratteristiche delle cellule ES.

Oggi, entusiasmanti prospettive si aprono grazie a tutti quegli studi tesi a comprendere la staminalità come fenomeno biologico universale, legato ad un sistema di circuiterie molecolari la cui conoscenza permetterà di capire e quindi controllare il correlato fenomeno (quanto mai simile) della crescita cellulare tumorale: un recente numero di Nature, pubblicato in agosto, riporta ben cinque articoli dedicati alla conoscenza più avanzata a questo riguardo con l'evidenza che la proteina p53 (essenziale alla soppressione della crescita tumorale) gioca un ruolo cruciale nel modulare la staminalità. A questo va aggiunta la potenzialita' di sviluppare terapie cellulari. Ad oggi, l'unica sperimentazione sull'uomo che prevede l'uso di progenitori di oligodendrociti derivati da cellule hES, per trattare dieci pazienti sofferenti di trauma spinale, da parte della Geron Corporation, e' stata autorizzata dalla Food and Drug Administration (USA) il 23 gennaio scorso.

E L'Italia? Il bando emanato quest'anno dal Ministero della Salute per il finanziamento di progetti in materia di cellule staminali esplicitamente vieta la presentazione di ricerche che prevedano l'utilizzo di cellule hES. Una notizia che si commenta da sola.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Di latticini, biotecnologie e latte sintetico

La produzione di formaggio è tradizionalmente legata all’allevamento bovino, ma l’uso di batteri geneticamente modificati per produrre caglio ha ridotto in modo significativo la necessità di sacrificare vitelli. Le mucche, però, devono comunque essere ingravidate per la produzione di latte, con conseguente nascita dei vitelli: come si può ovviare? Una risposta è il latte "sintetico" (non propriamente coltivato), che, al di là dei vantaggi etici, ha anche un minor costo ambientale.

Per fare il formaggio ci vuole il latte (e il caglio). Per fare sia il latte che il caglio servono le vacche (e i vitelli). Cioè ci vuole una vitella di razza lattifera, allevata fino a raggiungere l’età riproduttiva, inseminata artificialmente appena possibile con il seme di un toro selezionato e successivamente “forzata”, cioè con periodi brevissimi tra una gravidanza e la successiva e tra una lattazione e l’altra, in modo da produrre più latte possibile per il maggior tempo possibile nell’arco dell’anno.