Gennaio è davvero un mese propizio per
chi si occupa di planetologia. Lo scorso anno, proprio in questo
stesso periodo, veniva reso noto uno studio che suggeriva – e già
sembrava un azzardo – che, mediamente, intorno a una stella su due
della nostra Via Lattea orbitasse almeno un pianeta.
Se pensiamo che
le stime correnti relative alla Galassia indicano una popolazione di
circa 200 miliardi di stelle, quella valutazione buttava sul tappeto
qualcosa come cento miliardi di pianeti. D'accordo, lo studio nasceva
da valutazioni statistiche e qualcuno dinanzi a tali argomentazioni
storce un po' il naso, ma il numero resta comunque incredibile. Se
poi pensiamo che fino all'inizio degli anni '90 gli unici pianeti che
conoscevamo erano quelli della famiglia del Sole mentre adesso il
numero complessivo di quelli accertati è di 725 raggruppati in 591
sistemi planetari (eccone un esauriente catalogo interattivo), il
quadro assume toni davvero da fantascienza.
Proprio nei giorni scorsi, però, è stato pubblicato su Nature un altro studio statistico che fa lievitare ancora di più il numero dei possibili pianeti in circolazione. Lo studio, coordinato da Arnaud Cassan dell'Institut d'Astrophysique de Paris, analizza i risultati della ricerca di pianeti extrasolari attraverso la tecnica del microlensing e giunge alla conclusione che nella Via Lattea, mediamente, intorno a ogni stella orbita almeno un pianeta. Il che non significa affatto che tutte le stelle possiedano un sistema planetario, ma suggerisce comunque che il numero dei pianeti della Via Lattea proposto dalla stima dello scorso anno deve come minimo essere raddoppiato se non addirittura triplicato.
Il microlensing è una tecnica che sfrutta la deviazione dei raggi luminosi di una stella lontana provocata dal loro passaggio in prossimità di un corpo celeste. In pratica, se un corpo celeste, per esempio una stella, risulta perfettamente allineato con l'osservatore e la stella lontana, si comporta esattamente come una lente e amplifica temporaneamente il segnale luminoso della stella di fondo. L'accurata analisi di questo picco di luminosità permette di scoprire se l'oggetto che si è comportato da lente sia una singola stella oppure intorno ad essa orbiti un pianeta.
Da qualche anno si stanno conducendo vari progetti osservativi che prevedono campagne di costante sorveglianza di milioni di stelle (MOA e OGLE) e un accurato controllo dei potenziali eventi di microlensing (PLANET e MicroFUN), un paziente lavoro che ha portato all'identificazione e alla conferma di una decina di pianeti extrasolari (per la precisione, sono 13). Il team di Cassan ha dunque analizzato il peso statistico di tali scoperte mettendole in relazione con la probabilità – davvero molto bassa – che si possa assistere dal nostro pianeta a un evento di microlensing. Benché ai profani i numeri in gioco appaiano quasi insignificanti, la conclusione alla quale giungono i ricercatori è che le stelle che ospitano sistemi planetari sarebbero ben più diffuse di quanto si possa pensare. Quella manciata di pianeti scoperti con la tecnica del microlensing, insomma, testimonierebbe che nella Via Lattea le stelle dotate di un sistema planetario sarebbero la norma e non certo l'eccezione.
I numeri proposti dallo studio sono
incredibilmente chiari: tenendo conto delle possibili dimensioni dei
corpi planetari (tra 5 masse terrestri e 10 masse gioviane) e delle
distanze dalla loro stella (tra 0,5 e 10 Unità Astronomiche) che le
attuali ricerche sono in grado di rilevare, Cassan e collaboratori
concludono che, in media, intorno a ogni stella della Galassia
orbitano 1,6 pianeti. Detta in altro modo, nella Via Lattea i pianeti
che orbitano intorno alle stelle sarebbero almeno una volta e mezza
più numerosi delle stelle stesse. Il che, tenendo buona la
valutazione del numero di astri del nostro sistema stellare proposta
all'inizio, ci porta allo sconvolgente numero di almeno 300 miliardi
di oggetti planetari.
Difficile non cedere, anche solo per un
momento, a un comprensibile senso di vertigine...