
Una truffa che agisce attraverso Facebook utilizza video contraffatti di Silvio Garattini e Giuseppe Remuzzi per pubblicizzare fantomatici rimedi contro l’artrite.
«Il famoso medico Silvio Garattini ha definito idioti tutti coloro che curano le articolazioni con le pillole», il presentatore nello studio televisivo annuncia così una rivoluzionaria scoperta nel trattamento dell’artrite e passa la linea a Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, collegato da quello che sembra l’atrio di una sala per congressi. «Sì, ho dato dell’idiota a chi usa ancora delle pillole per curare i dolori articolari nel 2025. Pensi di essere immortale? Non siate ingenui! Se davvero volete liberarvi dei dolori articolari, ascoltate attentamente. Le persone che soffrono di dolori articolari potrebbero non credermi, ma vi insegnerò un metodo. Se non vi piace, è una vostra scelta. Dopo tutto, siete voi a soffrire di dolori articolari, non io». Certo, la costruzione del discorso è un po’ bizzarra e alcune affermazioni non sembrano in linea con il personaggio, ma è innegabile, osservando la bocca del professore, che quelle sono proprio le parole che sta pronunciando.
In sostanza, la notizia è che Silvio Garattini ha messo a punto un trattamento in grado di rinnovare il liquido sinoviale delle articolazioni, eliminare completamente il dolore e la rigidità. Il nuovo prodotto sta battendo i record di vendita e già 100 mila clienti si sono dichiarati soddisfatti. Il video circola su Facebook, condiviso e rilanciato da diversi profili, per lo più di persone anziane, evidentemente affette da artrite. «Se state guardando la registrazione della trasmissione su Facebook, cliccate sul pulsante per saperne di più». Anche questa frase suona un po’ strana da pronunciare nel corso di un’intervista televisiva. Ma, tant’è, non c’è altro da fare che premere il pulsante per saperne di più.
Il link del pulsante rimanda a una pagina in rumeno dal titolo “Ricetta del cocktail purificante per il corpo miracoloso”. C’è una foto di tuorli d’uovo in un frullatore e un testo che pubblicizza la ricetta di un preparato che purifica dalle tossine, venduta da una certa Michelle al prezzo di 149 RON, l’equivalente in valuta rumena di una trentina di euro. Per ricevere la ricetta, bisogna lasciare nome, cognome e indirizzo di posta elettronica e si verrà ricontattati. L’effetto straniante è completo: che cosa c’entra una ricetta con le uova con l’artrite e con Silvio Garattini?
«Non ho mai pronunciato quelle frasi e non pubblicizzo farmaci o rimedi», commenta il medico in persona. «Si tratta di una truffa, che danneggia me e ha danneggiato tante persone, cadute nella rete di questi approfittatori. Nonostante il ricorso agli avvocati e altre azioni che abbiamo intrapreso, non riusciamo a bloccarli. I video che vengono diffusi sono ottenuti modificando filmati di mie vecchie interviste. Ricevo tante email di utenti di Facebook che mi chiedono spiegazioni o raccontano di essere stati ingannati. Mi dispiace tanto per loro. Quello che si può fare è diffondere la conoscenza della truffa per mettere in guardia il pubblico. Ci stiamo impegnando in tal senso».
Una trappola ben mirata
La truffa delle interviste manipolate, che approfitta dell’immagine di Silvio Garattini e di altre figure note nel campo della salute, tra cui Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, miete vittime ormai da mesi. «Abbiamo ovviamente sporto denuncia alla Polizia Postale», spiega Daniela Abbatantuono, responsabile della comunicazione dell’Istituto Mario Negri, «e aggiorniamo periodicamente la documentazione, quando entriamo in possesso di nuovi video. È un’attività che procede a ondate: ogni tanto vengono pubblicati nuovi post sponsorizzati, che sono mirati in modo specifico ai profili degli utenti over 60, quelli che presumibilmente soffrono di dolori articolari e sono più ricettivi sull’argomento. Ci arrivano numerose email da parte degli utenti: segnalazioni e richieste di chiarimenti e racconti di esperienze personali. Ci sono periodi in cui ne riceviamo diverse decine al giorno, poi diminuiscono temporaneamente, quindi aumentano di nuovo». Nel 2024, il link che compariva nei post rimandava a una pagina web dedicata a un prodotto a base di erbe, Hondro Sol, in forma di gel o di spray da applicare sulla pelle in corrispondenza delle articolazioni, che vanta proprietà terapeutiche contro l’infiammazione articolare ma non è registrato come farmaco. La società che lo produce ha sede alle Seychelles. Per ordinarlo bisognava lasciare nome, cognome e recapito telefonico e si veniva ricontattati per telefono da una persona. «Il prodotto ordinato arrivava per posta e si pagava in contrassegno», racconta Abbatantuono. «A chi ci scriveva dicendo di averlo ordinato, abbiamo raccomandato di non pagare e rifiutare la consegna.»
Nell’ultimo aggiornamento della truffa, attivo in questi giorni, il link rimanda invece alla misteriosa ricetta del cocktail purificante. Il meccanismo di acquisto è lo stesso. «Abbiamo girato anche noi dei video in cui il professor Garattini avverte dell’inganno», prosegue la responsabile della comunicazione. «Li abbiamo postati su Facebook, sperando così di raggiungere più facilmente la porzione di pubblico che può essere entrata in contatto con i falsi video».
Organizzazioni criminali impunite
Oggi grazie alle risorse dell’intelligenza artificiale è possibile realizzare dei deep fake, cioè delle immagini, degli audio o dei video contraffatti estremamente verosimili. È quel che hanno fatto gli autori di questi post, manipolando filmati già esistenti così che i movimenti delle labbra di chi parla si accordino alla traccia audio falsa inserita al posto di quella originale.
«È un lavoro svolto da organizzazioni criminali che operano all’estero, in Paesi extra Unione Europea. Realizzano questi prodotti utilizzando strumenti commerciali e, per quelli più sofisticati, sistemi di intelligenza artificiale. Poi li vendono a chi organizza truffe, per adescare le vittime», spiega Alessandro Orlowski, esperto di cyber crime e cyber intelligence, fondatore e amministratore delegato di Wateronmars, azienda specializzata nell’analisi di dati. «Non è impossibile localizzarli, tracciare le carte di credito che usano per promuovere i post sui social media e gli indirizzi da cui si collegano alla rete, ma agire legalmente contro di loro è complesso, perché richiede delle rogatorie internazionali. Da parte dei social media, poi, c’è scarsa collaborazione. Si può ottenere la rimozione di specifici post presentando una richiesta motivata, ma ne compaiono subito altri. Potrebbero implementare degli algoritmi in grado di bloccarli, ma evidentemente non hanno interesse a farlo.»
Nel migliore dei casi, le truffe orchestrate in questo modo si limitano a danneggiare economicamente le vittime che cadono nella loro rete. Nel peggiore dei casi, possono mettere a repentaglio la loro salute, quando spacciano prodotti inefficaci, che distolgono dai trattamenti funzionanti, oppure quando pubblicizzano rimedi tossici. È il caso della “mineral miracle solution”, una soluzione di clorito di sodio, tossica, spacciata come rimedio contro l’AIDS, la tubercolosi, la malaria, l’herpes e l’autismo. Su Facebook stanno circolando post che raccomandano di somministrarla nel biberon ai bambini per “disintossicarli dai vaccini”.