fbpx Il vaccino contro Covid-19 è autorizzato. E gli altri farmaci? | Scienza in rete

Tutte le malattie meritano la stessa urgenza di Covid-19

Primary tabs

Tempo di lettura: 3 mins

Il "Vaccine Day" europeo è stato indubbiamente un grande tributo alla capacità della ricerca che in meno di un anno ha concretizzato vaccini efficaci contro Covid-19. E se non possiamo ancora dire che il virus sia vinto, possiamo sicuramente dire che è stata la vittoria della snellezza delle procedure e della rapidità nell’azione. In pochissimi mesi, oltre ad aver portato avanti la sperimentazione clinica, la Food and Drug Administration (FDA) prima e a ruota la European Medicines Agency (EMA) e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) hanno approvato il primo vaccino.

Benissimo, indubbiamente. Poi il pensiero corre agli anni passati, in cui la ricerca scientifica, sia accademica sia farmaceutica, ha raggiunto risultati altrettanto notevoli, trovando soluzioni a malattie sguarnite di cure. Dietro questi sforzi, moltissime persone vivono nell'attesa di una cura per i propri cari. Cosa possiamo dire a tutti loro che aspettano da anni e che hanno visto e testimoniato che è possibile arrivare a una speranza concreta nel giro di pochi mesi?

Kaftrio è il nome europeo di un nuovo farmaco efficace per una fetta importante dei malati di fibrosi cistica in Italia e nel mondo. Si tratta di malati che soffrono, tra le altre cose, proprio di complicatissimi e pericolosi sintomi respiratori che ci rimandano all'emergenza covid-19; tra di loro molte persone adulte ma con una qualità e aspettativa di vita decisamente compromesse. Il farmaco Kaftrio è stato approvato da FDA nel mese di novembre del 2019, con il nome di Trikafta. È approdato quindi all'EMA, che ha impiegato oltre sei mesi per confermarne l’approvazione in Europa, approvazione arrivata a fine agosto 2020 e per una categoria più ristretta di malati rispetto a quelli che possono assumere Kaftrio (Trikafta) in USA. E poi, secondo i tempi tecnici, l’approvazione è stata recepita da AIFA qualche settimana fa, senza ancora un accordo di rimborsabilità da parte del Sistema Sanitario Nazionale con la ditta produttrice.

Si dirà: il mondo intero aspetta la soluzione per Covid-19 e solamente 100.000 pazienti nel mondo aspettano una soluzione per la fibrosi cistica. Tuttavia, sappiamo tutti che questo calcolo non è corretto, per moltissime ragioni. Ragioni aridamente matematiche, perché per 100.000 malati ci sono almeno - almeno - 200.000 familiari che soffrono immensamente e hanno una qualità di vita ugualmente compromessa. Ancora per ragioni matematiche, perché i portatori sani di fibrosi cistica, in un Paese come l’Italia, sono 1 su 25 persone. Per i costi sociali, di cui spesso si parla. Ma si tratta di calcoli senza senso, perché la vera ragione è che non dovrebbero esistere differenze di approccio alle diverse malattie, per quanto diverso sia il numero di chi le patisce, per una semplice ragione di giustizia.

Covid-19 ha dato una prova di principio di come sia possibile abbattere i tempi burocratici delle sperimentazioni senza derogare a criteri di sicurezza. Ora sappiamo quindi che procedure più rapide sono possibili, e a questo punto, potremmo dire, sono doversose.

 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Ultrasuoni focalizzati a bassa intensità: un nuovo studio per la ricerca neurologica

Gli ultrasuoni focalizzati a bassa intensità (LIFU) sono una promettente tecnologia che potrebbe consentire di superare la barriera emato-encefalica e migliorare il trattamento di malattie neurologiche. Un nuovo lavoro indaga cosa avvenga nel cervello a seguito del trattamento, per analizzare la ripresa della barriera emato-encefalica dopo l’apertura indotta.

Le malattie neurologiche, come l'Alzheimer, il Parkinson e vari tumori cerebrali, sono tra le condizioni più invalidanti a livello globale. Nonostante i progressi della ricerca, i trattamenti efficaci restano ancora limitati: le ragioni sono varie e vanno dalla complessità del cervello alle difficoltà di una diagnosi precoce. Tra gli elementi che rendono difficile il trattamento delle malattie che interessano il cervello vi sono le difese naturali di quest’organo, in particolare la barriera emato-encefalica.