Undici anni di scritti per Scienza in rete, a firma Pietro Greco. Questo e-book raccoglie 240 dei suoi migliori articoli, dall'ambiente alla fisica, dalle biografie di scienziati al rapporto tra scienza e società, dall’epistemologia alla politica della ricerca. Greco è stato un giornalista scientifico che ha contribuito più di altri alla promozione del concetto di «società della conoscenza», cercando di accrescere l’interesse per la scienza in un'Italia non sempre attenta ai bisogni e all’importanza della ricerca.
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Pietro Greco ha scritto per Scienza in rete oltre 350 articoli, dall’anno della sua fondazione nel 2009. Dopo la sua scomparsa a dicembre 2020, su idea di Luca Carra ed Eva Benelli, abbiamo deciso di raccoglierne alcuni in un libro. Il lungo processo di selezione e confronto ha portato a circa 240 articoli. Pieni di dati, riflessioni, informazioni. Il libro, in formato elettronico, si può acquistare sulle principali piattaforme online (tra cui Ibs, Amazon e Mondadori) al costo di 9,99 €.
I temi toccati dagli articoli sono innumerevoli: per agevolarne la lettura li abbiamo suddivisi tra ambiente, fisica, ricerca scientifica, scienza e società, storia della scienza e biografie di grandi personaggi. Gli argomenti trattati sono trasversali non solo a tutta la scienza, ma anche al resto del sapere. Non a caso Pietro Greco è stato uno dei giornalisti scientifici che ha contribuito di più alla promozione del concetto di “società della conoscenza”. Con questa locuzione si constata che oggi più che mai siamo circondati da bisogno di informazione e, al contempo, che questo bisogno deve essere soddisfatto adeguatamente. Si pensi solo al cosiddetto “consenso informato”, spesso, per la verità, piuttosto poco informato.
La società occidentale si trova in un processo continuo di democratizzazione, per citare Bobbio, la cui piena realizzazione non può prescindere dalla partecipazione di cittadini e cittadine consapevoli, formati e dotati di pensiero critico. Trasformare i cittadini in sudditi è un pericolo in agguato che ha rischiato di manifestarsi varie volte, per esempio con alcune riforme scolastiche di passati governi (Pietro Greco ha parlato anche di questo). La conoscenza deve essere quindi alla base di ogni decisione sia pubblica che privata: questo non è da intendersi come un fastidioso obbligo morale, quanto come un indiscutibile vantaggio sociale. Scegliere di vaccinarsi, passare alle energie rinnovabili, risparmiare risorse naturali, votare chi ha l’agenda politica migliore, per esempio, hanno effetti benefici innanzitutto su chi decide di farle.
Ovviamente, all’interno di questa ampia necessità di immergersi nel sapere, emerge il ramo più specifico del rapporto tra scienza e politica. Pietro Greco è stato infatti tra i promotori dell’iniziativa Scienza in parlamento che prevedeva l’istituzione di un ufficio permanente di consulenza scientifica parlamentare, come il POST in Regno Unito, per alzare il livello del dibattito politico a una posizione in cui le evidenze non sono in discussione. La nostra Costituzione lo dà quasi per scontato: è indispensabile che l’esercizio tanto del voto quanto del governo della cosa pubblica (in senso lato) siano basati sulla conoscenza.
Vogliamo qui ricordare un’importantissima ulteriore eredità del giornalista ischitano. La formazione dei nuovi “comunicatori” della scienza. Che non sono solo semplici “divulgatori” (questo lo diceva molto spesso a lezione), ma attori a tutto tondo che hanno il compito di guidare la società proprio verso quegli obiettivi di conoscenza. Non ha molto senso chiedere di finanziare la ricerca scientifica (l’Italia ancora fa fatica a capirlo, ma dare soldi alla scienza fa crescere il PIL), se poi non si investe anche su chi la scienza la deve diffondere. Con questo spirito sono nati vari Master in comunicazione della scienza (e formule simili) in Italia, a partire dal primo alla SISSA di Trieste fondato proprio da Pietro Greco, come altri. Crediamo che sia importante rilanciare il ruolo centrale che questi corsi hanno. Fornire conoscenze e competenze solide per diffondere cultura scientifica - cosa molto diversa dal giornalismo di cronaca generalista - è infatti vitale. Servirebbe, forse, fare rete maggiormente tra queste figure, fornire loro un riconoscimento maggiore (si pensi ai titoli di studio richiesti dai bandi) e pubblicizzare di più l’esistenza dei Master stessi.
Questa è l’eredita principale di Pietro Greco, che non ha ovviamente lasciato solo a Scienza in rete, ma anche a Zadig stessa, Tempo Medico, Radio3Scienza, Scienza Esperienza, Il Bo Live, solo per citarne alcune, e in più di quaranta libri, come uno degli ultimi, Homo, quasi a testamento morale.
Quest’anno Zadig compie trent’anni. Come scriviamo nel libro, avremmo voluto volentieri festeggiarli insieme a Pietro Greco e a tanti altri amici, tra tutti Romeo Bassoli, con cui aveva condiviso la sua esperienza all’Unità. Come per tante altre realtà ed esperienze, Pietro è stato per noi un compagno di strada generoso. Ci piace l’idea di offrire a tutti i risultati di questa generosità di pensiero e di fatti.