fbpx Il CERN conferma: la particella è il bosone di Higgs | Scienza in rete

Il CERN conferma: la particella è il bosone di Higgs

Primary tabs

Read time: 2 mins

Le collaborazioni ATLAS e CMS hanno presentato alla conferenza Moriond in corso questa settimana a La Thuile, in Val d’Aosta, i risultati del proseguimento dell’analisi dei dati presi a LHC prima del suo temporaneo spegnimento. Questa analisi ha rafforzato gli indizi che la "particella del 4 luglio" sia proprio il bosone di Higgs del Modello Standard delle particelle e, inoltre, ha messo in luce qualche ulteriore caratteristica della particella che la rende sempre più vicina a ciò che ci aspettiamo per il bosone di Higgs standard. Tra le cose nuove rispetto ai risultati dell’estate scorsa vi è l’individuazione (anche se ancora con meno di tre deviazioni standard di evidenza) di un altro canale di decadimento del bosone di Higgs in un leptone tau e in anti-tau.

Un’altra caratteristica rilevante si riferisce a una proprietà cruciale per caratterizzare una particella elementare: si tratta dello spin della particella. Lo scorso 4 luglio era stato detto che la particella trovata poteva avere spin 0 oppure spin 2. Oggi sappiamo che, con grande probabilità, tale spin vale zero. Questo è rilevante, non solo perché conferma che il bosone trovato possiede una caratteristica importante del bosone di Higgs del Modello Standard, cioè che ha spin zero, ma potrebbe essere anche di grande rilevanza per un possibile ruolo giocato dal bosone di Higgs nelle primissime fasi dell'evoluzione dell'universo, cioè subito dopo il Big Bang iniziale. Abbiamo molte indicazioni che frazioni di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang l'Universo ha avuto una fase di espansione fortemente accelerata, quella che è chiamata la fase di inflazione primordiale. L'inflazione è l'elemento-chiave per capire l'attuale dimensione spaziale dell'universo e la sua "longevità", cioè il fatto che l'Universo abbia quasi 14 miliardi di anni. Ebbene, l'inflazione è stata probabilmente originata dalla dinamica di un bosone a spin zero chiamato "inflatone". Alcune recenti teorie mostrano che il bosone di Higgs del Modello Standard potrebbe aver giocato il ruolo dell'inflatone divenendo quindi il "motore" cruciale nelle prime, decisive fasi di sviluppo del nostro Universo. Perché questo accada bisogna però opportunamente modificare la funzione che descrive le interazioni del bosone di Higgs con se stesso, il cosiddetto potenziale di Higgs.
Il fatto che il bosone trovato a LHC abbia spin zero pone quindi questa particella nel ruolo di particella candidata ad essere stata l'inflatone.

Giovedì 14 marzo si terrà, presso l'Auditorium di Roma, un incontro con i protagonisti della scoperta della particella di Dio, e la presentazione dell'ultimo libro di Luciano Maiani, "Alla caccia del bosone di Higgs". Qui maggiori informazioni sull'evento.

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Ci stiamo finalmente avvicinando a un vaccino contro HIV?

vaccino HIV

Dalla metà degli anni '80, quando fu scoperto l'HIV e si dimostrò il nesso causale con l'AIDS, la ricerca per sviluppare un vaccino non si è mai arrestata. Ma nonostante l’impegno della comunità scientifica e una quantità ingente di ininterrotti finanziamenti, vi sono stati solo fallimenti (con un’unica, parziale eccezione): ora, però, la scoperta che una frazione di individui infettati produce anticorpi neutralizzanti ad ampio spettro ha portato allo sviluppo di nuovi vaccini sperimentali, attualmente in fase di sperimentazione clinica, con strategie innovative come il Germline Targeting.

Crediti immagine: Immagine di freepik

Nel suo libro autobiografico appena uscito, On call. A doctor’s journey in public health, Anthony S. Fauci, per 38 anni a capo del National Institute for Allergy and Infectious Diseases di Bethesda, USA, si dichiara scettico sulla possibilità di scoprire un vaccino per prevenire l’infezione dell'HIV, causa della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), letale al 95% in assenza di terapia. Tuttavia, la necessità di un vaccino anti-HIV, soprattutto nei paesi più poveri con scarso accesso alla terapia antiretrovirale di combinazione (cART), rimane intatta.