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Comunicazione della scienza è democrazia

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Ha preso ieri il via, a Firenze, la dodicesima conferenza internazionale del PCST (Public Communication of Science and Technology). Il PCST è un network di persone provenienti da tutto il mondo, il cui scopo è lo studio e la promozione di nuove dinamiche di comunicazione della scienza.

“Science communication matters because democracy matters” - con queste paroleToss Gascoigne, presidente del comitato scientifico del PCSTA, ha sottolineato l’importanza della comunicazione scientifica nella sua introduzione al convegno. Parlare di scienza significa contribuire al rafforzamento della democrazia, poiché solo politici e cittadini informati possono prendere decisioni consapevoli, soprattutto riguardo a temi complessi come quelli sollevati dal progresso scientifico e tecnologico. Date queste premesse e dato il contesto geografico, più che mai calzante è stato quindi il richiamo a Galileo Galilei fatto da Filippo Mannucci, direttore dell’Osservatorio di Arcetri, il quale ha ricordato come il celebre scienziato avesse pubblicato i suoi lavori in vernacolo, ampliando così il bacino di potenziali lettori.

La prima delle opening lectures è stata tenuta da una colonna portante della divulgazione italiana come Piero Angela, che ha subito posto l’accento sull’importanza della comunicazione scientifica in una società dominata da scienza e tecnologia ma povera di cultura scientifica – soprattutto in Italia. Parlare di scienza non è semplice, ha ricordato Angela, perché non basta essere comprensibili, ma è anche necessario saper catturare l’attenzione, stimolando le emozioni altrui. Questo perché le emozioni a loro volta contribuiscono in maniera determinante a migliorare la capacità del nostro cervello di assorbire e, soprattutto, memorizzare informazioni.

E proprio delle reazioni del nostro cervello si è occupato il secondo oratore, Semir Zeki, professore di neuroestetica all’University College di Londra. La sua lecture è stata incentrata su ciò che accade nel nostro cervello quando sperimentiamo la bellezza. Zeki ha mostrato come bellezza visuale e bellezza uditiva attivino aree diverse del nostro cervello ma anche una piccola regione comune nella corteccia frontale, ricca di recettori dopaminergici. Regione attivata anche dal desiderio – ad esempio dall’immagine di una persona amata. Questi dati sperimentali hanno costituito lo spunto da cui Zeki è partito per parlare di riduzionismo, un approccio fondamentale in diversi campi scientifici e in particolar modo nelle neuroscienze, e di come sia difficile parlarne senza smarrirsi in dannose semplificazioni, che finiscono col darne un’immagine distorta. Compito dei divulgatori, secondo Zeki, è dunque di comunicare la complessità del mondo naturale con semplicità, una sfida sempre più fondamentale nella nostra società.

Il compito di chiudere l’opening ceremony è spettato a Giovanni Bignami, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, che ha iniziato il suo intervento raccontando una delle più popolari e curiose vicende di comunicazione scientifica nella storia, riguardante il grande equivoco generato da Percival Lowell, astronomo statunitense che fra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, ritenne di aver scoperto delle città su Marte e comunicò immediatamente la notizia al New York Times, che la pubblicò. Partendo da questo aneddoto, Bignami ha rimarcato l’importanza di una corretta presentazione dei risultati scientifici e ha poi parlato dei suoi progetti multimediali, incentrati su ciò che ancora ci resta da scoprire nei campi più disparati, dall’astronomia alla medicina. Un ottimo esempio di divulgazione che guarda al futuro sfruttando strumenti diversi, dalla poesia alla collaborazione con i documentaristi del National Geographic.

La varietà degli argomenti portati dai tre oratori ben rappresenta il programma denso ed eterogeneo di cui questa conferenza si avvale, e che nei prossimi tre giorni verrà affrontato e sviscerato da diversi punti diversi, mantenendo come linee guida le tre parole chiave che Massimiano Bucchi, professore di Scienza e Tecnologia nella Società all’Università di Trento e organizzatore del convegno, ha ricordato nella sua introduzione: qualità, onestà e bellezza. Tre parole che rappresentano la sfida per il futuro della comunicazione scientifica e, di riflesso, della nostra società, sempre più fondata sulla conoscenza.

PSCT 2012, Firenze 18-20 aprile - Sito Ufficiale


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