fbpx Democrazia liquida | Scienza in rete

Democrazia liquida

Primary tabs

Read time: 4 mins

Democrazia liquida non è nulla di sfuggente, tutt’altro. E’ qualcosa di molto trasparente. E’ una nuova forma di democrazia creata grazie alla rete, ai tools e social media a essa collegati. "Democrazia liquida" deriva dalla locuzione inglese Liquid Feedback, ossia il sistema attraverso il quale si esprime il proprio parere e il proprio voto grazie al web, all’interno di un movimento, come il Movimento a 5 Stelle o un’organizzazione politica, come il Parlamento di Berlino o persino in una ong come Slowfood . Liquid Feedback è un software opensource sviluppato nel 2009 dal Public Software Group a Berlino, sulla spinta delle esigenze organizzative del Partito dei Pirati. E recentemente lo hanno richiesto i candidati americani per monitorare le elezioni. Attraverso un codice di accesso e un id ogni iscritto alla piattaforma e quindi all’organizzazione di riferimento può intervenire nelle discussioni, formulare proposte, votare o delegare il proprio voto. Ogni discussione presenta una data di scadenza, entro la quale il programma conteggia il numero dei voti ricevuti e i riscontri e fa si che emerga una decisione grazie al processo di condivisione.

Il sistema permette l’utilizzo contemporaneo dei due sistemi di:

  •  democrazia pura: io scelgo ed esprimo il mio voto
  •  democrazia rappresentativa: delego il voto a chi di fiducia (Rappresentanti dei Membri).

Le deleghe si accumulano, ma possono anche essere ritirate se l'azione del delegato non è ritenuta efficace. È questo sistema a far sì che le discussioni si sviluppino in una forma che gli ideatori del progetto definiscono «democrazia liquida», punto d’incontro fra democrazia partecipativa e rappresentativa. 

Gli eletti del Land di Berlino lo usano in maniera vincolante. Il Movimento a 5 Stelle lo usa correntemente a Bergamo e lo ha usato nella riunione di Caltanisetta dello scorso 9 giugno, per votare e discutere i temi del programma e dei candidati a livello provinciale e regionale. Tra i delegati e i votanti esiste un canale comunicativo (interactive democracy) che serve a far recepire, a coloro che sono forniti di più voti di delega, i pareri dei votanti che gli hanno accordato tale fiducia come una sorta di linea guida su ciò che voteranno. La delega a un rappresentante è revocabile in qualsiasi momento.

Il sistema di democrazia rappresentativa creato da Liquid Feedback serve a delegare gli attivisti certificati di cui ci si fida a prendere decisioni su scelte che implicano un numero maggiore di persone, come per esempio la scelta di un candidato su scala regionale/nazionale, o la scelta di un programma rispetto ad un altro. Nella democrazia pura solitamente sono in pochi a decidere, mentre in questo modo sono davvero in molti a poterlo fare in una maniera trasparente e controllata. Con questo nuovo sistema è possibile prendere parte alla discussione delle decisioni. In esse non esistono moderatori, figure superiori che decidono, ma esiste un regolamento etico, per l’utilizzo del software, almeno per il Movimento a 5 Stelle.

Per arrivare a formulare la proposta o l’idea, l’utente attraversa tre passaggi:

  1. AREA TEMATICA: sono le grandi aree in cui sono suddivisi i temi di discussione;
  2. QUESTIONE: raccolta delle principali domande attorno all’argomento che si sceglie;
  3. INIZIATIVE: sono le proposte che si formulano in alternativa a quella iniziale oggetto di discussione. Sono messe ai voti, ricordando che il voto è pubblico e ogni individuo accreditato può proporre iniziative sia singolarmente, che in gruppo.

Anche il processo di voto ha tre step:

  1. Primo quorum: chiunque può avanzare una bozza di proposta, che viene vagliata dai membri. Se il feedback è positivo si passa allo step successivo, altrimenti ci si ferma qui;
  2. Discussione: la proposta con feedback positivo viene discussa dai membri. Chi è contrario si astiene dalla discussione e apre una propria proposta;
  3. Congelamento: la bozza diviene definitiva e diventa una vera e propria proposta;
  4. Votazione: si vota la proposta.

Liquid Feedback permette a un grande numero di rappresentanti di esprimere direttamente il proprio parere in merito a una proposta politica, cosa che in una normale democrazia rappresentativa farebbero solo i delegati o gli eletti. La base democratica, grazie alla rete, ai social media, come sono i blog liberi, si amplia. La rete normalmente disperde e divide, nelle discussioni. Liquid Feedback, con il sistema appunto della conferma, dovrebbe superare queste empasse, tipiche del web e che si hanno nella comunicazione orale oltre le quindici persone. Certamente è un sistema di democrazia che taglia fasce della popolazione completamente analfabete rispetto all’uso di un pc, una rete, uno smart phone e simili tools.

Cambierà dunque la politica? Il ruolo dei partiti? La forma di partecipazione politica all’interno dei partiti? Forse questo è un inizio e probabilmente non un fuoco di paglia, che si spegnerà. Ne è la prova il suo uso ufficiale in partiti e parlamenti e non solo nei movimenti.

di Valeria Cazzaniga 

Per approfondimenti:

Sven Becker, Liquid democracy, Web Platform Makes Professor Most Powerful PirateSpiegel on line 

Paolo Locatelli, Il movimento a 5 stelle alla prova della democrazia liquidaMovimento 5 Stelle Bergamo 



Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Una voce dall’interno dei Pronto Soccorso: ecco perché i medici oggi se ne vogliono andare

Ingresso di un Pronto Soccorso con la scritta EMERGENCY in rosso

Sovraffollamento, carenze di organico, personale oppresso dal lavoro che scappa dalla medicina di emergenza. Intervista a Daniele Coen, medico di Pronto Soccorso per quarant’anni, che nel suo ultimo saggio Corsia d’emergenza racconta e aiuta a capire i problemi connessi alla gestione di queste cruciali strutture sanitarie, strette tra i tagli ai posti letto ospedalieri e le carenze della medicina territoriale. Eppure capaci di ottenere risultati impensabili anche solo pochi anni fa. E offre qualche proposta (e sogno) su come si può migliorare la situazione.
Crediti immagine: Paul Brennan/Pixabay

Se c’è una struttura sanitaria per eccellenza che il cittadino vede soprattutto dall’esterno, da tutti i punti di vista, questa è il Pronto Soccorso: con regole di accesso severe e a volte imperscrutabili; che si frequenta (o piuttosto si spera di non frequentare) solo in caso di emergenza, desiderando uscirne al più presto; per non parlare di quando si è costretti ad aspettare fuori i propri cari, anche per lunghe ore o giorni, scrutando l’interno attraverso gli oblò di porte automatiche (se gli oblò ci sono), tentando (spesso invano) di intercettare qualche figura di sanitario che passa f