Dietro solo a Stati Uniti, Cina e Giappone per
fondi destinati in R&S, la Germania decide di rilanciare e di impegnare
circa 31,6 miliardi di dollari nei prossimi sei anni per sostenere programmi
speciali per la ricerca e l'istruzione superiore.
La Germania, che celebra il venticinquesimo
anniversario della caduta del muro di Berlino, è la nazione più popolosa
dell'Unione europea e l’economia più importante del Vecchio Continente. Con una
spesa in ricerca e sviluppo di circa 100 miliardi ogni anno. I finanziamenti
per programmi speciali sono rimasti costanti anche durante la crisi finanziaria
globale. Fra il 2005 ed il 2010, nonostante la recessione e il risanamento
dei conti pubblici, i finanziamenti destinati per gli istituti di ricerca statali
si sono ampliati annualmente del 4,7%.
Le promesse fatte durante l’ultima campagna
elettorale della cancelliera Angela Merkel sono diventate quindi realtà e
saranno approvate l’11 dicembre. Proprio la campagna elettorale del 2013 ha
segnato un punto di svolta.
Mentre tutti i partiti erano in contrasto su
economia, politica estera, welfare hanno concordato su un aspetto: ricerca e
sviluppo.
Nei loro programmi elettorali, i partiti rappresentati nel
parlamento attuale - tra cui i Verdi e il partito di sinistra - hanno assunto
una posizione decisamente pro-scienza.
Tutti, ad esempio, hanno sostenuto
l’importanza della ricerca energetica come una priorità per sostenere la
transizione pianificata della Germania, nota come Energiewende, di un
sistema non-nucleare, a un sistema a basse emissioni di carbonio attraverso
l’utilizzo delle energetiche rinnovabili.
La scelta di aumentare i
finanziamenti è dettata anche dal fatto che le università tedesche stanno
affrontando un grosso aumento di iscritti. Attualmente, sono 2,6 milioni gli
studenti immatricolati nelle 300 università tedesche, cinque volte superiore
rispetto ai valori registrati nel passato; la percentuale di studenti tra la
popolazione nella fascia di età di riferimento è passata dal 5% a quasi il 40%.
Il nuovo piano prevede un finanziamento di 26mila dollari annui per ogni
iscritto.
Aumenterà anche il bilancio della DFG (German Research Foundation), principale agenzia nazionale di erogazione di sovvenzioni per la ricerca universitaria. Nel 2015, la DFG riceverà complessivamente circa 3 miliardi di dollari (incremento del 5%) da parte dei governi federali e statali per il finanziamento della ricerca in tutti i campi della scienza e delle discipline umanistiche. Questo aumento permetterà all’agenzia di poter finanziare un numero maggiore di borse di studio, nonostante regolari aumenti di bilancio annuale, la percentuale di borse finanziate dalla DFG è scesa, infatti, dal 42,5% al 31,3% dal 2010. “Siamo molto soddisfatti”, dice Horst Hippler, presidente della Conferenza dei Rettori tedesca. “L'accordo è un passo importante per dare sicurezza finanziaria alle nostre università”.
Ma a beneficiare dell’aumento dei finanziamenti
non saranno solo le università anche le grandi organizzazioni di ricerca non
universitaria - tra cui la Max Planck Society, il Fraunhofer Society,
l'Associazione Leibniz e l'Associazione Helmholtz – avranno aumenti annuali di
circa il 3% (contro un tasso di inflazione inferiore all'1%), fino al 2020.
Dal
2005, il budget totale dei quattro enti di ricerca, che gestiscono un totale di
254 istituti di ricerca e grandi centri, è passato da 5 miliardi di dollari a
7.9 miliardi.
Nel corso del Consiglio dei ministri è stato
deciso, inoltre, di prolungare oltre il 2017 l’iniziativa delle “eccellenze
tedesche” promossa dal Governo federale. Si tratta di un concorso a
livello universitario per premiare i cluster di eccellenza e selezionate
scuole post-laurea. È previsto anche il sostegno di intere
università sulla base dei loro progetti futuri per l'ampliamento della
ricerca ai massimi livelli. Nel complesso sono stati messi a disposizione
circa 2,7 miliardi di euro per incrementare la ricerca tedesca.
"Questi impegni sono
della massima importanza per l'ulteriore sviluppo di tutto il sistema di ricerca
tedesco, e in particolare per le università", ha detto il presidente del
DFG Peter Strohschneider a Nature.