fbpx Il Gruppo 2003 supporta il 'Manifesto per la Cultura' | Scienza in rete

Il Gruppo 2003 supporta il 'Manifesto per la Cultura'

Primary tabs

Read time: 3 mins

La nostra comunità si è costituita dieci anni fa (il Gruppo 2003) intorno ai valori della scienza e della ricerca, ben consapevole di vivere in un Paese in cui questi valori sono avvertiti da pochi e sono ignorati dai più. La storia degli ultimi cent'anni documenta che la parola scienza è di regola stata pronunciata dalla nostra classe dirigente solo per lavarsi la coscienza in pubblico, per poi essere relegata in fondo all’agenda politica e delle cose da fare.

Il valore della scienza non si è peraltro mai inserito nel tessuto profondo e nella cultura della società italiana, nemmeno in quello della borghesia operosa che ha fatto l'Italia del dopoguerra: non è certo un aneddoto il fatto che molti genitori di buona famiglia minacciavano fino a pochi anni fa di mandare dallo psicologo i figli che manifestavano l'intenzione di iscriversi a facoltà scientifiche e di fare i ricercatori.  Solo da poco il ruolo del ricercatore comincia a guadagnare lo stesso rispetto e la stessa immagine dell'ingegnere, del medico o dell'avvocato, ma siamo solo all'inizio della percezione di nuovi paradigmi sociali.

Ecco perché noi del Gruppo2003 insistiamo da quasi 10 anni con iniziative a supporto della scienza (www.scienzainrete.it), spesso con senso di frustrazione e isolamento.

Certo, fortunatamente, in Italia c'è un grande rispetto per l'arte. E come potrebbe essere diversamente, visto che viviamo in un contesto ambientale affollato, come pochi altri paesi, di monumenti e tracce di una civiltà intrinsecamente artistica, forse a questo educata dalla bellezza del nostro paesaggio. Nonostante questo, siamo ben lontani da un impegno civile forte e costante nel tempo a favore del nostro patrimonio storico e naturale. Da troppo tempo dissipiamo valore e talento, mentre le bellezze artistiche deperiscono (a Pompei addirittura crollano).

Riguardo la scienza l’incuria e lo spreco del patrimonio esistente sono ancora più gravi. Il gruppo 2003 ritiene che la ricerca scientifica debba costituire un elemento fondante del tessuto culturale, morale, civile e produttivo del nostro Paese, elemento spesso e a lungo considerato di secondo piano nella nostra tradizione culturale.

Nonostante investimenti modesti in istruzione superiore e in ricerca e meccanismi inadeguati di  finanziamento, numerosi dati indicano che il Paese ha ancora un grande patrimonio di competenza e dedizione. Così, ad esempio, i dati indicano che i nostri ricercatori attivi sono fra i più produttivi del mondo e che i nostri giovani sono fra i migliori nella competizione per i progetti europei come Ideas dell’European Research Council, pur partendo da condizioni sfavorevoli. Il Gruppo 2003 ritiene che su questa base si deve e si può contare per una rinascita della ricerca e della cultura  scientifica nel nostro Paese.

E' per questo che il Gruppo 2003 aderisce al Manifesto per la Cultura promosso dal Sole 24 Ore, nella speranza che questa iniziativa possa contribuire a scuotere la coscienza della nostra società.

Il Gruppo 2003 per la ricerca scientifica


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

La contraccezione di emergenza e il mistero dei “criptoaborti”

Il comitato anti-aborto denominato Osservatorio permanente sull’aborto sostiene che i contraccettivi di emergenza come la pillola del giorno dopo causino "criptoaborti" e insiste su una presunta azione abortiva non riconosciuta dalla comunità scientifica, che afferma chiaramente la natura contraccettiva di questi farmaci. È un movimento, sostenuto anche dall'Associazione ProVita e Famiglia, che porta avanti una campagna più ampia contro tutti i contraccettivi ormonali.

Sono 65.703 le interruzioni volontarie di gravidanza registrate dall’ISTAT nel 2022 in Italia. Il numero è calato progressivamente dal 1978, quando è entrata in vigore la legge 194, che regolamenta l’aborto nel nostro Paese. Un comitato di ginecologi e attivisti dell’Associazione ProVita e Famiglia, però, non è d’accordo: sostiene che sono molte di più, perché aggiunge al computo 38.140 fantomatici “criptoaborti” provocati dall’assunzione dei contraccettivi ormonali di emergenza, la pillola del giorno dopo e quella dei cinque giorni dopo.