fbpx L'aereo USA è troppo pesante, ma non buttate giù il motore | Scienza in rete

L'aereo USA è troppo pesante, ma non buttate giù il motore

Primary tabs

Read time: 3 mins

Il budget per la ricerca dei National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti d’America è, per quest’anno, di 31,1 miliardi di dollari. La maggioranza repubblicana al Congresso ha proposto lo scorso 11 febbraio di tagliarlo del 9,5% portandolo a 29,5 miliardi. Tre giorni dopo, nel giorno di San Valentino, il presidente Barack Obama ha proposto di aumentarlo del 2,3% per l’anno 2012, portandolo a 31,8 miliardi di dollari.

Il budget per la ricerca della National Science Foundation (NSF) è, per il 2011, di 6,9 miliardi di dollari. La maggioranza repubblicana al Congresso ha proposto di tagliarlo del 5,8% portandolo a 6,5 miliardi di dollari. Il presidente Barack Obama ha proposto di aumentarlo del 13,0% per l’anno 2012, portandolo a 7,8 miliardi.

Il budget corrente dell’Ufficio per la Scienza del Department of Energy (DOE) è di 4,9 miliardi di dollari. La maggioranza repubblicana al Congresso ha proposto di tagliarlo del 22,5% portandolo a 4,0 miliardi di dollari. Il presidente Barack Obama ha proposto di aumentarlo del 10,2% per l’anno 2012, portandolo a 5,4 miliardi.

Non c’è dubbio, intorno al bilancio federale è in atto un duro braccio di ferro tra la nuova maggioranza repubblicana al Congresso e il Presidente Barack Obama. Un braccio di ferro che coinvolge anche le risorse per la ricerca.

La maggioranza repubblicana pensa che il più grande problema degli Stati Uniti sia il debito pubblico. Che occorra abbattere il deficit del bilancio federale, giunto a 1.500miliardi di dollari. E che bisogna iniziare subito, con un taglio di 62 miliardi per la spesa corrente del 2011. Il taglio deve includere anche la spesa per la ricerca scientifica. Soprattutto nei settori delle nuove fonti energetiche e della lotta ai cambiamenti climatici. 

Il Presidente democratico non nega che occorre diminuire il debito pubblico. Ma esclude che i tagli debbano riguardare la spesa per la ricerca. Aumentare la spesa anche in tempi di vacche magre è una scelta strategica «to win the future», per vincere il futuro. Barack Obama è convinto che se gli Stati Uniti non vogliono perdere la sfida che viene dalle economie emergenti e, in particolare dalla Cina, gli Usa devono conservare e incrementare la loro leadership scientifica e tecnologica. Anche e soprattutto nei settori ritenuti, a loro volta, strategici delle nuove fonti di energia e, più in generale della “green economy”.

Non sappiamo come terminerà il braccio di ferro. I forti tagli al bilancio corrente votati dal Congresso dovranno essere negoziati col Senato, dove i democratici hanno la maggioranza. E se anche ci saranno, sostengono gli esperti, saranno fortemente ridimensionati anche e soprattutto nel settore della ricerca. Allo stesso tempo il budget federale per l’anno 2012 proposto dal Presidente dovrà essere rivisto al ribasso, se vorrà passare al Congresso.

Ne sapremo di più nei prossimi giorni. Certo la sfida è inedita. Ed è altrettanto certo che in questo momento negli Usa si fronteggiano due visioni diverse del futuro degli Stati Uniti e del ruolo della scienza nel futuro degli Stati Uniti.

I repubblicani pensano che l’aereo americano sia troppo carico, rischi di perdere quota e, dunque, deve buttare giù zavorra. Barack Obama sostiene che sì, l’aereo è troppo carico. Ma l’unica cosa da non fare se non si vuole precipitare è buttare giù il motore.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Dopo l’alluvione dell’Emilia Romagna va ripensato tutto

Evento eccezionale ma non irripetibile, l'alluvione che ha allagato un terzo della pianura romagnola, con altissimi costi umani ed economici, sfida i luoghi comuni e i vecchi modi di agire. D’ora in poi deve essere chiaro che questi eventi estremi non saranno evitabili. Si dovrà imparare a conviverci preparandosi meglio, e soprattutto mettendo in atto misure più radicali e adatte al cambiamento climatico in atto, come ridare spazio ai fiumi allontanando case e stabilimenti dal loro alveo, e applicare soluzioni “basate sulla natura”. Immagine: tratta dal video di The Walking Nose "La mia alluvione" su Youtube.

Era già tutto previsto. L’allerta meteo, idrogeologica e idraulica di lunedì 15 maggio 2023, dopo una prima sottovalutazione, aveva dato un allarme forte e chiaro. A cominciare dal giorno dopo una valanga d’acqua si sarebbe riversata sulla Romagna e un tratto dell’Emilia, con rischio altissimo di frane e inondazioni. La protezione civile, i vigili del fuoco, la guardia di finanza, gli addetti al consorzio di bonifica, i volontari.