fbpx Nomine scientifiche o arbitrarietà politica? | Scienza in rete

Nomine scientifiche o arbitrarietà politica?

Primary tabs

Read time: 3 mins

Venerdì scorso, su indicazione del Ministro dell'Istruzione e dell'Università e della Ricerca, il Consiglio dei Ministri ha avviato la procedura per la nomina  del Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI, che era stata commissariata  nell'agosto del 2008, a poco più di un anno dall'insediamento del precedente presidente.

All'epoca, Scienzainrete aveva espresso preoccupazione sulla decisione politica, esclusivamente per considerazioni di metodo.  La critica verteva sul fatto che la nomina del Commissario straordinario  veniva a interrompere sul nascere una buona pratica messa in campo dal precedente Ministro per la nomina dei presidenti degli Enti pubblici di ricerca: la politica che si spoglia del proprio potere unilaterale di nomina e interpella la comunità scientifica mediante un search committee. In pratica, per segnare un passo indietro dell'arbitrarietà politica nel sistema pubblico di ricerca, il Ministro sceglie i presidenti degli Enti pubblici in una rosa indicata dalla comunità scientifica, per il tramite di una commissione di esperti italiani e stranieri.

L'introduzione di questa procedura trasparente era stata salutata con favore anche dalle riviste scientifiche internazionali, come Nature e Science.

Un anno fa, nel respingere le critiche su un presunto "ritorno dell'invadenza politica nella ricerca", il Ministro Mariastella Gelmini aveva assicurato che la nomina di un Commissario straordinario all'ASI era dovuta a ragioni squisitamente tecniche e che il governo non avrebbe abbandonato la prassi del search committee. E nell'esporre in Parlamento gli indirizzi del Governo relativi a Università e ricerca, il 17 giugno 2008 il Ministro aveva dichiarato: "Nel rimarcare l'intenzione di procedere alla completa spoliticizzazione degli enti di ricerca, puntualizza che i relativi vertici saranno nominati con metodologie neutrali come ad esempio search committee di livello internazionale rigidamente vincolati, nel loro mandato, al raggiungimento di obiettivi" (Legislatura 16º - 7ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 7 del 17/06/2008).

L'indicazione, venerdì scorso, del nuovo presidente dell'ASI è avvenuta invece senza il ricorso al search committee.

Non si vuole qui entrare nel merito della scelta del governo né della persona designata.  Si  ritiene tuttavia che nell'avvio delle procedure ci sia un doppio errore di metodo.

È un errore abbandonare il sistema del search committee: una prassi magari non perfetta, da migliorare, ma non da abbandonare. È infatti altamente auspicabile che la selezione dei massimi vertici degli Enti pubblici di ricerca avvenga seguendo procedure certe, robuste e trasparenti.

È un errore la dissociazione tra dichiarazioni e fatti concreti. La mancanza di coerenza tra ciò che si annuncia e ciò che si fa in concreto è una dimensione abituale, purtroppo bipartisan, della nostra politica. Che fa male alla ricerca scientifica. Ma che fa male anche alla politica.

Per scongiurare i timori di un ritorno al passato, Scienzainrete vorrebbe invitare il Ministro Gelmini a intervenire sul nostro web journal e, rivolgendosi all'intera comunità scientifica, spiegare la regioni del discostamento dalle buone regole e da quanto annunciato. Vorremmo anche invitare il precedente ministro Fabio Mussi e fare altrettanto, esponendo le ragioni per cui il metodo del search committee dovrebbe essere mantenuto.

ritratto di satolli

Roberto Satolli

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Il nemico nel piatto: cosa sapere dei cibi ultraprocessati

Il termine "cibi ultraprocessati" (UPF) nasce nella metà degli anni '90: noti per essere associati a obesità e malattie metaboliche, negli ultimi anni si sono anche posti al centro di un dibattito sulla loro possibile capacità di causare dipendenza, in modo simile a quanto avviene per le sostanze d'abuso.

Gli anni dal 2016 al 2025 sono stati designati dall'ONU come Decennio della Nutrizione, contro le minacce multiple a sistemi, forniture e sicurezza alimentari e, quindi, alla salute umana e alla biosfera; può rientrare nell'iniziativa cercare di capire quali alimenti contribuiscano alla salute e al benessere e quali siano malsani. Fin dalla preistoria, gli esseri umani hanno elaborato il cibo per renderlo sicuro, gradevole al palato e conservabile a lungo; questa propensione ha toccato il culmine, nel mezzo secolo trascorso, con l'avvento dei cibi ultraprocessati (UPF).