È un piccolo neo nel volto, altrimenti simmetrico, che dovrebbe avere l’universo secondo le leggi della fisica. Si chiama violazione CP. O meglio, violazione della simmetria CP. La consumerebbero, ad altissime energie, i mesoni Bs, minuscole particelle dotate di carica elettrica. A scoprirli in flagrante è stato l’esperimento LHCb – uno dei tanti che si svolgono presso il CERN di Ginevra con il Large Hadron Collider – il più grande acceleratore del mondo, che ne rendo conto in un articolo pubblicato sulla rivista Physics Review Letter.
La
simmetria è uno dei principi regolatori del mondo. E, infatti, tutte le moderni
leggi con cui i fisici, con straordinaria definizione di dettaglio, descrivono
l’universo a ogni scala sono fondati su principi di simmetria (si veda il bel
libro, Simmetria e natura. Dalle armonie
delle figure all’invarianza delle leggi che Elena Castellani, filosofa
della scienza, ha pubblicato con Laterza). Ma anche, come sosteneva il fisico
Abdus Salam, sulle rotture di simmetria. La storia cosmica è una storia di
rotture di simmetria.
Nell’ambito
del Modello Standard delle Alte Energie, il modello che descrive il quadro dei
costituenti fondamentali della materia e dell’energia, le leggi della fisica
devono essere invarianti rispetto alla “carica” (C) e alla “parità” (P). La
carica è quella elettrica. E la parità si riferisce al verso degli assi
cartesiani con cui diamo una direzione allo spazio. La simmetria CP è (quasi)
sempre rispettata. Tant’è che noi possiamo rappresentare un elettrone (carica
elettrica -1) che si muove in linea retta da destra a sinistra con un
antielettrone, il positrone (carica elettrica +1), che si muove lungo la
medesima retta ma in verso opposto, da sinistra verso destra.
I
fisici tengono in conto anche la simmetria delle loro leggi rispetto al tempo
(T). Un elettrone che si muove in un secondo, dal tempo 0 al tempo 1, lungo una
retta è del tutto analogo a un positrone che si muove lungo la stessa retta dal
tempo 1 al tempo 0.
E
in meccanica quantistica c’è addirittura un teorema, il teorema CPT, secondo
cui tutte le leggi di natura devono essere invarianti rispetto a una
trasformazione di CPT: di carica, di parità e di tempo.
Ma
torniamo alla “semplice” simmetria CP. Ovvero a quel principio secondo cui le
leggi della fisica sono invarianti rispetto alla duplice trasformazione di C e
di P. Questo significa che ogni processo deve conservare la simmetria CP. In
altre parole, una particella che si muove lungo una retta da nord a sud deve
essere considerata del tutto analoga a un’antiparticella (inversione di carica)
che si muove da sud a nord (inversione di parità).
Ebbene,
è buona norma, in natura, rispettare la conservazione dalla simmetria CP. Ma
non è un imperativo categorico. Talvolta succede che qualcuno violi questo
principio di simmetria e dipinga un neo nel quadro, altrimenti simmetrico, del
cosmo.
E,
infatti, per i cosmologi una violazione CP è quel piccolissimo neo che, poco
dopo il Big Bang, ha rotto la simmetria tra materia e antimateria e ha modellato
il mondo, regalandoci un universo costituito da un mare di fotoni con qualche
rara particella massiva.
Narrano
infatti i cosmologi che, all’inizio della storia cosmica, il Big Bang ha creato
dal nulla (quel particolare nulla che è il vuoto quantistico) l’intero
universo. Lo avrebbe dovuto creare con una simmetria perfetta CP. Tanta materia
quanta antimateria. E poiché quando particelle di materia e particelle di
antimateria si incontrano, si annichilano, ecco la storia cosmica dopo il Big
Bang avrebbe dovuto risolversi in una totale distruzione di massa e nulla
sarebbe dovuto sopravvivere se non un mare di fotoni. Ma ecco il neo. Per
qualche motivo le particelle di materia sono un po’ diverse dalle particelle di
antimateria. Cosicché durante la strage cosmica, ogni 9 miliardi o giù di lì di
scontri, una particella di materia è sopravvissuta. Cosicché oggi abbiamo sì
cosmo costituito da un oceano di fotoni. Ma ogni 9 miliardi di fotoni c’è una
particella di materia. Un piccolo neo che ha consentito di creare pianeti,
stelle, galassie, ammassi di galassie, ammassi di ammassi e così via.
Dunque
la violazione delle leggi di simmetria può essere creativa. Il fatto è che non
sappiamo cosa ha spinto l’artista (la natura) ha rompere la simmetria
materia/antimateria e ha disegnare l’universo così come lo conosciamo.
Lo
studio delle violazioni della simmetria CP può aiutarci a scoprire l’inattesa
creatività cui dobbiamo la bellezza del cosmo e la nostra stessa esistenza.
Finora si era riusciti a ottenere in laboratorio processi che violano la
simmetria CP solo a energie piuttosto basse. Ora i ricercatori dell’esperimento
LHCb, tra cui molti italiani dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, si
sono imbattuti nello “strano caso” dei mesoni Bs. Particelle che, dopo un certo
tempo “decadono”, trasformandosi in altre particelle. Ebbene, in base al
principio di simmetria i mesoni Bs dovrebbero decadere nel medesimo modo degli
antimesoni Bs. Ma l’esperimento ha mostrato che ciò non accade. Hanno infatti
analizzato un campione di 1065 decadimenti. Trovando che 676 (più o meno di due
terzi) sono generati da antimesoni e solo 389 (un terzo) da mesoni di materia
ordinaria. Una statistica piccola, ma non banale. Dietro cui si cela, forse,
qualcosa di importante.
I mesoni Bs sono, infatti, un nuovo neo nel volto simmetrico delle leggi di natura. Violano la parità CP. Il perché resta ancora un mistero. Se lo scopriamo potremo dire qualcosa sull’origine della creatività della natura. Sul perché l’universo è fatto così com’è fatto, ricco e variegato, e non in un altro modo, più informe e piatto.