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Eran quattro, non mi inganni!

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Tempo di lettura: 2 mins

Scienza in Radio: la rassegna stampa delle principali notizie di scienza e politica della ricerca della settimana, commentata con ospiti e protagonisti della ricerca scientifica italiana e internazionale.

Credits:
Morning Coffee, fri.events Orchestra (Album "Life The Movie")
Back on, Werkstatt (Album "The Original Typewriter")
Immagine di Micol De Falco

 
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In questa puntata

NON CREDERE DI POTERMI INGANNARE

Neuroscienze
Uno studio pubblicato su Pnas dimostra che la giunzione temporo-parietale destra è implicata nella valutazione dei gesti e dei pensieri altrui. Grazie a questa regione una persona può capire se ha subito un danno intenzionale o accidentale e in base a questo esprimere dei giudizi di valore.

IN PRINCIPIO ERAN QUATTRO

Paleontologia
Sono stati ritrovati in Cina alcuni fossili che dimostrerebbero che in origine gli antenati degli odierni uccelli fossero dotati di quattro (e non solo due) arti muniti di piume. Di fatto, quindi, gli uccelli primordiali avevano a disposizione due paia di ali. La ricerca è stata pubblicata su Science.

VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA

Scienze della Terra
In laboratorio è stato ricreato un ambiente simile a quello del nucleo centrale del pianeta. I ricercatori della Rice University di Houston hanno verificato quali elementi possano trovarsi a una profondità compresa tra 3000 e 6000 km dalla superficie.

UN ESPERIMENTO NON PIÙ MENTALE

Fisica
Nel 1965 Feynman spiegava ai suoi studenti la natura ondulatoria degli elettroni con un esperimento mentale. Oggi la sua non è più una speculazione immaginaria: un team di fisici ha realizzato l’esperimento in laboratorio. Ne parliamo con Michele Fabrizio, professore associato di Fisica alla SISSA di Trieste.
 

Scienza in radio
L'esperimento immaginato da Feynman nel 1965, oggi riprodotto in laboratorio
(Courtesy of Batelaan/New Journal of Physics)

STOP AL COMMERCIO ILLEGALE!

Conservazione e salvaguardia dell’ambiente
Si è svolta dal 3 al 14 marzo a Bangkok, in Thailandia, la sedicesima edizione di Cites, un convegno internazionale sul commercio di specie animali e vegetali a rischio estinzione. 177 paesi coinvolti da tutto il mondo per decidere quali misure adottare contro il bracconaggio e la vendita illegale di specie rare.


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Terre rare: l’oro di Pechino che tutti vogliono

miniera californiana di Mountain Pass

Il trattato USA-Ucraina appena sancito rivela quanto urgente sia la necessità di dotarsi di minerali critici, fra cui le 17 terre rare, per la transizione digitale ed elettrica. In realtà tutti sono all'inseguimento della Cina, che produce il 70% di questi metalli e l'85% degli impianti di raffinazione e purificazione. Questo spiega una serie di ordini esecutivi di Trump e le nuove politiche di Giappone, Australia ed Europa, e forse anche la guerra in Ucraina. Non più tanto le fonti fossili quanto le terre rare sono diventate materia di sicurezza nazionale. Ovunque si riaprono miniere, anche in Italia. Ma essendo difficili da estrarre e purificare si punta anche al riciclo e alla ricerca per mettere a punto le tecnologie di recupero più economiche e sostenibili. Ma come ha fatto la Cina ad acquisire una tale supremazia? E che cosa stanno facendo gli altri?

Nell'immagine la storica miniera californiana di Mountain Pass, TMY350/WIKIMEDIA COMMONS (CC BY-SA 4.0)

C’era una volta, negli anni Novanta del secolo scorso, un mondo con due potenze in sostanziale equilibrio nella produzione di terre rare: Stati Uniti (33%) e Cina (38%), seguiti da Australia (12%), India a e Malesia per il 5% ciascuna e le briciole ad altri paesi. Ora non è più così.