Da tempo si sa che mantenere attivo il cervello è un ottimo rimedio per contrastare l'inevitabile declino dovuto alla vecchiaia. Un recente studio riguardante la comunità delle api, però, indicherebbe come l'andamento di tale declino possa essere influenzato dal tipo di attività che viene svolta.
Al Meeting annuale della Society of Experimental Biology in corso a Glasgow, infatti, un team di ricercatori coordinato da Ricarda Scheiner (Technische Universität Berlin) ha presentato uno studio in cui mostra come, obbligando un gruppo di api anziane a mutare il loro ruolo sociale, queste possano conservare - o addirittura aumentare - le loro capacità di apprendimento.
Solitamente, le api più anziane in uno sciame sono quelle che si occupano della faticosa opera di raccolta ed è noto che, col procedere dell'età, la loro capacità di apprendere diminuisce. Un calo che, al contrario, non si osserva nelle api nutrici che svolgono la loro attività all'interno dell'alveare. Quando però la Scheiner ed il suo team hanno "obbligato" un certo numero di raccoglitrici a trasformarsi in nutrici hanno scoperto che le capacità di apprendimento di quelle api aumentavano, mostrando una rinnovata elasticità cerebrale. Che esista qualche meccanismo analogo anche nella comunità degli umani?
Fonte: Sciencedaily