fbpx Boom di adesioni al Bando ‘Sir’ per ricercatori under 40 | Page 21 | Scienza in rete

Boom di adesioni al Bando ‘Sir’ per ricercatori under 40

Primary tabs

Read time: 2 mins

Sono 5.252 i progetti di ricerca presentati da giovani scienziati under 40 in risposta al Bando ‘Sir - Scientific Independence of young Researchers’ che si è chiuso lo scorso 13 marzo. Con uno stanziamento di oltre 47 milioni di euro il bando destinato ai giovani ricercatori punta a favorire il ricambio generazionale e anche l’indipendenza scientifica dei partecipanti.
Degli oltre 5.000 progetti presentati 1.909 riguardano il settore delle Scienze delle vita, 1.778 della Fisica, Chimica, Ingegneria e 1.565 delle Scienze umane. Le proposte pervenute sono circa il 40% in più rispetto alla media dei bandi destinati ai giovani degli anni passati. E per la prima volta le donne superano gli uomini: 2.675 progetti presentati contro 2.577. L’età media degli studiosi in corsa per il finanziamento è di poco superiore ai 33,45 anni, ampiamente sotto la soglia massima dei 40 anni prevista dal bando. Tra uomini e donne la differenza dell’età media è minima: 33,36 per i primi e 33,55 per le seconde.
Il bando ‘Sir’ allinea per la prima volta la procedura di selezione dei progetti a quella dell'Erc, European Research Council. I risultati si conosceranno entro l’autunno del 2014. E’ previsto il finanziamento di progetti svolti da gruppi di ricerca indipendenti e di elevata qualità scientifica sotto il coordinamento di un Principal Investigator (PI) che dovrà essere anche lui under 40. ‘Sir’ prevede un importante supporto finanziario per attrarre i migliori ricercatori e un incentivo anche per l’istituzione ospitante nel caso in cui il PI non sia già un suo dipendente a tempo indeterminato.

Ufficio Stampa MIUR

Sezioni: 

prossimo articolo

Influenza aviaria, le infezioni nei bovini e la risposta sanitaria

Si riaccende l'attenzione sull'influenza aviaria, soprattutto dopo la recente scoperta di un ceppo ad alta patogenicità in bovini da latte negli Stati Uniti. Il salto di specie rimarca la capacità dei virus influenzali di adattarsi e infettare nuovi ospiti, aumentando la necessità di sistemi di sorveglianza e risposta efficaci. Nonostante i rischi, attualmente non ci sono prove di trasmissione diretta tra bovini; le misure di controllo si concentrano sulla prevenzione del contagio e la protezione dei lavoratori esposti.

Ora che la pericolosità delle infezioni da Covid-19 è stata domata, anche se non completamente sconfitta (più di 3.000 nuovi casi notificati negli ultimi 30 giorni e un non trascurabile numero di ricoveri in ospedale), i virus dell’influenza aviaria si riaffacciano all’attenzione di chi studia l’orizzonte di prossime eventuali minacce pandemiche. Soprattutto da quando, il 25 marzo 2024, i funzionari federali del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti hanno annunciato di aver identificato un ceppo di influenza aviaria ad alta patogenicità in alcuni bovini da latte.