Alberto Minetti, professore ordinario al Dipartimento Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti dell'Università Statale di Milano, è uno dei vincitori dell'ultima edizione degli IgNobel Prize, grazie a uno studio condotto in collaborazione con l'Università di Tor Vergata, e pubblicato nel 2012 su Plos One.
Il premio - molto popolare negli ultimi anni per essere una 'parodia' dei premi Nobel, sebbene sia nato con l'intenzione seria di richiamare l'interesse sulla ricerca scientifica - è stato conferito a Minetti per aver dimostrato che sulla Luna sarebbe possibile camminare o correre sull'acqua. In sintonia con la tradizione degli Ignobel, il comitato di Harvard riunito al Sanders Theatre ha premiato così un risultato stupefacente e originale che fa divertire e aiuta a pensare.
Il lavoro dei ricercatori di Milano parte dalla constatazione che i meccanismi del camminare possono avere adattamenti differenti a seconda della forza di gravità a cui gli arti sono soggetti. Sulla Terra, la locomozione su acqua, in particolare, è consentita solo a certe lucertole (Basiliscus basiliscus) e uccelli (Svasso cigno). Ma così come ci sono andature che una diversa gravità può rendere molto più difficili (il cammino sulla Luna, ad esempio) ce ne sono altre, precluse normalmente all'uomo, che potrebbero invece diventare possibili. Grazie all’ulteriore elaborazione di un modello matematico, sviluppato 20 anni fa alla Harvard University, è stato possibile predire sia la massima massa corporea che consente a un animale di correre sull'acqua sulla Terra che la massima gravità che lo permette all'uomo.
Le predizioni teoriche sono state confortate da esperimenti di galleggiamento sul posto mentre un'imbragatura computerizzata rimuoveva una quantità impostata di peso corporeo, in modo da simulare la forza di gravità sui diversi pianeti. Il risultato è che con la gravità lunare (e anche di poco superiore), la corsa sull'acqua è possibile. Inoltre, misure cinematiche hanno mostrato che come i cigni riusciamo a mantenere la testa ad un'altezza praticamente costante durante l'intera manovra (10 secondi), in modo da minimizzare il lavoro meccanico compiuto.