fbpx La disputa sbarca in tribunale | Page 3 | Scienza in rete

La disputa sbarca in tribunale

Read time: 1 min

L’eterno dibattito tra fautori e detrattori dell’omeopatia, riacceso nelle ultime settimane dall’articolo pubblicato da Luc Montagnier sul Journal of Physics, cambia terreno, spostandosi dalle riviste scientifiche alle aule dei tribunali.

Con una lettera di diffida inviata all’internet provider la Boiron, il più importante colosso multinazionale a produrre rimedi omeopatici, ha intimato un blogger italiano, Samuele Riva, di rimuovere ogni riferimento esplicito all’azienda da due post pubblicati il 13 e 27 luglio, critici nei confronti dell’omeopatia e illustrati con la foto di una confezione di Oscillococcinum. L’episodio ha scatenato su internet una forte levata di scudi a favore della libertà di espressione.

Nel frattempo oltre oceano lo stesso prodotto è però oggetto di una class action contro la stessa Boiron, accusata di ingannare il pubblico con la pubblicità in cui afferma che il medesimo rimedio, l'Oscillococcinum, è in grado di curare i sintomi dell’influenza in 48 ore, sebbene non contenga altro che zucchero.

Autori: 
Sezioni: 
Omeopatia

prossimo articolo

Se il corpo cambia, cambia l'anima, cambia la società: Emilia Peréz

uno screenshot dal film Emilia Perez

Un’ovazione di nove minuti all’anteprima del festival di Cannes, il golden globe per il miglior film musicale, 13 nomination agli Oscar,  ma anche tante critiche in Messico, ancora prima dell’uscita nelle sale e ora un alternarsi di commenti positivi e negativi sulla stampa italiana ed europea. Emilia Perez racconta di un boss del narcotraffico che affronta un percorso di riassegnazione di genere e pone a noi spettatori domande esplicite e sotterranee. E, con buona pace di Trump che riconosce i soli generi maschile e femminile, induce a pensare ai corpi, anche rispetto alla cultura.

Cover: uno screenshot del film Emilia Perez, da Wikimedia Commons.

Joaquín Archivaldo Guzmán Loera detto El Chapo (il tappo) è stato un potente boss del narcotraffico messicano, capo del cartello di Sinaloa, sin dagli anni ’80 fino al 2017, quando fu estradato negli USA dopo varie evasioni dalle carceri messicane e dopo aver fatto fuori gli altri cartelli, in particolare quello di Juárez. Deve scontare la pena dell’ergastolo in regime di massima sicurezza, mentre l’organizzazione è ora gestita dal figlio Ovidio Guzmán. Cinque i libri tradotti in italiano sulla storia de El Chapo, l’ultimo del 2024 (El Chapo.