fbpx Due video inediti dell'ISPRA | Page 2 | Scienza in rete

Due video inediti dell'ISPRA

Primary tabs

Read time: 1 min

I fondali marini non smettono mai di stupire. Due video inediti, girati da ricercatori dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) impegnati nel monitoraggio della biodiversità marina tirrenica, rivelano la presenza di specie sempre più rare nel Mediterraneo. L’occhio del ROV (Remotely Operative Vehicle), robot installato sulla nave oceanografica “Astrea”, è arrivato fino a 150 metri di profondità, individuando rarissimi esemplari di cernie giganti (Epinephelus caninus) e uno squalo vacca (Hexanchus griseus).

La pesca, negli ultimi anni, ne ha decimato la popolazione ma il monitoraggio dell’ISPRA ha permesso di individuarne diversi esemplari in prossimità di un banco roccioso nel Tirreno centrale: le cernie giganti, dette anche “nere”, riprese dal ROV, hanno un peso di 15-30 kg. E, molto probabilmente, la lontananza dalla costa ha permesso loro di non essere pescate.

Nel Tirreno meridionale, invece, il robot filoguidato Pollux III ha scovato, a 130 metri di profondità, un esemplare di squalo vacca della lunghezza di due metri e mezzo. Pescato accidentalmente con reti da posta o strascico, questo animale è sempre più raro nel Mediterraneo e non rappresenta un pericolo per l’uomo.

Epinephelus caninus

Hexanchus griseus

Autori: 
Sezioni: 
Indice: 
Fondali marini

prossimo articolo

Agenti IA come assistenti alla ricerca scientifica

Ritratto immaginario di un ricercatore umano e del suo assistente robot

I ricercatori lavorano con un volume crescente di letteratura scientifica e metodologie sempre più complesse, e per questo possono avvalersi di nuovi strumenti di supporto: Agent Laboratory, AgentRxiv, AI Scientist-v2 e Co-Scientist sono sistemi basati sull'intelligenza artificiale progettati per aiutarli nel loro lavoro.

Il panorama della ricerca scientifica contemporanea presenta diverse sfide significative. Da un lato, la specializzazione crescente richiede competenze sempre più verticali, dall'altro la necessità di studi interdisciplinari comporta la capacità di navigare attraverso domini di conoscenza diversi. Questo paradosso mette pressione sui ricercatori, che devono bilanciare profondità e ampiezza nelle loro indagini.