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Il volto buono dei radicali liberi

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Radicali liberi, ioni ossigeno, perossidi e altre specie reattive dell'ossigeno sono i maggiori imputati come causa di invecchiamento e malattie. Eppure un gruppo di ricercatori dell'Università della California a San Diego ha scoperto il gene responsabile del fenomeno opposto, secondo cui, esponendosi regolarmente a piccole quantità di queste sostanze, si può al contrario allungare la vita. Trey Ideker, capo della Divisione di genetica della Facoltà di medicina dell'ateneo californiano, lo ha dimostrato sui lieviti con il perossido di idrogeno, uno dei maggiori responsabili dello stress ossidativo: quelle che avevano avuto modo di adattarsi con piccole dosi della sostanza hanno poi reagito meglio e sono sopravvissute di più a un'esposizione acuta. Togliendo a uno a uno i geni del lievito, gli studiosi californiani hanno poi individuato come essenziale per questo adattamento un fattore di trascrizione chiamato Mga2. I loro risultati spiegherebbero anche come mai la riduzione dell'apporto di cibo, che provoca uno stress ossidativo, si traduce in una maggiore sopravvivenza.   PLoS Genet 5(5): e1000488. doi:10.1371/journal.pgen.1000488 
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Biologia

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Ricerca pubblica: un piano ventennale per un’Europa più equa e competitiva

Immagine di uno scienziato al microscopio con pile di monete e il simbolo dell'Unione europea sullo sfondo

Se la leadership statunitense non pare più credere nella ricerca, tanto da indurre molti ricercatori a pensare seriamente di abbandonare il Paese, forse è arrivato il momento per l'Europa di rafforzare finalmente la sua competitività nel campo della ricerca e dello sviluppo, finora oscurata dai Stati Uniti e Cina. Un gruppo di scienziati europei di primo piano – Ugo Amaldi, Roberto Antonelli, Luciano Maiani e Giorgio Parisi – ha proposto recentemente un Programma ventennale per la ricerca pubblica europea (2026–2045), con l’obiettivo di portare tutti i paesi membri a investire almeno lo 0,75% del proprio PIL in ricerca pubblica.

Se la leadership statunitense non pare più credere nella ricerca, tanto da indurre molti ricercatori a pensare seriamente di abbandonare il Paese, forse è arrivato il momento per l'Europa di rafforzare finalmente la sua competitività nel campo della ricerca e dello sviluppo, finora oscurata dai Stati Uniti e Cina. A dire il vero è da molto tempo che l'Europa accarezza l'idea di una società basata sulla conoscenza.