fbpx IncontriScienza: Prendere le decisioni o subire le decisioni | Page 3 | Scienza in rete

IncontriScienza: Prendere le decisioni o subire le decisioni

Primary tabs

Read time: 2 mins

Come ci si accorda fra avversari politici per eleggere un presidente della Repubblica? Quanto si è liberi quando si vota, si investe, si acquista un bene? In che modo le decisioni individuali si compongono in fenomeni collettivi complessi: dagli andamenti di Borsa al nascere e declinare delle mode?

Domande non semplici sulla natura delle decisioni umane, individuali e collettive, che verranno affrontate nell'Incontro "Prendere le decisioni o subire le decisioni?" (23 aprile, dalle 17:30 alle 19:30, l'Università Bocconi di Milano).

L'incontro, organizzato dal Gruppo 2003, vuole far dialogare tre importanti scienziati che affronteranno il tema da prospettive diverse, alla ricerca di una risposta che vada oltre i singoli ambiti disciplinari: Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni specchio, parlerà di mente e cervello; Guido Tabellini, già rettore della Bocconi, di economia; il fisico dell'Università La Sapienza Giorgio Parisi di fenomeni fisici complessi. Modera l'economista Giovanni Dosi. Nel fare interagire in un incontro pubblico tre ricercatori di punta della scienza italiana di ambiti così diversi, il Gruppo 2003 ha l'ambizione di sperimentare un modo nuovo e più moderno di fare divulgazione scientifica: più dialogico, focalizzato su problemi che riguardano tutti, confidando nel fatto che più discipline a confronto sullo stesso tema possano fecondarsi vicendevolmente e far fare un salto di conoscenza, magari imprevisto.

Giorgio Parisi metterà in relazione ciò che succede nel mondo subatomico (per esempio le interazioni fra elettroni che generano la superconduttività) con la dimensione sfuggente dei comportamenti collettivi, i quali non si possono ricondurre alla mera somma delle scelte individuali. Sulle decisioni economiche cosiddette appropriate degli individui e sui loro delicati equilibri si soffermerà invece Guido Tabellini. Mentre Giacomo Rizzolatti riporterà l'attenzione sul cervello e sul “mito” della libertà assoluta delle nostre decisioni, mostrando come la mente umana è in realtà fortemente condizionata dai "memi", i corrispettivi mentali dei geni.

L'incontro è il primo della serie IncontriScienza, ideati dal Gruppo 2003, l'associazione culturale dei ricercatori italiani più citati nelle pubblicazioni scientifiche internazionali. La manifestazione è sostenuta da Intesa Sanpaolo e ha ricevuto un contributo da Boehringer Ingelheim Italia.

Per partecipare al primo incontro del 23 aprile è necessario iscriversi su Scienzainrete, dove è inoltre prevista la diretta in streaming.

Autori: 
Sezioni: 
Eventi

prossimo articolo

La COP29 delude. Ma quanti soldi servono per fermare il cambiamento climatico?

Il presidente della COP 29 di Baku, Mukhtar Babayev, chiude i lavori con applausi più di sollievo che di entusiasmo. Per fortuna è finita. Il tradizionale tour de force che come d'abitudine è terminato in ritardo, disegna un compromesso che scontenta molti. Promette 300 miliardi di dollari all'anno per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare la transizione, rimandando al 2035 la "promessa" di 1.300 miliardi annui richiesti. Passi avanti si sono fatti sull'articolo 6 dell'Accordo di Parigi, che regola il mercato del carbonio, e sul tema della trasparenza. Quella di Baku si conferma come la COP della finanza. Che ha comunque un ruolo importante da giocare, come spiega un report di cui parla questo articolo.

La COP 29 di Baku si è chiusa un giorno in ritardo con un testo variamente criticato, soprattutto dai paesi in via di sviluppo che hanno poca responsabilità ma molti danni derivanti dai cambiamenti climatici in corso. I 300 miliardi di dollari all'anno invece dei 1.300 miliardi considerati necessari per affrontare la transizione sono stati commentati così da Tina Stege, inviata delle Isole Marshall per il clima: «Ce ne andiamo con una piccola parte dei finanziamenti di cui i paesi vulnerabili al clima hanno urgentemente bisogno. Non è neanche lontanamente sufficiente.