fbpx Rivoluzione web 2.0 | Page 2 | Scienza in rete

Rivoluzione web 2.0

Primary tabs

Read time: 1 min

Il cosiddetto social networking sta facendo la differenza nella sollevazione iraniana contro i risultati elettorali che hanno confermato al potere Almadinejad. Nell'occhio della censura sono soprattutto Youtube e Twitter. L'importanza di questo secondo network di microblogging è stato ratificato in qualche modo da una insolita richiesta fatto al cofondatore di Twitter, Jack Dorseey, da parte del giovane funzionario del Dipartimento di Stato statunitense Jared Cohen: se era possibile ritardare la consueta manutenzione del sito, che avrebbe tagliato per alcune ore il flusso ormai ininterrotto e inarrestabile di messaggi e filmati dall'opposizione iraniana. Il regime fa di tutto per tagliare la strada a questo e altri siti di social networking, ma gli iraniani si sono ormai smaliziati e, come riferisce l'inchiesta del New York Times, riescono a bypassare le censure con siti proxy. Il giornalismo civico dei new media impazza in queste ore in Iran: la BBC riceve circa 5 video al minuto girati da dilettanti, e non mancano i siti di controinformazione come Persianwiki. Un giornalismo libero, a costo della vita.

Fonte: U.S. Steps Gingerly Into Tumult in Iran, New York Times, 17 June 2009

Autori: 
Sezioni: 
Iran

prossimo articolo

Sanità più sostenibile: le raccomandazioni SIAARTI per una anestesia green

Immagine di una sala operatoria con un anestesista e un paziente addormentato sullo sfondo di elementi vegetali

Nel contesto della campagna Green Choosing Wisely, sostenuta da Slow Medicine, con la finalità di rendere i sistemi sanitari più sostenibili, la Società italiana di anestesia ha pubblicato le cinque raccomandazioni per rendere le attività legate all’anestesia e all’analgesia meno impattanti sull’ambiente. A partire dalla scelta dei gas utilizzati per addormentare i pazienti, di cui alcuni hanno un effetto serra che supera di migliaia di volte quello della CO2.

Ne abbiamo già parlato in diverse occasioni: il 5% circa delle immissioni in atmosfera di gas clima-alteranti di origine antropica è riconducibile ai servizi sanitari, un valore equivalente a circa il doppio delle immissioni legate all’intero trasporto aereo mondiale (si veda, per questi dati, il Lancet).