fbpx Scienza e magistratura: un dialogo necessario | Page 2 | Scienza in rete

Scienza e magistratura: un dialogo necessario

Primary tabs

Read time: 2 mins

Il prossimo giovedì 19 giugno, presso la Corte d’Appello Civile di Roma, si terrà l’incontroAspetti di metodo scientifico a partire dal caso Stamina”, organizzato dalla Scuola Superiore di Magistratura - Sezione Lazio, insieme al Gruppo 2003 per la ricerca scientifica.

L’iniziativa nasce dalla necessità di risolvere il conflitto tra ruoli e doveri dei giudici e la necessità di dover agire sulla scienza. Il recente caso Stamina, infatti, ha messo in luce la difficoltà di prendere decisioni su argomenti come medicina, sismologia e ambiente che siano fondate scientificamente. Il convegno ha come obiettivo quello di avviare un dialogo tra scienza e giurisprudenza, cercando di fornire anche alcuni strumenti di base che possano servire ai magistrati per discernere le regole basilari del corretto ragionamento scientifico.

Il primo a prendere la parola sarà Amedeo Santosuosso (magistrato, Centro di ricerca interdipartimentale European Center for Law, Science and News Technologies, Università di Pavia) che spiegherà entro quali limiti (dettati dalla fondatezza scientifica) il magistrato può ordinare la somministrazione di cure indispensabili.
Nel secondo intervento di Silvio Garattini (Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri) si parlerà dell’importanza della sperimentazione clinica, come metodo di collaudo di qualsiasi terapia e di come una si può ottenerne una il più possibile affidabile e sicura. Infine interverrà Roberto Satolli (giornalista Agenzia Zadig, Scienzainrete), che spiegherà i vizi cognitivi che stanno alla base della credulità umana verso i ciarlatani: grazie a un “sano scetticismo”, e a un po’ di spirito di osservazione, si potranno distinguere i veri scienziati dai ciarlatani.

Sarà un evento aperto a tutti (previa prenotazione) che cercherà di dare linee guida per evitare che si ripetano clamorosi casi di abbagli nelle redazioni dei giornali e nei tribunali

Programma dell'incontro

Autori: 
Sezioni: 
Indice: 
Incontro

prossimo articolo

L’uso di ChatGPT rende pigri i ricercatori?

ricercatore pigro

Negli ultimi due anni, ChatGPT (e altri LLM della Generative AI) sono entrati a pieno regime sia nell’educazione universitaria che nei luoghi della produzione di conoscenza scientifica, che ha negli articoli pubblicati su riviste e giornali scientifici il proprio prodotto finale. Diverse opinioni sono state spese sull’avvento di questa tecnologia, ma pochi studi empirici se ne sono davvero occupati. Uno studio di Abbas e colleghi contribuisce a rispondere empiricamente alle mille domande che sorgono da un confronto con questo strumento, e solleva riflessioni urgenti sulle conseguenze del suo uso. Questo articolo è il primo di una serie di due articoli che si concentra su una particolare conseguenza – una negativa e una positiva – degli strumenti della Generative AI sulla ricerca accademica. In questo articolo, esploriamo quella negativa, la pigrizia.

Quando, dal 30 novembre 2022 e nei mesi successivi, abbiamo cominciato a sperimentare l’uso di ChatGPT, una delle prime considerazioni che ha fatto capolino nelle nostre menti è stata certamente l’imbarazzante facilità con cui si sarebbero potuti produrre dei testi scritti. Testi anche di una discreta qualità, e nei più svariati ambiti della scrittura.