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Sigarette: su il prezzo

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Per la Giornata Mondiale senza tabacco, il direttore dell'Istituto Mario Negri, Silvio Garattini, ha rilanciato l'allarme sull'aumento del consumo di tabacco con un suo intervento pubblicato sull'ultimo numero del settimanale Oggi.

Garattini individua, tra le cause principali, una disparità tra fasce d'età di fumatori e i risultati poco efficaci che hanno avuto le ultime iniziative di legge per combattere il fumo:  “Il consumo di tabacco è in aumento anche perché vi sono poche ex-fumatrici ed è invece in crescita il numero di giovani che fumanoCi si era illusi che la benemerita legge Sirchia, che vietava il fumo in pubblico, avesse grande impatto nel convincere i fumatori a smettere questa “cattiva” abitudine, ma purtroppo l’impatto è stato di breve durata”.

Il direttore ha inoltre indicato delle possibile nuove proposte per arginare e contrastare il fenomeno, che non mancheranno di suscitare polemiche e discussioni.
In primo luogo, Garattini suggerisce di aumentare ulteriormente il prezzo delle sigarette - il metodo più diretto per abbassare i consumi - in modo da aumentare anche le entrate per le casse dello Stato e, indirettamente, diminuire le spese per il Servizio Sanitario Nazionale che avrà, auspicabilmente, meno malattie da curare.
Tra le altre, ha ricordato che è utile mettere a disposizione degli ex fumatori dei preparati di nicotina per attenuare il bisogno di sigaretta. Sebbene questa sia solo una forma di compensazione, che non risolve il problema della dipendenza, è certamente un modo per ridurre considerevolmente l'intossicazione da sostanze cancerogene e infiammatorie responsabili di diversi tipi di tumore, infarti cardiaci e malattie respiratorie.

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Crediti immagine: Mohammed Ibrahim/Unsplash

I tre autorevoli mittenti della lettera pubblicata sul numero del 5 luglio della rivista Lancet indicano in 186.000 la stima dei decessi attribuibili al conflitto nella Striscia di Gaza. Decessi diretti, quelli contemporanei alle azioni belliche, e decessi indiretti, quelli successivi attribuibili alla distruzione delle infrastrutture sociali e sanitarie, agli esiti invalidanti sulla popolazione, all’aumento delle patologie croniche e alle malattie infettive.