Ins. ref. prof.ssa Michela Rossetti, prof.ssa Luigina Castelli
Tutor Alfredo Tifi
Le due classi riunite di 41 allievi sono state
divise in 4 gruppi, A, B, C, D, con il compito di studiare l'aria sulla base del
percorso tracciato dalle schede guidate. Per le fasi sperimentali del lavoro
(pomeridiano) si sono impegnati 3 pomeriggi da due ore l'uno, a distanza di
diverse settimane tra una unità e l'altra. Per la realizzazione di test e delle
riflessioni - verbalizzazioni necessarie, le insegnanti di scienze, nelle
proprie classi, hanno utilizzato altri spazi orari.
Anche l'insegnante Valeria Bellucci, al secondo anno di sperimentazione, ha
seguito autonomamente un percorso parallelo nella propria classe 1ª A.
1ª DIMOSTRAZIONE: aspirazione dell'aria dalla beuta
Dalla beuta è
stata tolta metà dell’aria. Ovviamente non è possibile vedere l’aria. Ma
si può sentire, ad esempio, il soffio che essa produce rientrando nella beuta.
Immaginiamo ugualmente di possedere degli occhiali “magici” che consentano
di vedere l’aria e di ingrandirla.
quale parte della beuta rimane
senza aria?
L'esperimento è stato condotto con una campana di vetro e pompa a vuoto manuale. Le discussioni di gruppo hanno prodotto questi disegni e descrizioni.
Gruppo A: L'aria occupa tutto lo spazio a disposizione. | Gruppo B: 1. aria spinta da forze di coesione; 2. agitazione termica, cioè l'aria è sparsa. | Gruppo
B1 1. L'aria è molto stretta, molto compressa, in quanto è parecchia
(molta forza di coesione) 2. L'aria non è presente completamente, ma solo in modo parziale. L'aria è in movimento in quanto è poca (poca forza di coesione). |
Gruppo B2 | Gruppo C | Gruppo D1 |
Gruppo
D2 1. L'aria è distribuita regolarmente 2. L'aria è rimasta ai lati |
Gruppo D3 |
L'ipotesi del gruppo A rispecchia la situazione macroscopica. I suoi punti deboli sono che non risponde alla domanda "dove manca l'aria", ma tiene conto del fatto che l'aria tende sempre a occupare tutto il volume a disposizione.
Le ipotesi del gruppo B sono accomunate dal fatto che l'aria residua lascia dei vuoti localizzati, in certa misura dispersi. I domini in cui è suddivisa l'aria residua sono immaginati cangianti in forma e mobili. Un punto debole dell'ipotesi, che comunque spiega dove manca l'aria, è che restano intere regioni senza aria. Si noti che le conoscenze puramente scolastiche pregresse, sulle forze di coesione e sull'agitazione termica, sono completamente inutili nel fornire una rappresentazione corretta dell'aria, poiché esse non sono state né costruite né integrate autonomamente in una rete concettuale coerente e significativa. La forza di coesione è associata al grado di compattezza dell'aria anziché a una forza interna. Questa misconcezione dovrà essere corretta.
L'ipotesi del gruppo C è sostanzialmente corpuscolare. I punti di forza sono che l'aria occupa tutte le regioni dello spazio e nello stesso tempo si riconoscono gli spazi vuoti.
Le ipotesi del gruppo D localizzano l'aria residua in una parte del recipiente. In basso D1 ed esternamente gli altri due gruppi. Non sono date giustificazioni per queste ipotesi, anche se la D1 può essere sostenuta dal fatto che l'aria residua ha un peso; oppure il fatto che si concentri in basso spiega la difficoltà a sollevare la cupola di vetro.
2ª DIMOSTRAZIONE:
il volume dell'aria contenuto nella
siringa viene ridotto al 50%
a) Come fa l’aria che si trova in fondo alla siringa ad accogliere altra aria, quando premiamo il pistone?
L’aria
è comprimibile ed elastica: gruppi C, A
L’aria è formata da particelle: gruppo D1
Ci sono spazi vuoti tra le particelle: gruppo D2
In
fondo alla siringa c’è più aria compressa: gruppo B
b) Quale ipotesi disegnata nelle beute spiega meglio come si possa comprimere l’aria?
Si
stringe e si comprime: gruppo B
L’ipotesi del gruppo C: gli altri gruppi
c) Che cosa ha di speciale la struttura dell’aria che ne permette la compressione?
E’
comprimibile ed elastica: gruppo C
Ci sono i vuoti: gruppi D1, D2
Senza risposta: gruppo A
3ª DIMOSTRAZIONE: il volume della
siringa viene portato al 5 - 10 %
Rispondere
alle seguenti domande
Lo
spazio vuoto: gruppi B, D1, D2
Lo spazio occupato dalle particelle: gruppo C
Senza
risposta: gruppo A
e) Perché non si
può raggiungere un volume nullo anche comprimendo con
Perché
le particelle occupano uno spazio e non entrerebbero in uno spazio così piccola:
gruppi C, B, D1
Perché ci sono vuoti e le particelle si aggregano: gruppo D2
Senza
risposta: gruppo A
4°
dimostrazione: l’odore
diffonde da una boccetta lasciata aperta
Come fa il profumo a raggiungere il naso?
5°
dimostrazione: L’ammoniaca
evapora e diffonde nel tubo chiuso ·
Come
fa l’ammoniaca a muoversi se il tubo è chiuso e pieno d’aria? 3
risposte: B; 1 risposta: C; 5 risposte: D 6°
dimostrazione: il
pistone rientra “da solo” nella siringa se, dopo essere stato sollevato,
viene rilasciato. 1 risposta: C; 7 risposte: D; 1 gruppo ha dato 2 risposte
2 gruppi hanno dato 2 risposte·
Il pistone si mette in moto perché
· 1 sola risposta: bisogna aggiungere il movimento delle particelle
7°
Dimostrazione. Se
un palloncino di gomma chiuso con poca aria viene introdotto nella beuta, e da
questa si aspira l’aria, cosa accadrà
al palloncino?
3 risposte: A; 2 risposte: C; 2 gruppi non hanno risposto
· Disegna gli ingrandimenti prima e dopo l’aspirazione dell’aria. | La dimostrazione è stata realmente effettuata col seguente risultato | |
Nessun disegno |
prima |
dopo (vuoto) |
8°
Dimostrazione: l’aria
di una bottiglia di vetro vuota, tenuta capovolta con l’imboccatura in un
becher con acqua, fuoriesce formando delle grandi bolle.
·
Perché non si formano bolle
d’aria lasciando la bottiglia da sola?
·
Qual è l’effetto della
temperatura sull’aria e sulle sue particelle?
Dimostrazione 8: nessuna risposta
9°
Dimostrazione
L’antitarme è posto sulla bilancia e dopo un po’ si sente l’odore.
Come si origina l’odore?
A. È un gas
che si stacca dalle particelle dell’antitarme;
B. Le
particelle da solide diventano gassose;
D. Il gas
proviene dagli spazi tra i cristalli;
E. Il gas è
contenuto all’interno dei cristalli.
3 gruppi hanno risposto C; 1 gruppo ha risposto B e C
10°
Dimostrazione Un cristallo di colorante si scioglie
anche stando fermo nel liquido e più velocemente in acqua calda.
·
Come
si può estendere ai solidi e ai liquidi il modello particellare?
2° gruppo: con il calore 3° gruppo: le particelle, essendo libere, si espandono quando i
solidi si sciolgono 4° gruppo: non ha risposto ·
Cosa tiene unite le
particelle nei liquidi e nei solidi? Come spiega il modello particellare il
fatto che il colorante si diffonde più velocemente nell’acqua calda? A. Perché le
sue particelle si muovono più velocemente; 11°
Dimostrazione
due gocce d’acqua si avvicinano sul film di polietilene e solo quando vengono
a contatto si uniscono. Le due gocce si sono unite perché,
secondo il modello particellare, A. c’era
attrazione tra le gocce C’è un
ultimo tassello da aggiungere al modello particellare per completare il quadro
della materia solida e liquida (stati condensati). Quale? 3 gruppi: forze di
coesione; 1 gruppo non ha risposto Cosa
succede alle particelle dell’alcol mentre scompare dalla mano? a causa del loro moto si disperdono nell’aria evaporano si trasformano in odore smettono di attrarsi e diventano libere 1 gruppo ha dato 2
risposte In base al modello particellare, perché
l’alcol evapora? perché le
sue particelle si muovono e di tanto in tanto vincono le forze di attrazione Perché le
sue particelle sono urtate dalle particelle dell’aria e trascinate via
Nessuna risposta Per ogni
fenomeno riconosci la spiegazione data dal modello particellare 1.
Alla luce del modello particellare dell’aria, perché un pallone
gonfiato d’aria diventa duro? perché
le particelle sono pressate e a contatto le une sulle altre perché
è pieno e pesa di più perché
miliardi di particelle, movendosi a caso, colpiscono le sue pareti interne perché
l’aria compressa preme per uscire 2.
Un pallone viene forato da un chiodo e si sgonfia. Qual è la spiegazione data
dal modello particellare? Si
sgonfia perché è pressato dalla pressione dell’aria esterna, che fa
uscire quella interna Si
sgonfia perché le particelle dell’aria che colpiscono il foro invece di
rimbalzare escono Si
sgonfia perché la gomma è elastica e cerca di restringersi Si
sgonfia perché tutte le particelle vogliono uscire e si dirigono
all’istante verso il buco 3.
Quando si aspira il succo di frutta da una busta di cartone, questa si
schiaccia. Lo stesso non succede se il foro è più largo della cannuccia. Come
si spiega il fenomeno in base al modello particellare? Si
schiaccia perché noi succhiamo il liquido Si
schiaccia perché le particelle dell’aria all’esterno urtano le pareti
della busta con più forza della poca aria rimasta dentro Si
schiaccia perché la busta cerca di recuperare la sua forma originale Si
schiaccia perché le particelle dell’aria non hanno nessuna apertura da
cui entrare 4. Cosa
succede se si cerca di aspirare la bibita da un recipiente rigido (bottiglia di
vetro), se la cannuccia aderisce perfettamente al foro sul tappo? Non
si beve nulla perché la pressione, data dagli urti delle particelle
dell’aria esterna, non riesce a deformare la bottiglia e quindi a spingere
il liquido a uscire Non
si beve nulla perché si schiaccia la cannuccia e impedisce l’uscita del
liquido Si
beve con facilità perché le particelle dell’aria possono comunque
premere sulla superficie del liquido passando dalla cannuccia. Si
beve dalla bottiglia chiusa con la stessa facilità di una busta di cartone,
dato che il liquido esce a causa del vuoto che creiamo succhiando. Riepilogo delle risposte al questionario
finale Conclusione
delle insegnanti Dall’analisi
delle risposte, risulta che il concetto di pressione non è stato ben assimilato
e che gli alunni, come era prevedibile, non hanno ancora raggiunto una capacità
di astrazione sufficiente a spiegare i fenomeni naturali, applicando il modello.
E’ possibile ripartire da tali considerazioni per sviluppare le future
attività del progetto SeT.
Difficoltà
riscontrate: 1)
troppo tempo tra un’esperienza e l’altra 2)
troppi alunni per classe, in un’aula di dimensioni non adeguate 3)
attività svolte al pomeriggio, dopo la mattinata di scuola 4)
incompleto svolgimento delle attività prerequisite sul concetto di
modello Gli
allievi presentano resistenze nell’usare il modello particellare per spiegare
i fenomeni e i fatti sperimentali. Queste resistenze sono in parte fisiologiche
per l’età, ma anche dovute alle difficoltà sopra citate.
B. Perché le
particelle dell’acqua calda sono più veloci;
C. Perché sia
le particelle dell’acqua sia quelle del solido si muovono più rapidamente
D. Perché
l’acqua calda ha maggiore capacità di sciogliere i solidi.
B. le
particelle dell’acqua si attraggono
C. per assumere
una forma vicina alla sferica
D. le superfici
a contatto si premono
1 risposta: B
4 risposte: D
1 gruppo ha dato una sola risposta
I cristalli di antitarme col tempo si
rimpiccioliscono. A sinistra delle frecce c'è un piccolissimo cristallo fatto
da poche particelle.
Quale disegno, A, B, C, spiega meglio la riduzione delle dimensioni del
cristallo?
QUESTIONARIO
FINALE (individuale)
(10 a; 4 b; 3 c; 24 d)
(12 a; 4 b; 4 c; 20 d)
(7 a; 20 b; 0 c; 14 d)
(8 a;
7 b; 12 c; 13 d)
5.
Copia nel cerchio vuoto l’ingrandimento che ritieni più verosimile per una
piccola porzione d’aria compressa, secondo il modello
particellare.
(19 a; 0 b; 2 c; 18
d)
Totale alunni = 41
(a)
(b)
(c)
(d)
senza risposta
Domanda
1
10
4
3
24
Domanda
2
12
4
4
20
1
Domanda
3
7
20
14
Domanda
4
8
7
12
13
1
Domanda
5
19
2
18
2
Gli
allievi tendono ad attribuire caratteristiche del mondo macroscopico alle
particelle: sono solide le particelle dei solidi, liquide quelle dei liquidi e
gassose quelle degli aeriformi. Che non si tratti di un problema linguistico è
dimostrato dal fatto che diversi allievi affermano che le stesse particelle si
trasformano da solide a gassose nella sublimazione, cioè attribuiscono ad esse
dei cambiamenti e non riescono a immaginare particelle che non siano né solide
né liquide né gassose. Occorre costruire delle attività che li aiutino a
pensare agli stati della materia come derivanti dal modo di stare insieme di
molte particelle.
Le
loro conoscenze sulle forze di coesione, precedenti all'unità didattica, hanno
interferito con lo sviluppo di un concetto di pressione adeguato e basato sul
moto molecolare.