Report 01 – 02- 07
Macchine operatrici con i Blocchi logici. Classe prima D. di Pina Feliciotti
In aggiunta ai due meccanismi, già inventati e provati dai
bambini precedentemente:
1. tutti i grandi diventano piccoli e tutti i piccoli
diventano grandi e
2. tutti i piccoli diventano grandi e i grandi rimangono
grandi,
ne sono stati preparati da me altri
5. Un bambino sceglie il n.7, che si affida alla
macchina “Marco”.
1. Cosa fa la Macchina
“Marco”, (meccanismo n.7) ?
n.
esp
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Entra
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Esce
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1
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Triangolo grande giallo spesso
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Quadrato grande giallo spesso
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Ipotesi
di Lorenzo: i grandi e gialli diventano quadrati
+
Omar; “e i quadrati diventeranno triangoli”
+
Lorenzo: “i quadrati rimangono quadrati” (è stato
chiesto ai bambini se queste ultime due ipotesi potessero essere entrambe
vere)
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2
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Quadrato grande giallo e spesso
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Cerchio grande giallo e spesso
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Ipotesi:
i non-quadrati diventano quadrati
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3
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Cerchio grande giallo e spesso
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Quadrato grande giallo e spesso
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4
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Rettangolo grande giallo e spesso
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Quadrato grande giallo e spesso
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5
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Rettangolo grande blu e spesso
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Quadrato grande blu e spesso
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Ritenendo
confermata l’ipotesi di Lorenzo, si passa a controllare cosa diventano i quadrati
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6
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Quadrato piccolo rosso e sottile
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Cerchio piccolo rosso e e sottile
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7
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Quadrato grande blu e spesso
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Cerchio grande blu e spesso
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Conclusione:
Tutti i quadrati diventano cerchi e tutti i non-quadrati diventano quadrati
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A questo punto la “macchina” legge il meccanismo: “tutti i non- quadrati diventano quadrati e i
quadrati diventano cerchi”.
La lavagna con la traccia degli esperimenti e delle ipotesi della prima
indagine
I bambini scelgono ora il meccanismo n.1
e lo affidano alla “macchina Filippo”. Questa volta anche i bambini-scienziati
disegnano la tabella sul loro quaderno, come alla lavagna.
2. Cosa fa la
Macchina “Filippo”, (meccanismo n.1)?
n.
esp
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Entra
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Esce
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1
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Cerchio piccolo giallo e sottile
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Cerchio grande giallo e sottile
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Tutti
i piccoli diventano grandi e i grandi diventano piccoli (la seconda parte è stata corretta per
mancanza di evidenze)
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2
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Cerchio grande giallo e sottile
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Cerchio piccolo giallo e sottile
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Tutti
i piccoli diventano grandi e i grandi diventano piccoli
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Suona la campanella: occorre fare altre
prove per verificare che la teoria sia corretta.
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Una “macchina” pronta a trasformare blocchi
Considerazioni
- prima di iniziare ho verificato il possesso del
concetto del “non-quadrato” chiedendo di prendere a dei bambini, in
successione: a) un quadrato; b) un non-quadrato; c) un non-quadrato avente una forma
diversa di quella già scelta e d)
un non-quadrato avente forma e colore diversi dal precedente. Vista la
prontezza dei bambini in tali scelte, ho deciso di provare col meccanismo n.7 nonostante esso fosse alquanto complesso. Solo al
primo esperimento Marco ha dovuto farsi aiutare dalla maestra. Poi è
andato avanti da solo.
- Una
seconda serie dei blocchi in ingresso era disposta ordinatamente sopra lo
scatolone della macchina, in sedici gruppi da tre pezzi l’uno, ciascuno
con una forma, una grandezza e uno spessore e tre diversi colori.
- durante la ricerca i bambini sono stati chiamati
“scienziati” e le loro previsioni (spontanee) “ipotesi”. Essi utilizzano
spontaneamente il “si trasforma in “ o “è trasformato in”. Non tutti
utilizzano spontaneamente il “se..”.
- Incredibilmente
i bambini dimostravano di sentire la necessità della simmetria delle
trasformazioni: se i triangoli diventano quadrati allora i quadrati
saranno trasformati in triangoli”, e altre aspettative similarmente
simmetriche. Sorprendente anche la loro esigenza di completare i modelli
di trasformazione in modo da contemplare tutti i casi possibili (subito
alla prima ipotesi). L’assemblaggio delle diverse ipotesi, per prevedere
gli esiti di tutti i blocchi, l’ho chiamato “costruzione di una teoria”,
incitando gli scienziati a costruire la loro teoria. Resta da definire
termini come “esperimento”, registrazione dei dati, verifica, conferma, teoria
conclusiva ecc.
- Inizialmente
la tendenza era di effettuare prove successive senza registrare nulla. La maestra
ha iniziato prima a scrivere per esteso le quattro proprietà dei blocchi
in ingresso e in uscita, ma poi ha optato per i disegni con gessetti a
colori, con una marcatura per differenziare lo spessore. Questa forma di
codifica si è dimostrata molto praticabile dai bambini, che riuscivano
così facilmente a consultare le prove già fatte (essi sono stati invitati
a rivedere le prove, a contare quante volte si era provato con i
non-quadrati e quante volte con i quadrati, per far nascere in loro
l’esigenza di approfondire in modo bilanciato i vari aspetti della teoria
in costruzione.)
- In
ogni caso i bambini dimostravano una preferenza per le forme, al secondo posto per la grandezza, al terzo per il
colore e nessuna attenzione per lo spessore. Questa constatazione,
unitamente alla necessità che anche i bambini inizino a codificare sul
loro quaderno (e la maggior parte di loro hanno difficoltà a rappresentare
lo spessore) ci induce a lavorare con sole tre proprietà per la prima
fase.
- Al
settimo esperimento è stato chiesto alla macchina di aspettare, perché i
bambini volevano predire il blocco prima che
uscisse. Quindi l’uscita del Cerchio grande blu e spesso è stata
anticipata correttamente.
- Alla
fine della prima indagine i bambini erano consapevoli di aver risolto in
modo perfetto un caso difficile ed erano felici per questo. Dovremo però
inventare dei rituali e cerimoniali per incrementare il coinvolgimento
affettivo in simili “imprese”, e anche costruire occasioni di rievocazione
di queste piccole conquiste, in modo da agganciare alunni che mostrano una
predilezione per gli aspetti fantasiosi e anche in modo da consolidare i
principi del metodo scientifico all’interno di un’identità
storico-narrativa di tutta la classe.
- Alterneremo
alcune attività di indagine scientifica che faranno utilizzo dello stesso
armamentario “celebrativo” e degli stessi principi di metodologia di
ricerca scientifica, ma su esperimenti più centrati su oggetti e materiali
misteriosi, che non su aspetti puramente logici.
- Dovremo
valutare anche la divisione in gruppi per facilitare il controllo e
incrementare il grado di partecipazione attiva.
- La
classe ha dimostrato di reggere bene all’attività, nonostante sia stata
necessaria più di mezzora per lavorare al solo
meccanismo numero 7. Questo non fa che confermare quanto sia valido soffermarsi a riflettere sulle situazioni
presenti e passate. Eviteremo finché possibile di assecondare il desiderio
dei bambini di passare subito all’atto successivo, al voler andare avanti
senza aver esaminato il presente, al vedersi sempre presentate delle
novità per ottenere la loro attenzione. È un circolo vizioso che
predispone all’apprendimento meccanico, al quale i bambini sono già
predestinati dalla società dei consumi; quindi non occorre che anche a
scuola i bambini siano sottoposti a “bombardamenti” di immagini ed altro e
al dover procedere sempre nella fretta e nella confusione. Ho apprezzato
molto il fatto che al suono della campanella per la pausa pranzo, nessun
bambino ha spento la mente e interrotto ciò che stava facendo e,
nonostante l’arrivo della maestra che li avrebbe accompagnati, l’attività
è stata chiusa “salvando le impostazioni”.