Eugenio Beltrami (Cremona, 1836 – Roma, 1900) è un matematico lombardo formatosi all’Università di Pavia. Qui, in realtà, frequenta per soli tre anni il corso di studi presso il Collegio Ghislieri – avendo come maestri Antonio Maria Bordoni e Francesco Brioschi – da dove viene espulso in ragione delle sue simpatie manifeste per il movimento risorgimentale. Non potendo contare sull’aiuto della famiglia nel 1856 deve abbandonare gli studi.
Lavora alla Ferrovie Lombardo-Venete, ma riesce a frequentare l’Osservatorio di Brera a Milano e, seguito da Brioschi, a coltivare i suoi studi matematici. Così nel 1862 firma il suo primo artico e, sempre per interessamento di Brioschi, diventa professore straordinario di algebra a geometria analitica presso l’università di Bologna. Inizia così un lungo giro di insegnamenti per l’Italia, prima di sistemarsi definitivamente a Roma. Nel 1898 succede proprio a Brioschi quale Presidente dell’Accademia dei Lincei. Nel 1899 viene nominato Senatore del Regno.
I suoi interessi matematici sono per le geometri non euclidee, con studi importanti nel campo degli spazi a curvatura costante.
Il suo risultati più significativo è contenuto nel "Saggio sopra un'interpretazione della geometria non euclidea" del 1868, dove dimostra che esiste un modello della geometria piana di Lobačevskij: una varietà a due dimensioni a curvatura costante negativa s cui vale in tutta la sua estensione la geometria iperbolica. Fuori dal gergo della geometria differenziale, significa che Beltrami ha trovato una concreta possibilità di legare la geometria proposta da Lobačevskij e da János Bolyai con la geometria non euclidea di Riemann.
Beltrami si occupa anche della geometria non euclidea di Riemann in generale e collabora direttamente con il matematico tedesco a Pisa, oltre che con Gregorio Ricci Curbastro.
Si occupa anche di fisica matematica, con significativi lavori nel campo della teoria dell’elasticità.
Vi ha qualche cosa abbastanza strana nella vita di questo scienziato, che merita di essere ricordata sovra ogni altra, e torna sostanzialmente in onor suo; vale a dire che il Beltrami, dopo aver seguito il terzo anno del corso di matematica nell'Università di Pavia, fu costretto da critiche circostanze di famiglia ad abbandonare gli studi, cosicché il dotto e celebrato professore non possedeva il diploma della laurea, allorché nel 1862 venne eletto professore straordinario di algebra complementare nella Università di Bologna. Però, fino dal 1856, il nostro bravo collega veniva approvato dottore in scienze naturali nell'Università di Bologna. […] Modesto oltre ogni dire, premuroso, degli altri sempre, e non di se stesso, non si mise mai in vista fuori della cerchia degli scienziati (Giuseppe Saracco, Presidente del Senato del Regno)