Felice Ippolito (Napoli, 1915 – Roma, 1997), geologo e ingegnere, nonché parlamentare, è stato il protagonista negli anni Sessanta di un caso (il “caso Ippolito”, appunto) decisivo per il mancato sviluppo dell’energia nucleare in Italia.
Nato a Napoli il 16 novembre 1915, Felice Ippolito si laurea in Ingegneria civile e si specializza in Geologia diventando, nel 1950 a 35 anni, titolare della cattedra di Geologia applicata presso l’ateneo partenopeo. Due anni dopo, nel 1952, è chiamato a dirigere il neonato Comitato Nazionale per le Ricerche Nucleari poi divenuto CNEN (Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare) nel 1960. Ha maturato competenze sul tema con le sue ricerche geologiche dei minerali di uranio. Nella veste di segretario generale del CNEN, Felice Ippolito, in stretto collegamento con il fisico Edoardo Amaldi, promuove un programma di sviluppo largamente autonomo del nucleare civile in Italia, il che lo mette in rotta di collisione con molti interessi, in Italia e all’estero, legati all’industria del petrolio ma anche alla stessa industria nucleare.
Entrato nel Consiglio di Amministrazione della neonata ENEL, un anno dopo la morte di Enrico Mattei in un attentato e dopo una campagna di stampa avviata, nell’agosto del 1963, dal segretario del Partito Socialdemocratico, Giuseppe Saragat, secondo cui Ippolito con i suoi progetti sul nucleare sperpera denaro pubblico, viene prima sospeso dall’incarico e poi rinviato a giudizio, processato e condannato nel 1964 per peculato per la gestione del CNEN e condannato a 11 anni di carcere. Nel corso del processo è difeso dalla comunità dei fisici. Considerano l’accusa una clamorosa assurdità. In appello, nel 1966, la condanna viene ridotta a 5 anni e 3 mesi. Infine Saragat, diventato Presidente della Repubblica, gli concede la grazia. Un anno dopo l’uscita dal carcere, Ippolito assume la direzione dell’Istituto di geologia dell’Università di Napoli.
Importante la sua attività nell’ambito della diffusione della cultura scientifica. Ha diretto Sapere e Le Scienze, edizione italiana dello Scientific American. Così come quella in ambito politico. Negli anni Cinquanta fonda con Marco Pannella il Partito Radicale. Dal 1979 al 1989 è parlamentare europeo, eletto come indipendente nelle liste del PCI. Si interessa di politica della ricerca, ma anche di filosofia della scienza.
Felice Ippolito incontrò Amaldi nel corso di uno studio sulle lave vesuviane. Si intesero subito sulla necessità di sviluppare la ricerca nel settore nucleare e, nel 1952, dettero vita al Centro Nazionale Ricerche Nucleari (Cnrn). Ippolito, il più giovane, ne divenne Segretario; quattro anni più tardi, Segretario Generale. Il Cnrn si trasformò in Cnen, Comitato Nazionale Energia Nucleare: Amaldi e Ippolito cercarono di legare le sorti della ricerca in Italia a quelle dell’Europa e del resto del mondo (Carlo Bernardini)
I petrolieri desiderosi di smistare barili e costruire nuovi impianti di raffinazione, avevano tutto l’interesse che l’Italia non sviluppasse una politica nucleare alternativa al petrolio. E il mio tentativo di creare un’industria nucleare italiana urtava appunto gli interessi delle Sette Sorelle […) che dominavano il mercato mondiale (Felice Ippolito)
Il Corriere della Sera annuncia l’arresto di Ippolito