newsletter finesettimana #5
Buon venerdì,
questa settimana leggiamo della controversa rappresentazione dell'incertezza
nel sistema di consulenza scientifica al governo britannico all'inizio dell'epidemia di COVID-19,
del Parlamento spagnolo che va verso l'istituzione di un ufficio di consulenza scientifica,
dei tentativi degli Stati Uniti di regolare le grandi aziende tecnologiche,
di riconoscimento facciale sui bambini di Buenos Aires,
del premio Nobel per l'economia
e della prima toilette per donne costruita dalla NASA per la Stazione Spaziale Internazionale.
L'approfondimento di questa settimana riguarda il rapporto sul settore energetico
pubblicato dalla Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA) che ci dice che
la crisi dovuta alla pandemia non basta a raggiungere gli obiettivi dell'accordo
di Parigi: servono politiche più coraggiose (e questo è il momento giusto) e
serve un cambiamento nei nostri comportamenti (specialmente se siamo molto ricchi).
Buona lettura e al prossimo venerdì (per segnalare questa newsletter
agli amici
ecco il link per l'iscrizione
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SEI PEZZI BELLI
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1 La percezione dell'incertezza nella consulenza scientifica durante la pandemia
Nel Regno Unito c'è chi sostiene che la minimizzazione dell'incertezza
sul tempo di raddoppio dei casi all'inizio di marzo ha causato un
ritardo nell'imposizione del lockdown che potrebbe aver causato
migliaia di vittime in più.
Un'analisi del sistema di consulenza scientifica britannica indica
che questa minimizzazione potrebbe essere dovuta a una confusione di ruoli:
coloro che sedevano nei comitati scientifici a servizio del Governo erano
gli stessi che formulavano i modelli epidemiologici per stimare
il tempo di raddoppio
[Nature - Humanities and Social Science Communications]
2 Il Parlamento spagnolo va verso l'istituzione di un ufficio di consulenza scientifica
Martedì alcuni membri del Congresso spagnolo hanno incontrato
i rappresentanti dell'iniziativa #CienciaenelParlamento per discutere
delle possibili forme che potrebbe avere l'attività dell'ufficio di
consulenza scientifica al servizio dei deputati di cui sostengono l'istituzione
da quasi due anni. L'iniziativa aveva già ricevuto l'approvazione della
precedente legislatura e potrebbe presto diventare realtà
[El Diario]
3 Gli Stati Uniti vorrebbero regolare le big tech, ma è fattibile?
× Il 4 ottobre il la commissione della Camera
degli Stati Uniti per l'antitrust e la legge amministrativa e commerciale
ha reso pubblico il documento finale dell'inchiesta sulla competizione nel
mercato delle compagnie digitali, proponendo lo scorporo delle compagnie per
poter eliminare le posizioni di monopolio e una radicale riforma
delle leggi sull'antitrust per imporre divieti più severi alle acquisizioni
all'interno dello stesso settore
[The New York Times]
× Gli Stati Uniti sembrano insomma voler riguadagnare
terreno rispetto alla regolamentazione europea in materia
[The New Yorker]
× Tuttavia, pochi giorni prima che il Congresso
rendesse pubblico il documento, Facebook ha definito impercorribile
lo scorporo delle aziende tecnologiche, riferendosi in particolare
alle recenti acquisizioni di Instagram e WhatsApp. 'Too big to break' è il
nuovo 'too big to fail'
[The Wall Street Journal]
4 Riconoscimento facciale usato a Buenos Aires per tracciare bambini sospettati di aver commesso dei crimini
Il sistema di riconoscimento facciale introdotto nella capitale argentina ad aprile del 2019,
senza alcuna consultazione pubblica, è collegato al database CONARC,
un file di testo non protetto da alcuna password e scaricabile in rete.
CONARC raccoglie i nomi, le date di nascita e i documenti dei cittadini
sospettati dei più svariati crimini. Il più giovane di questa lista ha poco meno di 4 anni.
Un'indagine della ONG Human Rights Watch ha scoperto che questo sistema servirebbe
a individuare i sospettati nelle immagini delle telecamere di sorveglianza
della metropolitana e inviare una pattuglia per l'arresto. Oltre ad aver illegalmente
pubblicato i nomi dei sospettati, pare che in diverse occasioni
siano state arrestate persone innocenti. Il tasso di errore
potrebbe essere fino a sei volte più alto per i bambini tra i 10 e 16 anni
visto che questi algoritmi sono allenati su immagini di adulti
[MIT Technology Review]
5 Premio Nobel per l'economia 2020 a due specialisti dei meccanismi di asta
Lunedì l'Accademia svedese delle scienze ha premiato i due economisti
dell'Università di Stanford Paul Milgrom e Robert Wilson, due
specialisti dei meccanismi d'asta che hanno modellizzato, in particolare, le situazioni
in cui i partecipanti non hanno una conoscenza completa del valore del bene in vendita
e delle informazioni in possesso dei loro avversari.
I loro lavori hanno trovato numerose applicazioni,
in particolare nei meccanismi di assegnazione delle frequenze per
la telecomunicazione mobile e nel mercato dell'energia elettrica
[Le Monde]
6 La NASA ha costruito la prima toilette per donne per la Stazione Spaziale Internazionale
Lo Universal Waste Management System è la nuova toilette da
23 milioni di dollari progettata dalla NASA. Il nuovo design è
stato concepito con l'aiuto di astronaute donne per permettergli
di urinare e defecare contemporaneamente, un'operazione
estremamente complicata
con il modello attuale installato sulla parte americana della
stazione spaziale internazionale. La tipo di toilette utiizzato
finora risale infatti agli anni '90 ed è stato ispirato da un modello
sovietico che teneva in considerazione esclusivamente l'anatomia
e i bisogni maschili
[The Atlantic]
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LA PANDEMIA NON BASTA, SERVE UNA VERA TRANSIZIONE ENERGETICA
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Martedì l'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA) ha pubblicato il suo
World Energy Outlook 2020,
il rapporto annuale in cui riassume le previsioni a 20-30 anni per
il settore dell'energia in diversi scenari politici ed economici,
dedicando però un'attenzione particolare ai prossimi dieci anni
e all'uscita dalla crisi causata dalla pandemia.
Ci sono molti aspetti inediti nel rapporto di quest'anno. Il primo
è che manca lo scenario business as usual sostituito
da quello denominato stated policies scenario (STEPS), in cui
si assume che la pandemia termini nel 2021, l'economia ritorni ai livelli
pre-crisi nello stesso anno, mentre la domanda di energia solo nel 2023 e
si tengono in considerazione le politiche energetiche incluse negli
interventi già pianificati dagli Stati per uscire dalla crisi.
Il secondo elemento di novità è che per la prima volta la IEA
modellizza due scenari rilevanti per la lotta al cambiamento climatico.
Il primo è lo scenario chiamato sustainable development scenario (SDS)
in cui una serie di misure aggiuntive permettono di raggiungere il livello zero di emissioni nette di gas serra entro il 2070
e di contenere l'aumento della temperatura globale rispetto ai livelli preindustriali
a 1,65°C con il 50% di probabilità.
Il secondo è il net zero emissions by 2050 case (NZE2050),
che individua una serie di interventi molto più incisivi
nel settore dell'energia per
raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 e avere il 50% di probabilità
di contenere l'aumento della temperatura a 1,5°C, l'obiettivo più
ambizioso dell'accordo di Parigi.
L'ultimo aspetto inedito è il fatto che la IEA attribuisca un grande peso
ai comportamenti individuali tra gli interventi nel settore energetico,
considerando necessari cambiamenti radicali nei nostri stili di vita
in particolare nello scenario NZE2050.
Oltre agli scenari che abbiamo già nominato, stated policies,
sustainable development e net zero emissions by 2050, la IEA ne
considera un quarto, il delayed recovery scenario (DRS).
In questo scenario la crisi dovuta alla pandemia si prolunga più
al lungo del previsto, l'economia globale ritorna a livelli pre-crisi
solo nel 2023 e la domanda di energia nel 2025, ma le politiche energetiche
non cambiano rispetto a quanto dichiarato finora.
La crescita nella domanda
di energia, che nel 2019 ci si aspettava sarebbe stata del 12% entro il 2030,
si ferma al 9% nello scenario stated policies, con l'aumento dei Paesi emergenti a compensare il rallentamento
dei Paesi ricchi. Tuttavia, questo non è sufficiente
a garantire che il nostro pianeta si metta sulla traiettoria
indicata dall'accordo di Parigi.
"La recessione economica ha temporaneamente soppresso le emissioni,
ma la bassa crescita economica non è una strategia a basse emissioni,
è una strategia che servirebbe solo a impoverire ulteriormente
le popolazioni più vulnerabili del mondo", ha affermato Fatih Birol,
direttore della IEA e ha aggiunto: "solo modifiche strutturali
al modo in cui produciamo e consumiamo l'energia possono invertire
stabilmente la crescita delle emissioni".
La domanda di energia. La pandemia ha prodotto uno
shock anche nel settore dell'energia. Si prevede che la domanda
di energia nel 2020 sarà il 5,3% più bassa di quella del 2019,
con il petrolio a -8,5%, il carbone a -6,7%, il nucleare a -4,5%,
il gas a -3,3%. Solo le rinnovabili fanno eccezione con una crescita
rispetto allo scorso anno dello 0,9%. Il grafico sotto mostra, per ciascuno
dei quattro scenari, la
variazione nella domanda di energia
tra il 2019 e il 2030 per ciascuna fonte.
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Variazione nella domanda di energia tra il 2019 e il 2030 in miliardi di tonnellate di petrolio equivalente.
Dati:
World Energy Outlook 2020.
Elaborazione grafica:
Carbon Brief.
Licenza:
Creative Commons.
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Come si vede, i combustibili fossili passano da un basso tasso di crescita
a consistenti tassi di decrescita man mano che l'ambizione 'verde'
delle politiche aumenta.
Questo è dovuto a due fattori. Da una parte l'implementazione di politiche
di transizione energetica, dall'altra al fatto che l'energia solare
sta diventando sempre più economica,
in particolare quella prodotta da impianti fotovoltaici su larga scala
e in alcuni casi è la fonte di energia più economica in assoluto.
I crescenti incentivi finanziari
e la diffusione di tecnologie sempre più mature, hanno spinto la IEA
a rivedere al ribasso il costo del capitale
per chi intende costruire nuovi impianti fotovoltaici.
Se nel 2019 era stimato intorno al 7-8%, quest'anno scende fino al 2,6-5%
in Europa e Stati Uniti, al 4,4-5,5% in Cina e all'8,8-10% in India.
In termini assoluti, il costo livellato dell'energia da solare fotovoltaico
(che tiene conto anche della spesa sostenuta per costruire e mantenere in attività
l'impianto durante il suo intero ciclo di vita e dunque permette di confrontare le
diverse fonti di energia) è di 30-60$/MWh in Europa e Stati Uniti e di
20-40$/MWh in Cina e India, al di sotto dei costi livellati dei nuovi impianti a carbone
e dello stesso ordine di quelli degli impianti a carbone esistenti.
Il risultato è che già nello scenario STEPS, il più conservativo dal punto
di vista delle politiche ma il più ottimista dal punto di vista
economico, è previsto un aumento di capacità solare di 125 GW all'anno da qui al
2025 e 140 GW annui dal 2025 al 2030 (l'outlook dello scorso anno prevedeva un aumento
di capacità annua stabile intorno ai 120 GW all'anno).
Allo stesso tempo la domanda di carbone è rivista al ribasso: dopo aver toccato un
minimo alla fine del 2020 per via della crisi, risalirebbe leggermente per poi cominciare a diminuire
e raggiungere i 3 500 miliardi di tonnellate di petrolio equivalente nel 2030 (300 milioni in
meno rispetto a quanto previsto nel 2019).
Emissioni previste. L'ascesa delle fonti rinnovabili, in particolare l'accessibilità
del solare fotovoltaico, insieme alla decrescita del carbone
contribuiscono alla frenata nella crescita delle emissioni,
ma solo nell'immediato. L'aumento previsto nella domanda di petrolio
e gas nello scenario STEPS, fa sì che le emissioni recuperino terreno
a partire dal 2021 per stabilizzarsi intorno ai 36 miliardi di tonnellate
all'anno dal 2025 in poi.
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Emissioni globali di CO2 dovuto alla produzione e al consumo di energia tra il 2015 e il 2030
nei tre scenari STEPS, SDS e NZE2050
Dati:
World Energy Outlook 2020.
Elaborazione grafica:
Carbon Brief.
Licenza:
Creative Commons.
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Nello scenario DRS,
in cui la pandemia dura più a lungo e l'uscita dalla crisi è più lenta,
le emissioni si stabilizzano intorno ai 34 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno.
Per far sì che il 2019 sia l'anno di picco delle emissioni di CO2, un elemento
essenziale per raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi, sono necessari
maggiori investimenti nel settore dell'energia, dell'ordine dei 40 miliardi all'anno
da qui al 2030, oltre a interventi massicci
sugli impianti inquinanti già esistenti (se non venissero aggiornati,
sarebbero responsabili da soli di un aumento della temperatura globale nel lungo termine
di 1,65°C). Sono queste le misure straordinarie previste dallo scenario sustainable development (SDS),
secondo cui le fonti pulite di energia copriranno
quasi i due terzi del fabbisogno globale entro il 2030, le emissioni derivanti dalle attività
industriali diminuiranno del 40% e le automobili elettriche
rappresenteranno il 40% delle vendite. Questo insieme di interventi porterà
a un livello di emissioni di CO2 in costante decrescita dopo un piccolo rimbalzo
nel 2021 per raggiungere circa 26 miliardi di tonnellate all'anno nel 2030,
circa 10 miliardi di tonnellate in meno rispetto allo scenario STEPS.
I nostri comportamenti. Ma per raggiungere l'obiettivo di zero
emissioni di gas serra nette nel 2050, c'è bisogno di un cambiamento ancora
più radicale, che è quello descritto dallo scenario net zero by 2050 case (NZE2050).
Questo considera l'insieme di misure necessarie affinché il settore dell'energia
emetta nel 2030 intorno ai 20 miliardi di tonnellate all'anno di CO2,
circa 7 miliardi in meno rispetto allo scenario SDS.
Si tratta di un cambiamento radicale del modo in cui produciamo e consumiamo energia e
in cui viviamo.
Il solare dovrebbe arrivare a guadagnare 500 gigawatt (GW) all'anno nel 2030 (nel 2019
sono stati costruiti impianti capaci di generare 100 GW in più dell'anno precedente)
in modo da soddisfare il 60% del fabbisogno di energia globale. Allo stesso tempo
le centrali a carbone che non impiegano sistemi di cattura e stoccaggio dovranno
praticamente sparire nei prossimi vent'anni, e gli investimenti nel settore elettrico
dovranno triplicare rispetto agli attuali 760 miliardi di dollari all'anno per
espandere, modernizzare e digitalizzare le reti.
Anche il consumo dell'energia dovrebbe essere il più efficiente possibile per ridurre
le emissioni. Nello scenario NZE2050 sono previsti interventi di ammodernamento
degli edifici, in particolare dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento,
e l'utilizzo massiccio di mobilità elettrica.
Ma dei 7 miliardi di tonnellate di CO2 risparmiate in questo scenario
2 derivano da un cambiamento radicale dei nostri stili di vita. IEA
individua 11 azioni, la maggior parte delle quali riguardano
il settore dei trasporti. Dovremmo rinunciare a voli di meno di un'ora
in favore di alternative meno inquinanti, camminare o usare la bicicletta
per gli spostamenti inferiori ai 3 km e ridurre i limiti di velocità sulle
nostre strade di 7 km/h. Da sole queste azioni ridurrebbero le emissioni
dovute ai trasporti di oltre il 20%. A questo si dovrebbero aggiungere altre buone
pratiche, come quella di non usare l'asciugatrice e lavorare da casa.
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Milioni di tonnellate di CO2 risparmiate annualmente dall'adozione di comportamenti personali virtuosi.
Dati:
World Energy Outlook 2020.
Elaborazione grafica:
Carbon Brief.
Licenza:
Creative Commons.
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I più vulnerabili. Come ha dichiarato Fatih Birol, non bisogna
quindi
confondere uno scenario di crisi economica con uno a basse emissioni.
Così facendo da una parte si allontanerebbe sempre di più la
possibilità di contrastare gli effetti del cambiamento climatico
come indicato dall'accordo di Parigi e dall'altra si
farebbe pagare il prezzo più alto alle popolazioni più povere del pianeta,
anche sul fronte dell'energia.
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Milioni di persone senza accesso all'elettricità in Africa.
Fonte:
World Energy Outlook 2020.
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La IEA stima infatti che alla fine del 2020 aumenteranno le persone
senza accesso alla corrente elettrica nell'Africa subsahariana, dopo
essere diminuite costantemente dal 2013 al 2019. Alla fine dello scorso
anno erano 580 milioni e
alla fine di quest'anno potrebbero essere quasi 600 milioni.
Inoltre, sarebbero 30 milioni le persone costrette a rinunciare all'energia
elettrica perché insostenibile dal punto di vista economico e a passare
a fonti di energia meno efficienti e più inquinanti.
Nello scenario STEPS questo fenomeno peggiora col tempo e nel 2030 le persone
senza accesso all'elettricità diventerebbero 660 milioni, mentre sarebbero
2,4 miliardi le persone senza accesso a metodi di cottura salutari.
Il modello. Alla base del World Energy Outlook della idea
c'è il World Energy Model, un modello a larga scala dei mercati
dell'energia che prende come input scenari economici, informazioni
demografiche, i prezzi dei diversi combustibili, le politiche
in atto e le tecnologie esistenti per prevedere quale sarà
la domanda di energia per le diverse fonti primarie a livello regionale e nazionale.
Le fonti primarie considerate sono: carbone, greggio,
gas, nucleare, idroelettrico, biocarburanti, altre rinnovabili, tra cui solare e eolico.
Per farlo considera la domanda di energia proveniente dai diversi settori (industria, trasporto,
residenziale, servizi e agricoltura) e lo trasforma in domanda di energia da fonti
primarie modellando il processo di trasformazione: dalla produzione
al costo dell'energia elettrica fino ai processi di raffinazione del
greggio nei diversi combustibili e reagenti chimici.
Parte di questa domanda di energia verrà soddisfatta dalla produzione interna,
un'altra parte verrà invece importata. Tenendo in considerazione il mercato
dell'importazione ed esportazione dell'energia, viene calcolato il
livello delle forniture necessario per ciascuna fonte in ciascuna regione
e questo permette di calcolare la quantità di CO2 emessa a livello regionale.
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