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Luca Carra
È uscita la nuova proposta di regolamento europeo sulle materie prime critiche, quelle fondamentali per la transizione energetica.
“Without critical raw materials, there is no green transition and digital transition” (senza materie prime critiche, non è possibile né la transizione energetica né quella digitale) ha tuittato Ursula von der Leyen, annunciando il provvedimento. Tra i principali provvedimenti inclusi nel regolamento proposto dalla Commissione, che attende ora l’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio dell’UE, oltre a un nuovo elenco di materie prime critiche e strategiche, sono i parametri di riferimento che stabiliscono per l’Unione soglie minime di estrazione, trasformazione e riciclo delle materie prime critiche e per diversificare l'approvvigionamento dell'UE entro il 2030.
Secondo il nuovo regolamento, l’UE dovrà dotarsi di sistemi in grado di provvedere ad almeno il 10% dell’estrazione per il proprio consumo annuale di materie prime critiche; ad almeno il 40% della trasformazione; ad almeno il 15% del riciclo. Complessivamente, non più del 65% del consumo annuo dell'Unione di ciascuna materia prima strategica in qualsiasi fase della trasformazione dovrà provenire da un unico paese terzo. Secondo quanto dichiara la Commissione, il miglioramento della sicurezza e dell'accessibilità delle forniture di materie prime critiche deve andare di pari passo con maggiori sforzi per mitigare qualsiasi impatto negativo, sia all'interno dell'UE che nei Paesi terzi, per quanto riguarda i diritti del lavoro, i diritti umani e la protezione dell'ambiente. In particolare, si punta sul riciclo: per raggiungere gli obiettivi previsti, gli Stati membri dovranno adottare e attuare misure nazionali per migliorare la raccolta dei rifiuti ricchi di materie prime critiche e garantirne il riciclo.
Nella consapevolezza che l’UE non sarà mai comunque autonoma per l’approvvigionamento di materie prime critiche, il Regolamento contiene provvedimenti volti a migliorare il commercio internazionale, tra cui l’istituzione di un “club per le materie prime critiche” che mette insieme Paesi ricchi di risorse e Paesi consumatori, per rafforzare le catene di approvvigionamento e la diversificazione delle forniture. In previsione dell’uscita della proposta di regolamento europeo, Riccardo Lo Bue ha passato in rassegna le questioni sul tavolo a proposito di materie prime critiche, esaminando sia i problemi sia le soluzioni alla luce del report Energy Technology Perspectives 2023 della International Energy Agency (IEA), che analizza la situazione attuale e le prospettive future, misurandosi anche con gli obiettivi fissati dallo Scenario Emissioni Nette Zero entro il 2050.
Un nuovo podcast di Jacopo Mengarelli presenta un software creato da uno studente di informatica per aiutare a districarsi nel groviglio di leggi italiane. Le leggi italiane sono circa 100.000, arrivano a 200.000 se includiamo i decreti regi. Un groviglio normativo in cui è notoriamente difficilissimo districarsi. Uno studente di informatica all'Università di Udine, Marco Cimolai, ha realizzato un programma che connette le leggi tra di loro a seconda dei riferimenti contenuti in ciascuna. Questo fa tornare a riflettere sulla necessità di semplificazione del sistema normativo; a partire proprio dai continui e spesso incomprensibili rimandi ad altre leggi. Partendo da un decreto del periodo Covid, Marco Cimolai racconta nel podcast come e perché ha ricostruito una rete di circa 13mila leggi, cioè circa il 10% del totale. ottenendo un grafo interattivo, consultabile su Scienza in rete, con tanti pallini quanti sono gli atti normativi rappresentati, colorati a seconda della tipologia. Cliccando in ciascuno vengono mostrati gli atti collegati.
Abbiamo perso di vista i diritti, quelli dei bambini nati e che
devono nascere e anche quelli degli adulti: le persone che
sperano di diventare mamme e papà e la donna procreatrice.
Così scrivevano Eva Benelli e Maurizio Bonati nell’articolo: Di che
cosa parliamo quando parliamo di gestazione per altri.
È passato quasi un anno da quell’articolo, ma i termini della
questione non sono cambiati di molto e ora che lo scontro si è
riacceso, può essere utile conoscerli.
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