newsletter #60
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Jean-Claude Juncker, Presidente della
Commissione Europea, e Günther Oettinger, Commissario
europeo per la programmazione finanziaria ed il
bilancio. Il 2 maggio scorso Junker e Oettinger hanno
presentato la proposta della Commissione per il
"Multiannual Financial Framework" dell'Unione Europea, il
budget per il periodo 2021-2027. Credit: EPP Group in the CoR / Flickr, European People's Party / Flickr.
Licenza: CC
BY-SA 2.0.
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Il 10 maggio si terrà un grande convegno del Gruppo 2003 al CNR di
Roma (14:00-18:00) dedicato alle strategie per rilanciare la
ricerca scientifica in Italia. Dopo le introduzioni del presidente del CNR Massimo Inguscio e del presidente del Gruppo 2003 Nicola Bellomo, Mario Pianta (Università Roma Tre) farà una prima relazione dando un quadro economico della ricerca nazionale. Successivamente Luca Moretti (CNR Bruxelles) esporrà
le performance italiane in Horizon 2020 e
riferirà del dibattito sul nuovo programma
quadro della Commissione europea. Maria Pia Abbracchio e Maria Cristina
Facchini (Gruppo 2003) forniranno analisi e
proposte su reclutamento dei ricercatori,
valutazione della ricerca e
finanziamento. Seguirà un ampio dibattito dal
pubblico, a partire da dieci protagonisti della
ricerca nazionale ed europea: Maria Caramelli
(IZSPLV); Alessandro Damiani (APRE); Andrea
Ferrari (Graphene Center, Cambridge); Cristina
Messa (Milano-Bicocca); Luigi Nicolais (MIUR);
Giorgio Parisi (La Sapienza); Francesca
Pasinelli (Telethon); Annalisa Pelizza (ERC
starting grant); Piergiuseppe Torrani (AIRC);
Paola Zaratin (AISM).
[Scienza in rete; Redazione]. A questo
indirizzo è possibile iscriversi.
Il 2 maggio scorso la Commissione Europea ha presentato la sua
proposta di budget
per il periodo
2021-2027. 1279
miliardi di euro in
totale, l'1,1% del
Prodotto Interno
Lordo (PIL)
dell'Unione. Si
chiede dunque agli
Stati membri della
nuova Unione a 27
(l'uscita del Regno
Unito dovrebbe
avvenire nel 2019)
uno sforzo ulteriore
per coprire il buco
di quasi 10 miliardi
lasciato dalla Gran
Bretagna. La fetta
destinata alla
ricerca e
all'innovazione
è di 114,8
miliardi di euro,
di cui 97,9 per
Horizon Europe, il
successore di
Horizon 2020.
[Scienza in rete; Luca Carra, Chiara Sabelli]
Horizon Europe, il nono programma quadro per la ricerca dell'Unione Europea,
sarà il più ricco di sempre. Per quanto riguarda gli
strumenti di finanziamento, Horizon Europe manterrà la
struttura a "tre-pilastri" di Horizon 2020: excellent science (
che comprende i prestigiosi grant assegnati dallo European Research
Council, ERC, per la ricerca di base), industrial leadership e
societal challenges. A questi si aggiungeranno dei programmi
trasversali, le cosiddette mission, dei progetti
multidisciplinari che si appoggeranno sui tre pilastri. È
previsto inoltre il potenziamento dello European Innovation Council,
una sorta di ERC per imprenditori, che è partito quest'anno
come progetto pilota.
[Nature; Inga Vesper]
Pur essendo il livello di finanziamento del settore ricerca e
innovazione più alto mai raggiunto nell'Unione Europea, il budget sembra
essere meno ambizioso di quanto preannunciato dalla Commissione stessa
a febbraio, in una comunicazione al Parlamento e al Consiglio. Venivano considerati due
scenari di finanziamento per Horizon Europe e valutate le conseguenze
in termini di crescita economica e occupazionale. Un finanziamento di 120 miliardi (160 miliardi)
genererebbe 420 mila (650 mila) nuovi posti di lavoro e contribuirebbe
al PIL dell'Unione per lo 0,33% (0,44%).
[Communication from the Commission to the
European Parliament the European Council and the Council]
Anche l'High Level Group, costituito nel settembre 2016 dalla
Commissione con il mandato di valutare il programma Horizon 2020, aveva suggerito nel luglio
scorso di raddoppiare l'investimento dell'Unione in ricerca e
innovazione, portando i fondi per il nono programma quadro a 120
miliardi. Solo così, secondo gli esperti del gruppo, l'Europa
può aspirare a raggiungere l'obiettivo di investire il 3% del
suo PIL in ricerca e sviluppo, avvicinandosi ai livelli di Giappone,
Corea del Sud e Stati Uniti. Non solo: raddoppiare il budget di
Horizon Europe permetterebbe di portare il tasso di successo delle
domande dei ricercatori dall'11,6% (dato del
gennaio 2017) al 20% circa (il livello del settimo programma quadro),
per evitare di lasciare non finanziata gran parte di quella che i valutatori
definiscono "ricerca eccellente".
[Independent High Level Group on maximising the impact of EU Research & Innovation Programmes]
Infine hanno fatto sentire la propria voce due grandi
associazioni di università e centri di ricerca europei, con
la speranza di influenzare le posizioni degli Stati membri durante il processo di negoziazione. Da
una parte la European University Association (EUA) ha accolto positivamente
la decisione della Commissione di aumentare il budget per ricerca e
innovazione, ma ritiene lo sforzo insufficiente se si vuole
raggiungere un soddisfacente tasso di successo delle domande. La EUA
ricorda infatti che il costo della redazione di progetti che vengono
valutati come eccellenti ma non finanziati da Horizon 2020 grava sul
bilancio degli singoli Stati nazionali
[European Union Association; Lidia Borrell-Damián].
Dall'altra un consorzio costituito dal Centro Nazionale delle
Ricerche, il Centre National de la Recherche Scientifique francese,
il Consejo Superior de Investigaciones Científicas spagnolo, e le
associazioni tedesche Helmoltz e Leibniz, ha promosso il manifesto
"MFF for Research and Innovation" in cui chiede un livello di
finanziamento tra i 120 e i 160 miliardi di euro.
[Scienza in rete; Luca Moretti]
Ma come si prepara il sistema della ricerca italiana alle nuove
sfide europee? Ce lo racconta il nuovo Rapporto RIO 2017 sullo
stato della ricerca in Italia. Oltre a ribadire il cronico stato
di sotto-finanziamento (1,2% sul PIL), il rapporto considera le
cinque sfide che si trova a dover giocare l'Italia per recuperare
il distacco dai paesi guida: 1. Aumentare il finanziamento ancora
modesto che l'industria riserva alla ricerca nazionale;
2. Aumentare il finanziamento pubblico; 3. Governare la ricerca
superando frammentazione e ritardi (il PNR 2015-2020 è stato
pubblicato con due anni di ritardo); 4. Iniziare a ridurre le
disparità Nord-Sud sulla ricerca; 5. Avviare una politica di
specializzazione intelligente per la ricerca industriale e
pubblica. E in sintesi la diagnosi del rapporto RIO rispetto a
queste cinque sfide è: qualcosa comincia a muoversi, ma i
risultati non si vedono ancora.
[Scienza in rete; Luca Carra]
Un documento internazionale per rafforzare il ruolo delle donne nella scienza.
questa l’iniziativa promossa dalla SISSA durante l’evento che avrà luogo mercoledì
9 maggio intitolato “When Women in Science get together: The Role of Networks“.
L’appuntamento è organizzato nell’ambito delle celebrazioni del quarantennale della
Scuola.
[SISSA; Ufficio Stampa]
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