newsletter #89
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Che cosa porta le persone con una posizione socioeconomica svantaggiata e sviluppare più facilmente malattie e a morire prima? L'infiammazione. Due studi del consorzio di ricerca Lifepath, hanno infatti trovato una impressionante corrispondenza fra livello socioeconomico e grado di infiammazione (misurato attraverso la proteina C reattiva) in individui appartenenti a coorti in Italia, Portogallo, Irlanda Gran Bretagna e Svizzera. L'infiammazione, probabilmente resa cronica sia da stili di vita scorretti sia da stress psicosociale, è infatti alla base di malattie quali cancro e malattie metaboliche e cardiovascolari. Nell'immagine: struttura della proteina C reattiva umana. Credit:
Protein Data Bank / Wikipedia. Licenza: CC BY 3.0.
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LATTE
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Non solo i
mammiferi producono "latte" per
nutrire i loro cuccioli. La mosca
tse-tse, ad esempio, produce un
liquido ricco di nutrienti e
anticorpi (la sua composizione
è incredibilmente simile al
latte umano) che raggiunge
l'utero e alimenta il piccolo prima
della nascita. Recentemente un
gruppo di ricercatori in Cina ha
scoperto che anche le femmine della famiglia dei
ragni saltatori alimentano i loro
discendenti con un liquido ricco di
proteine, e lo fanno molto a
lungo. L'allattamento è
considerato un tratto distintivo
della specie dei mammiferi ma gli
scienziati sono piuttosto concordi
nel datare l'inizio della sua
evoluzione 100 milioni di anni
prima che i mammiferi
facessero la loro comparsa sulla
Terra. Probabilmente la secrezione
di liquidi nutrienti fu dettata
all'inizio dalla necessità di
idratare le uova che rettili e
uccelli deponevano sui terreni
aridi. Solo successivamente
sarebbero comparsi i capezzoli e la
produzione del latte si sarebbe
protratta anche dopo la nascita. La composizione si
sarebbe poi differenziata tra le
specie a seconda del tipo di
alimentazione e delle
necessità. Il latte umano, ad
esempio, è ricco di zuccheri
probabilmente per far fronte ai
nuovi agenti patogeni che si
diffusero con la rivoluzione
agricola, mentre quello dei leoni ne contiene
pochissimi, poiché i carnivori
sono in grado di sintetizzare il
glucosio a partire dalle proteine e
dai grassi
[The New York Times;
Natalie Angier]
L'allattamento
al
seno
svolge
un
ruolo
importante
nei
primi
stadi dello
sviluppo
del
microbiota
intestinale. Si tratta dei primi risultati
dello studio clinico TEDDY
(Environmental Determinants of
Diabetes in the Young), che ha
coinvolto sei centri di ricerca in
USA, Svezia, Germania e
Finlandia. In un primo studio i
ricercatori hanno analizzato
geneticamente oltre 12 000
campioni di feci appartenenti a 903
bambini tra i 3 e 46 mesi
individuando tre fasi distintive nel
processo di evoluzione del
microbiota intestinale. Il fattore
che ne influenza maggiormente la
struttura è il
latte materno che determina livelli
più alti di
Bifidobacterium. Altri fattori
rilevanti sono il tipo di parto, la
presenza di fratelli, cani o gatti
in casa. In un secondo studio gli
scienziati si sono concentrati
sull'analisi del microbiota
intestinale rispetto allo
sviluppo del diabete di tipo 1, una
malattia di origine autoimmune
caratterizzata dalla distruzione
delle cellule beta pancreatiche
deputate alla produzione di
insulina. Il microbiota dei bambini
sani appare più ricco di geni
legati alla fermentazione e alla
sintesi degli acidi grassi a
catena corta rispetto a quello dei bambini
malati, suggerendo che questo possa
essere un fattore protettivo
[Nature; Redazione]
La
più grande associazione di
pediatri britannici, Royal College
of Pediatrics and Child Health (RCPCH), ha annunciato
che non accetterà più
alcun finanziamento dalle
società che producono latte
in polvere. La notizia è
stata accolta con grande favore
dalle associazioni che promuovono
attivamente l'allattamento al seno
come migliore forma di nutrimento
per i neonati e che accusano queste
società, a volte chiamate Big
Formula (per richiamare Big Pharma),
di fare pubblicità
ingannevole. Sono infatti numerosi i
casi nel mondo di campagne di
marketing che propongono il latte in
polvere come un "perfetto sostituto"
di quello materno, descrivendolo di
fatto come una versione artificiale
del latte umano. L'effetto di queste
campagne è particolarmente
nefasto nei Paesi più poveri,
dove i costi del latte in polvere
non sono sostenibili e l'accesso
all'acqua potabile, indispensabile
per preparare il latte dalla
polvere, è
limitato
[Quartz; Annabelle Timsit]
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PLASTICITÀ
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Riprogrammando geneticamente
le
cellule
alfa
del
pancreas
queste
possono
produrre
insulina. Il
risultato
apre
nuove
strade
per
la
cura
del
diabete,
una
patologia
in
cui
le
cellule
beta
del
pancreas
non
secernono
adeguatamente
l'ormone
chiamato
insulina,
responsabile
del
controllo
dei
livelli
di
glucosio
nel
sangue. Gli
scienziati
hanno
prelevato
dal
pancreas
umano
agglomerati
di
cellule
chiamati
Isole
di
Langerhans. Queste
contengono
sia
cellule
alfa
che
cellule
beta. Sono
quest'ultime
che
normalmente
producono
insulina,
e
che
nei
soggetti
diabetici
non
funzionano
correttamente. Prelevando
le
cellule
alfa
dalle
Isole,
riprogrammandone
il
DNA
e
riassemblando
il
tutto,
circa
il
40% degli
agglomerati
ha
cominciato
a
produrre
insulina
dopo
una
settimana
in
coltura. Le
Isole
riprogrammate
sono
state
poi
trapiantate
in
topi
diabetici,
osservando
una
normalizzazione
dei
livelli
di
zuccheri
nel
sangue. L'esperimento
mostra
un'inaspettata
plasticità
delle
cellule
alfa
del
pancreas
[Nature;
Matthew Warre]
Un nuovo modello spiega il legame tra la
plasticità del metabolismo nei tumori e
la regolazione genica. Per reagire a
condizioni ambientali ostili e continuare a
riprodursi, le cellule tumorali riprogrammano il
loro metabolismo. Anche se negli anni si sono
acquisite conoscenze sulla plasticità
metabolica del cancro, finora si è approfondito poco
il suo legame con le reti di regolazione
genica. Un gruppo di ricercatori della Rice
University propone sui Proceedings of the
National Academy of Sciences (PNAS) un nuovo quadro teorico
che prevede, tra l'altro, l'esistenza di un
fenotipo ibrido in cui sono attive
simultaneamente due vie metaboliche, la
glicolisi e fosforilazione ossidativa
[PNAS;
B. Bishal Paudel and Vito Quaranta]
Impulsi elettrici sincronizzati con i segnali
di movimento ancora
inviati dal cervello dei pazienti,
possono stimolare la plasticità delle
cellule del sistema nervoso lungo la spina
dorsale e permettere di riguadagnare il
controllo dei muscoli delle gambe dopo una
lesione spinale. A ottobre un gruppo di
ricercatori dell'École polytechnique fédérale de
Losanna avevano annunciato che due dei loro
pazienti paraplegici erano riusciti a compiere alcuni passi
senza l'aiuto delle stampelle grazie a impulsi
elettrici inviati da un dispositivo impiantato
nella spina dorsale
[The Guardian; Ian Sample]
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RICERCA E SOCIETÀ
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Il deficit model
nella comunicazione
della scienza
è ancora
molto diffuso. Per
superare i suoi limiti
andrebbe rivisitato
e non rifiutato.
Il documento "Royal Society
report about The
Public Understanding
of Science",
risalente al 1985 e
conosciuto come
Bodmer report, viene
considerato il
manifesto del
deficit model
nella comunicazione
della
scienza. Secondo
questo modello il
pubblico difetta di
conoscenze
scientifiche ed
è per questo
diffidente verso la
ricerca. Colmando
queste lacune la
società
sarebbe disposta a
finanziare la
scienza e ad
adottare approcci
scientifici per
risolvere i problemi
concreti. Antonio
Gomes da Costa
osserva come in
realtà il
Bodmer report
contenesse sì
il riferimento a un
deficit ma di
competenze e
atteggiamenti più
che di
conoscenze. Se il
deficit model
è ancora oggi
molto diffuso,
commenta Da Costa,
forse è
perché
c'è
confusione sulla sua
stessa
definizione. I
metodi alternativi,
quelli che tengono
in considerazione i
cosiddetti "saperi
laici" del pubblico
e adottano approcci
partecipativi alla
comunicazione della
scienza, finora
sembrano aver
fallito. E allora Da
Costa propone di
ripensare l'intero
quadro concettuale:
il processo di
conoscenza
scientifica è
basato sulla messa
in discussione
continua di
ciò che
sappiamo sulla base
dei nuovi dati
raccolti. E allora,
se proprio di
deficit dobbiamo
parlare, forse
dovremmo
concentrarci sulla
incapacità di
adottare questo
meccanismo di messa
in discussione
proprio della
scienza
[ECSITE;
Antonio Gomes da Costa]
Ci
sono
tre
fattori
che
rendono
efficace
e longevo
un
ente
di
consulenza
scientifica
e
tecnologica
al
servizio
del
potere
legislativo. L'ente
deve
essere
prima
di
tutto
bipartisan,
includendo sia
rappresentanti
della
maggioranza
che
dell'opposizione. In
secondo
luogo,
deve
scegliere
un
metodo
di
lavoro
e
rimanervi
fedele
(offrire
le
conoscenze
scientifiche
su
temi
altamente
controversi
o
invece
proporre
raccomandazioni
politiche). Infine,
deve
avere
un
budget
commisurato
alle
sue
attività. È
quanto
emerge
da
un
questionario
sottoposto
a
quasi
200
tra
accademici,
consulenti
scientifici
e
politici
appartenenti
a
53
diversi Paesi
[Nature; Chris Tyler e
Karen Akerlof]
Intervista
esclusiva a Kelvin
Droegemeier, il nuovo
consulente
scientifico di
Trump. Drogemeier,
che ha studiato per
quarant'anni le
cause e gli effetti
degli eventi
meteorologici
estremi, si è
ufficialmente
insediato a capo
dell'Office of
Science and
Technology Policy
della Casa Bianca
la scorsa settimana,
dopo essere stato
confermato dal
Senato il 2
gennaio. La sua
posizione è
molto delicata,
viste le controverse
affermazioni del
Presidente su teorie
scientifiche
consolidate come
l'origine antropica del
cambiamento
climatico. Intervistato
da Science ha
affermato che il
clima è un
sistema molto
complesso e che per
essere compreso a
fondo è
necessario
proseguire con la
ricerca
scientifica. Ha
inoltre dichiarato
che la ripresa
dell'economia
permetterà
allo Stato federale
di diminuire il
finanziamento alla
ricerca di base: ci
penseranno le
società
private a
compensare. Per
quanto riguarda il
problema delle
molestie sessuali
Drogemeier non
intende includerle
nella definizione
federale di
"cattiva condotta
scientifica", che
include la
manipolazione e la
falsificazione dei
dati scientifici
oltre al plagio
[Science; Jeffrey Mervis]
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LA
SETTIMANA
DI
SCIENZA
IN RETE
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Opportunity, fine del viaggio. Lo scorso 12 febbraio gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory della NASA hanno compiuto l’estremo tentativo di ristabilire le comunicazioni con il rover marziano Opportunity. Ai comandi di ripristino non è seguita nessuna risposta del rover e il giorno seguente la NASA ha deciso di dichiarare ufficialmente conclusa la missione di Opportunity
[Scienza in rete;
Claudio
Elidoro]
Bedin 1, la
sorpresa dietro
l’ammasso
stellare. Un
team impegnato nello
studio della
popolazione di nane
bianche dell’ammasso
globulare NGC 6752
ha compiuto una
scoperta davvero
sorprendente. Gli
astronomi,
coordinati da Luigi
Bedin (INAF –
Osservatorio
Astronomico di
Padova), hanno
infatti individuato,
nascosta dietro
all’ammasso, una
piccola galassia
finora sfuggita a
ogni rilevazione. Si
tratta di una
galassia
estremamente antica,
una sorta di reperto
fossile della
popolazione di
sistemi stellari
dell’Universo
risalente a 13 miliardi di anni fa
[Scienza in rete;
Claudio
Elidoro]
C'è poca differenza fra reti virtuali e reali.
La ego network è un modello di rete sociale formata da un individuo, l’ego, e da tutte le persone con cui l'ego ha un collegamento sociale, indicate come “gli altri”. Gli studi antropologici hanno mostrato che emergono strutture sorprendentemente ben definite all'interno della ego network del mondo offline, quello reale. Ma che dire del mondo virtuale e delle ego network che si formano online sui social media?
[Scienza in rete;
Marco
Conti]
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IN
BREVE
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La società di San
Francisco OpenAI
avverte: è
possibile
programmare un
software capace di
scrivere testi
convincenti
contenenti notizie
false che possono
poi essere diffuse
via social
media
[MIT
Technology Review]
Un numero sempre
maggiore di sistemi di intelligenza artificiale è
basato sulle reti neurali, il cui funzionamento è
ancora poco compreso. Un gruppo di ricercatori sta
cercando di sviluppare una teoria che permetta di capire
quali compiti può svolgere una rete neurale
costruita in un certo modo
[Le
Scienze]
Controllare il livello della
pressione sistolica potrebbe
avere degli effetti benefici
sulla salute mentale. Questi i
primi risultati dallo studio clinico SPRINT
MIND che ha coinvolto oltre
9 000 pazienti
[JAMA Editorial; Kristine Yaffe]
Somministrando
un farmaco che negli
esseri umani
regola l'appetito
è possibile
spingere le zanzare
della febbre gialla (Aedes
aegypti)
a
comportarsi come se
avessero appena
"mangiato" il sangue
della loro vittima
[The
Atlantic]
L'EPA, l'agenzia di protezione
ambientale statunitense,
è stata
criticata per non aver imposto
limiti stringenti sulla
presenza delle sostanze inquinanti PFAS
nelle risorse idriche
[Science]
Ispirati da
Greta Thunberg,
venerdì scorso
migliaia di studenti
britannici hanno
scioperato per
chiedere al governo
politiche più
incisive per
contrastare il
cambiamento climatico
[The
Guardian]
Il ministro della
transizione
ecologica si
è rivolto
alle quattro ONG
francesi che intendono
fare causa al
Governo per la
carenza di
interventi contro il
cambiamento
climatico. In poco
più di due
mesi, la petizione,
chiamata Affaire
du siècle, ha raccolto oltre
due milioni di firme
[Le
Monde]
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