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Italia e Francia insieme per lo sviluppo agroalimentare

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L'agroalimentare è uno dei settori che maggiormente contribuiscono all'immagine positiva del made in Italy.
Insieme a quello metalmeccanico e del tessile-manifatturiero, è fra i principali comparti in termini di fatturato, numero di imprese e occupazione. Il settore ha sviluppato un fatturato che supera i 180 miliardi di euro, rappresenta il 12% del PIL nazionale e da lavoro a quasi due milioni di persone. Il campo della ricerca agroalimentare però non beneficia di molti fondi da parte del nostro governo.

Per cercare di incentivare questo settore, la Fondazione Cariplo, a partire dal 2011, ha incominciato una stretta collaborazione con la Fondazione francese Agropolis Fondation.
Le due Fondazioni da sempre impegnate nella promozione e nel sostegno della ricerca scientifica hanno deciso di condividere risorse economiche, umane e strumentali per migliorare le ricerche nel campo delle scienze agrarie.
“La collaborazione nasce in seguito all’interessamento di Agropolis durante un meeting dell’European Foundation Center”, spiega Carlo Mango, Direttore Area Ricerca Scientifica della Fondazione Cariplo. “Ero stato chiamato a raccontare dell’esperienza di AGER, un programma di ricerca da noi realizzato in collaborazione con altre 13 Fondazioni italiane, che finanzia ricerca nei comparti ortofrutticolo, cerealicolo, vitivinicolo e zootecnico. Il nostro programma colpì molto i rappresentanti di Agropolis e da lì abbiamo incominciato a sviluppare delle idee per una possibile sinergia”.
Il primo atto di questa collaborazione è stato il lancio, nel 2012, del Bando FIRST (French Italian Rice Science Technology partnership). Oltre 1 miliardo di persone dipende dalla coltivazione del riso per il proprio sostentamento. Questo cereale è coltivato in 122 paesi distribuiti nei 5 continenti e la sua coltivazione costituisce la principale attività per milioni di persone disagiate che vivono nei paesi in via di sviluppo. Le due Fondazioni, a fronte di un budget di due milioni di euro, hanno voluto “stimolare” il mondo della ricerca chiedendo di sviluppare degli strumenti in grado di garantire il nutrimento di una popolazione mondiale in continua crescita.
FIRST sta finanziando 4 progetti di ricerca pluriennali su 8 pervenuti. I ricercatori che stanno usufruendo di questi fondi cercheranno di trovare le chiavi per poter aumentare la produzione di riso a fronte di un miglior impiego di terra, acqua, manodopera attraverso soluzioni che rendano la produzione più efficiente e sostenibile dal punto di vista ambientale e salvaguardando al contempo la qualità nutrizionale del prodotto.
Le équipe di Pietro Piffanelli (Parco Tecnologico di Padano) e Nourollah Ahmadi (Centre de Coopération Internationale en Recherche Agronomique pour le Développement) stanno affrontando delle ricerche di genomica per identificare e sviluppare varietà di riso in grado di resistere maggiormente agli stress ambientali.
Comprendere meglio le relazioni molecolari esistenti tra la resistenza ai patogeni sono solo alcuni dei target che Jean-Benoit Morel (Centre de Coopération Internationale en Recherche Agronomique pour le Développement) e Alberto Spada (Università degli Studi di Milano) analizzeranno.
I gruppi di ricerca di Santiago Lopez-Ridaura (Istitut National de la Recherche Agronomique) e Stefano Bocchi, attraverso strumenti informatici, cercheranno di individuare misure innovative per la produzione di riso utilizzando sistemi innovativi e più sostenibili.

L’Europa produce solo il 5% di riso a livello mondiale, con il nostro Paese che ne è il maggiore produttore.
“Una delle mission di FIRST è la “democratizzazione” della conoscenza. Vogliamo, infatti, cercare di trasferire i know-how e i risultati ottenuti a ricercatori e produttori dei paesi in via di sviluppo”, ha sottolineato Mango. Per conseguire tale obiettivo il bando sostiene progetti in collaborazione tra ricercatori italiani, francesi e di paesi in via di sviluppo. Le conoscenze prodotte, per esempio, dai gruppi guidati da Stéphane Jouannic (Institut de Recherche pour le Développement) e da Martin Kater (Università degli Studi di Milano) sull’evoluzione delle specie asiatiche e africane di riso, saranno messe a disposizione per programmi di breeding in Africa occidentale e Vietnam.
Fase molto importante è stata la valutazione delle proposte. ”Le decisioni non devono essere, in alcun modo, influenzate da pregiudizi ideologici, pressioni personali o autoreferenzialità, il merito deve essere l’unico arbitro della valutazione”, ha spiegato Mango.
Per questo motivo, il Comitato Congiunto di Monitoraggio, istituito fra le due Fondazioni, ha voluto adoperare una sistema di selezione basato sul rigore, competenza e assenza di conflitto di interesse. Ogni progetto viene inviato a due revisori (non vengono contattati scienziati italiani e francesi) che esprimono i propri giudizi sulla base di una griglia di valutazione condivisa alla Commissione Scientifica composta da esperti nelle discipline agroalimentari. I componenti della commissione si riuniscono in una study session.
Questo passaggio permette una valutazione comparativa e l'applicazione di criteri comuni di valutazione, tutela la trasparenza, riduce l'influenza di conflitti d’interesse. Alla fine della study session viene stilata una graduatoria che sarà poi ratificata dai Consigli d’Amministrazione delle Fondazioni. Premiare il merito ma anche cercare di reclutare i giovani. Il bando FIRST richiedeva infatti il reclutamento di giovani ricercatori per svolgere l’attività di ricerca e lo scambio di personale tra i centri coinvolti.

Merito e coinvolgimento dei giovani quindi, punti fondamentali che fanno parte anche del bando CERES, di cui si è appena chiusa la call. “Abbiamo ricevuto 16 proposte che coinvolgono 94 gruppi tra francesi, italiani e paesi emergenti o in via di sviluppo, anche per questo bando il budget sarà di 2 milioni di euro (compartecipato da Cariplo e Agropolis al 50%)”, spiega il Direttore dell’Area Ricerca di Cariplo.
Le ricerche questa volta dovranno cercare di sviluppare strategie utili al miglioramento delle produzioni cerealicole, prestando particolare attenzione agli aspetti legati allo sviluppo sostenibile e alla salvaguardia delle risorse ambientali. Oltre alle colture più diffuse a livello mondiale saranno considerate anche quelle meno diffuse ma con un importante ruolo socio-economico per i sistemi agro-alimentari dei paesi in via di sviluppo. “Come il riso, i cereali rappresentano una fonte di nutrizione primaria, con questo nuovo bando vogliamo cercare di capire come i cambiamenti climatici stanno influenzando la produzione di cereali e soprattutto sviluppare strategie in grado di migliorare i livelli di sicurezza alimentare dei prodotti che portiamo ogni giorno sulle nostre tavole”, afferma Mango.

Le tematiche al centro della collaborazione fra le due fondazioni sono di estrema attualità. Pochi giorni fa è stata celebrata la giornata mondiale del cibo, che aveva come tema proprio la sostenibilità dei sistemi alimentari. Secondo gli ultimi dati raccolti dal programma di ricerca CGIAR-CCAFS su cambiamenti climatici, agricoltura e sicurezza alimentare, il ciclo completo del cibo (dalla produzione al consumo) emette da 9.8 a 16.9 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno, quasi un terzo delle emissioni globali.
Preservare la biodiversità e tutelare la qualità saranno assi portanti anche dell’Expo 2015, ecco Fondazione Cariplo e Agropolis Fondation stanno lavorando in questa direzione, cercando d’individuare strumenti migliori di controllo e di innovazione per garantire la disponibilità di cibo nutriente e sano.


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