I Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) hanno un ruolo di primo piano nell'ambito della fisica del neutrino e della fisica astro particellare, disciplina che si colloca tra la fisica delle particelle elementari, l'astrofisica e la cosmologia e che ha avuto negli ultimi 20 anni uno sviluppo eccezionale anche grazie al lavoro dei fisici italiani. Il nostro paese grazie alla lungimiranza del progetto del prof. Zichichi, di cui quest'anno festeggiamo il trentennale, ha anticipato questo sviluppo e ancora oggi l'Italia possiede il più grande centro di ricerca sotterraneo del mondo (18000 m2 protetti da 1400 metri di roccia del massiccio del Gran Sasso). I Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS), centro di ricerca unico al mondo, ospitano attività di rilevanza internazionale come il CNGS, il flusso di neutrini "lanciato" dal CERN di Ginevra e ricevuto - dopo circa 700 chilometri di viaggio sotterraneo - dall'esperimento OPERA e nel prossimo futuro anche da ICARUS, ideato dal premio Nobel Carlo Rubbia. Come neo direttore sono consapevole di avere ricevuto una ricca eredità e la prima sfida da affrontare è quella di preservare e migliorare la leadership scientifica che i LNGS hanno costruito e mantenuto in questi anni. Per perseguire quest' obiettivo è importante puntare su quattro aspetti: esperimenti di frontiera, adeguate politiche di management, integrazione con il territorio e una intensa attività di formazione e divulgazione.
Una scienza di frontiera Molte sono le domande a cui cerchiamo di dare risposta con i nostri esperimenti ai LNGS.
- Di cosa è fatto l'Universo e, in particolare, la materia oscura?
- Quali sono la natura e le caratteristiche del neutrino?
- Cosa accade all'interno del Sole?
- Cosa avviene nei collassi solari?
Ciascuno di questi interrogativi rappresenta
un'affascinante sfida scientifica, umana e tecnologica. Come nuovo direttore
non posso nascondere il sogno di vedere arrivare dai nostri esperimenti una nuova
e importante scoperta in risposta a una di queste domande nei prossimi anni. Il
Gran Sasso attira ogni anno circa 750 ricercatori da tutto il mondo che
scelgono di venire a fare scienza in una struttura italiana di altissima qualità.
I nostri esperimenti sono tra i più avanzati ed è questa caratteristica,
riconosciuta a livello internazionale che rende i LNGS un catalizzatore per i
ricercatori di altri paesi. A conferma
di ciò, anche la roadmap europea stabilita da Aspera, il network di
agenzie governative nazionali impegnate in fisica astroparticellare, ha
individuato come prioritari la maggioranza degli esperimenti oggi presenti al
Gran Sasso.
Questione di management. Lo sviluppo
della fisica astroparticellare è andato di pari passo con quello degli esperimenti,
migliorati e potenziati nel corso degli anni. Attualmente abbiamo esperimenti
in fasi diverse, alcuni sono in presa dati, come Borexino, LVD, Opera,
Dama/Libra, Warp, Xenon, altri sono in fase di assemblaggio e entreranno in
funzione tra breve, come GERDA, CRESST e ICARUS o al massimo tra qualche anno,
come CUORE. Questo aumento delle
attività sperimentali richiede un adeguamento continuo delle infrastrutture dei
Laboratori e un aumento di personale specializzato; il futuro ci impone di pensare in prospettiva
e affrontare la prossima domanda di nuovo personale. Ciò tuttavia coincide con
un momento difficile per la ricerca scientifica in Italia e impone di attuare
politiche di management che sappiano efficientemente superare le difficoltà.
Outreach e integrazione con il territorio. La ricerca scientifica non è mai indipendente dal contesto in cui si realizza e prospera ma ne è, al contrario, parte integrante. Un centro di eccellenza come quello del Gran Sasso ha il diritto-dovere di coinvolgere il territorio che lo ospita nelle proprie attività. Personalmente attribuisco grande valore alle iniziative di formazione, trasferimento di conoscenze e divulgazione promosse dai Laboratori. Esperienze come il programma P.O.R. finanziato dall regione Abruzzo, gli Open day, e la scuola estiva Gran Sasso-Princeton hanno un grande successo in termini di partecipazione e confermano la nostra integrazione nel territorio. Questo importante legame non si è certo affievolito con il sisma dello scorso aprile. I LNGS, costruiti con avanzati criteri sismici, sono usciti strutturalmente indenni dal terremoto ma il personale è rimasto senza casa. Nonostante ciò i Laboratori in meno di un mese hanno ripreso a pieno le attività, dopo aver fatto eseguire le necessarie verifiche di agibilità. Un centro di ricerca unico al mondo come i LNGS contribuisce, insieme all'Università dell'Aquila, a rendere la città di L'Aquila una "città della scienza" che dalla scienza può ripartire assumendo la ricerca come motore di sviluppo scientifico-economico ma anche sociale e culturale.