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Scelti i finalisti del Premio letterario Galieo

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Si è tenuta oggi, venerdì 17 gennaio – nell'Auditorium del Centro Culturale San Gaetano Altinate di Padova, la riunione pubblica della Giuria scientifica dell'ottava edizione del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica- 2014. E’ toccato a Nicoletta Maraschio – docente di Storia della lingua italiana a Firenze e Presidente dell'Accademia della Crusca - presiedere i lavori della Giuria scientifica che, con votazione pubblica e a maggioranza, ha scelto le cinque opere finaliste.
"Siamo troppo abituati - ha detto il Sindaco di Padova, Ivo Rossi, nel salutare il pubblico e la Giuria scientifica - ad ascoltare affermazioni poco fondate, prive del rigore della ricerca e della prova. Un esempio ce l'abbiamo a Padova sul dibattito intorno alla tutela della Cappella degli Scrovegni. Pregio e obiettivo del Premio Galileo è far uscire dal limbo in cui ancora rimane l'argomentazione scientifica e il pensiero che la sottende".
“Anche Galileo  - ha detto Nicoletta Maraschio nell'aprire i lavori – ha fatto parte dell'Accademia della Crusca e prima di lui molti altri artisti e scienziati che hanno voluto scrivere in volgare". La notizia è servita alla Maraschio per introdurre il tema del rapporto tra lingua e scienza. "Anche in questo - ha continuato - Galileo è stato maestro e ha partecipato alla redazione del vocabolario della Crusca".
Il tema della comunicazione e dell'importanza delle sue forme anche per la scienza è stato ripreso da Armando Massarenti che a nome della Giuria ha illustrato le motivazioni di una menzione speciale della Giuria scientifica. "Galileo fu maestro di prosa scientifica riconosciuto da letterati quali Leopardi e Calvino. Ciò a dire che la scienza deve anche saper comunicare. Per aver saputo utilizzare gli strumenti di comunicazione di massa in modo efficace portando un po' di ordine sulla "confusione stamina" la Giuria menziona Paolo Bianco, Elena Cattaneo e Michele De Luca tra i massimi staminologi mondiali e lo storico della scienza Gilberto Corbellini.
Alla Presidenza della Giuria scientifica, che cambia ogni anno, Nicoletta Maraschio succede, nell'ordine, a Umberto Veronesi (2007), Carlo Rubbia (2008), Margherita Hack (2009), Paolo Rossi (2010), Mario Tozzi (2011), Piergiorgio Odifreddi (2012) e Paco Lanciano (2013).

Ecco la cinquina selezionata dalla Giuria scientifica che andrà ora al giudizio della Giuria popolare, formata da circa 2.500 studenti delle IV superiori di tutte le Province italiane.

Marco Ciardi, Terra. Storia di un'idea, 2013 Laterza. "Siamo andati a esplorare la Luna ma, in realtà, abbiamo scoperto la Terra". Parla l'astronauta Eugene Cernan, in riferimento all'impatto culturale delle missioni spaziali Apollo. Nessun paradosso ma l'idea di guardare la Terra da un altro punto di vista per comprendere meglio il nostro pianeta in relazione al resto dell'universo. Marco Ciardi racconta, a partire dalla nascita della scienza moderna nel 1600, il modo in cui è cambiata l'idea della Terra nel mondo occidentale, quali riflessioni sono scaturite nella scienza, nella filosofia, nella religione, nella letteratura e nell'arte, mutando il ruolo dell'umanità sul pianeta e il suo rapporto con l'ambiente e le risorse naturali.
Adriano Zecchina, Alchimie nell'arte. La chimica e l’evoluzione della pittura, Zanichelli 2012. La storia dei pigmenti che i pittori hanno avuto a disposizione nelle diverse epoche, dal Paleolitico all’arte contemporanea, mostra come il progresso della tecnologia abbia influenzato la creatività degli artisti. Per secoli le sostanze coloranti, estratte in remote miniere o ricavate da piante e animali esotici, hanno viaggiato come preziosa mercanzia fino alle botteghe degli artisti. Soltanto di recente abbiamo imparato a fabbricare in laboratorio tutti i colori che siamo in grado di percepire. Si è passati così dai dipinti preistorici realizzati con due soli pigmenti, ai gialli di Van Gogh sintetizzati dalla chimica dell’Ottocento, fino al moderno colorificio con la sua tavolozza sconfinata. Questo libro cambierà il vostro modo di guardare ai colori utilizzati nelle opere d’arte.
Frans de Waal, Il bonobo e l'ateo. In cerca di umanità fra i primati, Raffaello Cortina 2013. Frans de Waal è  etologo, primatologo e saggista di fama internazionale che in questo suo volume, sondando l'origine della morale,  propone un umanesimo non religioso, anche se non antireligioso, che sviluppi al meglio le capacità naturali umane. Che cosa direbbe un bonobo, un mammifero appartenente all'ordine dei primati, a un ateo? Per l'autore lo esorterebbe anzitutto a smettere di darsi tanto da fare per dimostrare l’assenza di un dio. La legge morale dentro di noi è nata ben prima delle religioni, che svolgono la funzione non di produrla, ma soltanto di sostenerla. Con il rigore scientifico e la prosa accattivante che gli sono soliti, ci mostra come i comportamenti morali dell’uomo, siano il frutto dell’evoluzione naturale e derivino da modi di agire e di sentire già presenti in altri mammiferi. L’etica, insomma, è nata dal basso e si è evoluta nel mondo animale  da forme embrionali di socialità.
Vincenzo Barone, L' ordine del mondo. Le simmetrie in fisica da Aristotele a Higgs, Bollati Boringhieri, 2013
Il mondo ci appare come una lunga serie di contingenze locali: ogni fatto accade per ragioni sue e quindi ogni previsione relativa al fatto successivo sembra azzardata. C'è però un altro modo di guardare il mondo, ed è quello fondato sulle regolarità intrinseche. In fisica con Einstein si fa strada prepotentemente l'idea di necessità, o di inevitabilità, nel mondo fisico. Con la relatività ristretta, nel 1905, per la prima volta entra a far parte della fisica il concetto di simmetria. Da Einstein in poi, il mondo apparirà dotato di una sua struttura intrinseca, che permette lo sviluppo di certe regolarità, mentre ne nega altre.
Nicola Nosengo, I Robot Ci Guardano. Chirurghi A Distanza, Aerei Senza pilota e automi solidali, Zanichelli,  2013
I robot di oggi sono assai diversi da quelli immaginati nei vecchi film di fantascienza e all’uomo assomigliano poco. Il mondo ha problemi nuovi come i rischi ambientali, una popolazione invecchiata e bisognosa di assistenza, industrie che cercano manodopera a basso costo, ma istruita. Occorrono forme di intelligenza artificiale che portino ad automi capaci anche di improvvisare, per esempio quando occorre decontaminare ambienti inaccessibili come quelli radioattivi.
Ma di chi sarà la responsabilità se un automa sbaglia? Robot come le auto che si guidano da sole, i treni automatici o gli aerei senza pilota, sono già fra noi. Se non li usiamo ancora su grande scala è perché le leggi non sono pronte.

Il Premio Galileo ha il sostegno della Fondazione Antonveneta.

 

 

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Ostacolare la scienza senza giovare agli animali: i divieti italiani alla sperimentazione

sagoma di macaco e cane

Divieto di usare gli animali per studi su xenotrapianti e sostanze d’abuso, divieto di allevare cani e primati per la sperimentazione. Sono norme aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE per la protezione degli animali usati a fini scientifici, inserite nella legge italiana ormai dieci anni fa. La recente proposta di abolizione di questi divieti, penalizzanti per la ricerca italiana, è stata ritirata dopo le proteste degli attivisti per i diritti degli animali, lasciando in sospeso un dibattito che tocca tanto l'avanzamento scientifico quanto i principi etici e che poco sembra avere a che fare con il benessere animale.

Da dieci anni, ormai, tre divieti pesano sul mondo della ricerca scientifica italiana. Divieti che non sembrano avere ragioni scientifiche, né etiche, e che la scorsa settimana avrebbero potuto essere definitivamente eliminati. Ma così non è stato: alla vigilia della votazione dell’emendamento, inserito del decreto Salva infrazioni, che ne avrebbe determinato l’abolizione, l’emendamento stesso è stato ritirato. La ragione?