Scienze di base e
neuroscienze si sono incontrate al Politecnico di Milano, per cercare di
avviare un percorso comune e individuare strategie di squadra in vista delle
nuove sfide a cui tutta la comunità scientifica internazionale è chiamata a
raccolta, come Human Brain Project, una delle due flagship finanziate dalla
Comunità Europea per i prossimi dieci anni.
L'occasione è stata
"Dagli atomi al cervello", convegno organizzato dall'Università degli
studi di Milano e dal Politecnico, che ha ospitato alcuni tra i più autorevoli
esponenti della ricerca italiana nel campo dell'imaging ottico, della
bioingegneria, della modellistica e simulazione, e delle neuroscienze, appunto.
Sia la flaghship europea
che il suo corrispettivo ambizioso progetto americano, BRAIN, sono legati,
infatti, dal filo rosso della convivenza di diverse discipline tra loro
complementari, biologia, matematica, informatica e fisica, che da sole non
sarebbero in grado di mappare il cervello umano "Dopo 13 anni di ricerca e
la conquista del genoma, è ora di vincere un'altra grande sfida. Per
decodificare struttura e funzionamento del cervello umano, c'è bisogno di un
ponte che non lasci isolate le neuroscienze in questa impresa", ha
dichiarato Giovanni Erbacci del
CINECA di Bologna, uno dei punti strategici del progetto HBP che si occuperà di
mettere a punto supercomputer e sistemi di stoccaggio dati non ancora
esistenti, con numeri da capogiro (dell'ordine dei TeraByte e Pbyte di
memoria).
Insieme all'intervento del direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche del
CNR, Tullio Pozzan, la special lecture di Erbacci ha inframezzato
le tre sessioni tematiche - moderate da Michela
Matteoli, Egidio D'angelo e Cristina Messa, rettore di
Milano-Bicocca - dedicate a studio del cervello e applicazioni cliniche delle
tecniche oggi disponibili, con i contributi, tra gli altri, di Mathew E. Diamond della SISSA di
Trieste, Emilio Carbone
dell'Università degli Studi di Torino, Marcello
Massimini dell'Università degli Studi di Milano, Alberto Bravin dell'ESRF di Grenoble, Alessandra Retico e Andrea
Chincarini dell'INFN.
Secondo Francesco Pavone del
Laboratorio Europeo di spettroscopia non Lineare (LENS) di Sesto Fiorentino,
”Il cervello è un sistema molto efficiente dal punto di vista energetico.
Quando saremo in grado di esplorare la rete costituita dai neuroni così come
navighiamo su Internet, si aprirà una pagina completamente nuova per la
scienza, la tecnologia, e per l’intera società”.
Introdotto dall'esperienza dell'ultimo congresso dei Fisici della Materia italiani, il convegno del Politecnico ha avuto quindi un obiettivo preciso: "Credo che la parola chiave sia 'riconnettere': ricombinare le nostre forze e competenze per fare passi avanti. L'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è pronto a dare il suo contributo", ha dichiarato Fernando Ferroni alla tavola rotonda conclusiva coordinata da Ezio Puppin, organizzatore del convegno, con Cristina Messa e Egidio D'Angelo, il quale ha ricordato i numeri di un rallentamento della ricerca italiana: "1 a 4 è il rapporto tra i nostri rappresentanti e il resto d'Europa in Human Brain Project. E' mancata probabilmente una spinta essenziale per rafforzare la presenza italiana nei progetti internazionali. Ben venga quindi un'iniziativa come questa, utile se non rimane isolata o chiusa in quest'aula".