Altri segnali sembrano aprire a questo genere di ricerche, anche sulle cellule staminali embrionali umane. Da un lato, Barack Obama ha parzialmente liberalizzato l'uso di queste cellule, consentendo di utilizzare fondi federali per il loro studio ma non per la loro derivazione. Questa limitazione ha una spiegazione legal/burocratica, in quanto non è certo che un semplice decreto del Presidente possa annullare una legge dello stato (la legge Dickey-Wicker), che attualmente impedisce l'uso di fondi federali per ricerche su embrioni umani da cui necessariamente le CSEh (Cellule Staminali Embrionali umane) devono essere derivate. Nel contempo, gli NIH (National Institutes of Health) hanno redatto delle guidelines per l'utilizzo delle CSEh che, dopo una discussione pubblica, sono state emanate. Le critiche della comunità scientifica riguardano soprattutto il problema del consenso informato. Le guidelines sottolineano che deve esserci un chiaro consenso da parte della coppia donatrice all'utilizzo dei suoi embrioni per ottenere CSEh, ma per molte linee oggi disponibili questo consenso non fu mai chiesto. La maggior parte di queste linee infatti sono state ottenute da embrioni prodotti in eccesso durante pratiche di fecondazione assistita, ma senza che ne fosse precisato l'uso. La comunità scientifica chiede che venga considerato il fatto che la corretta pratica etica dell'epoca non richiedeva questa specifica e quindi propone di utilizzarle ugualmente, mantenendo l'obbligo solo per le linee che verranno prodotte in futuro (vedi ad esempio: Science, The NIH Draft Guidelines e Final Stem Cell Rules).
Nel frattempo, le induced pluripotent stem cells (cellule iPS) stanno spopolando. Ormai si ottengono iPS da vari tessuti, sempre più in fretta, con meno fattori riprogrammanti e con metodi che non lasciano traccia dei vettori usati, o perché questi vengono eliminati una volta che hanno esaurito la loro funzione o perché si stanno sviluppando composti chimici che aiutano la riprogrammazione. Le cellule iPS murine hanno anche abbattuto l'ultima barriera della pluripotenzialità: non solo se iniettate in blastocisti colonizzano tutti i tessuti, compresa la linea germinale, ma sono in grado di partecipare al 100% alla formazione dell'embrione. Infatti, le CSE, se vengono iniettate in una blastocisti resa tetraploide, sono in grado di formare tutto l'embrione perché le cellule tetraploidi forniscono solo la placenta ma non sono in grado di differenziarsi nell'embrione stesso. Questo è sempre stato ritenuto il test più elevato di pluripotenzialità, che le iPS non erano in grado di soddisfare fino a ieri. Oggi invece, tre gruppi di ricerca, di cui due in Cina, hanno mostrato che le iPS superano anche questo test. Il fatto che due gruppi cinesi siano riusciti in questo compito dice che i cinesi si stanno dando molto a fare e che nei settori più critici i cinesi ci hanno superato: tristemente, non vi sono lavori di questo livello sulle iPS prodotti in Italia, e questo denota come la macchina della ricerca nel nostro paese sia estremamente restia a mettersi in moto per affrontare nuove sfide.
I cinesi tuttavia fanno notizia anche per altro. Come ha avuto occasione di ricordare recentemente Bartha Knoppers, una nota bioeticista canadese, al World Stem Cell Summit di Baltimora, le cellule staminali sono una grande speranza, ma sono necessari ulteriori studi perché possano essere utilizzate nell'uomo. Vi sono problemi sia di sicurezza che di efficacia. Secondo Knoppers, purtroppo, sembra che alcune cliniche, in Cina ma non solo, somministrino cellule staminali a pazienti affetti da varie patologie senza un valido controllo e suscitando speranze immotivate. Si tratta quindi di appoggiare la ricerca sulle cellule staminali restando con i piedi per terra e stimolando pesantemente la ricerca di base su di esse.
La Carta delle cellule staminali
afferma l'importanza della scienza delle cellule staminali per
l'umanità
La Carta articola alcuni principi per
l'avanzamento di una ricerca e sviluppo responsabili nel campo delle
staminali. Suo scopo è di unire, come firmatari, scienziati leader
di comunità e pubblico che credano nel potenziale terapeutico delle
cellule staminali e che s'impegnino a sostenere in modo informato i
progressi di questa scienza.
La Carta sostiene che la scienza delle
staminali ha la possibilità di rivoluzionare la pratica della
medicina, sviluppando trattamenti per le malattie e creando in questo
modo speranze mai conosciute prima per l'umanità.
La Carta afferma che "il godimento
del livello più elevato di stato di salute è uno dei diritti
fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza,
religione, credo politico, condizione sociale ed economica". (OMS,
Costituzione, 1948)A questo fine, la Carta rivendica i
seguenti principi:
- Responsabilità di mantenere al più
alto livello di qualità scientifica, sicurezza, e rettitudine morale;
- Protezione dei cittadini da qualsiasi
danno e salvaguardia della fiducia pubblica e dei valori;
- Libertà intellettuale di scambiarsi
idee nello spirito di una collaborazione internazionale;
- Trasparenza attraverso della pubblicità
dei risultati e di possibili conflitti di interesse;
- Integrità nella promozione e
nell'avanzamento della ricerca e della terapia a base di cellule
staminali per i miglioramento del benessere di tutti gli esseri umani.
Sostenere la Carta sdelle cellule
staminali è una chiamata collettiva all'azione. Firmando questo
documento, ci impegniamo come individui e organizzazioni:
- ad affermare l'importanza della scienza
delle cellule staminali per l'umanità:
- a far progredire tale scienza e i
principi contenuti nella Carta;
- a disseminare la Carta;
- a prestare la nostra voce, il nostro
tempo e altre risorse per far progredire la scienza delle staminali
come parte della comunità della Carta delle Cellule staminali, la
Fondazione o altre organizzazioni o gruppi coinvolti nelle cellule
staminali.
Fondazione canadese per le cellule
staminali, 2009
Firma la carta nel sito http://www.stemcellcharter.org/