Mangiare nello spazio è migliorato molto dai tempi della pasta fredda in tubi di alluminio. Oggi, gli alimenti per gli astronauti sono simili a quelli mangiati ogni giorno sulla Terra. Essi includono verdure surgelate e dolci, alimenti refrigerati, frutta e prodotti lattiero-caseari. Gli astronauti scelgono i loro menù giornalieri a lungo prima di volare nello spazio. Ci sono tre pasti al giorno, snack che possono essere consumati in qualsiasi momento. Sono forniti anche condimenti come ketchup, senape e maionese. Sale e pepe sono disponibili anche, ma solo in forma liquida.
Luca Parmitano durante la sua missione nello spazio ha potuto gustare piatti tipici italiani, come tiramisù, melanzane alla parmigiana, risotto al pesto e risotto ai funghi, sviluppati dall’azienda Argotec. L’azienda torinese, con l’aiuto di uno chef italiano, è riuscita a cucinare tutto secondo gli standard severissimi della Nasa (poco sale, provenienza biologica, 24-36 mesi di conservazione senza additivi chimici). “Tutti i cibi sono stati disidratati con un processo particolare, in modo da lasciare la consistenza il più possibile vicina a quella che avrebbero appena cotti”, ha spiegato David Avino, Managing Director e fondatore di Argotec.
I piatti italiani a bordo della Stazione Spaziale sono stati il "cibo per le feste" per l'equipaggio, i piatti delle grandi occasioni.
Per mandare un alimento sulla Stazione questo deve avere una durata minima di 18 mesi", spiega Avino, "preferibilmente di 24 mesi, ed è tassativamente vietato usare conservanti. Per ottenere questo gli chef prendono la ricetta base e la realizzano, dopodiché il piatto deve essere sottoposto a termostabilizzazione o disidratazione. Seguendo uno di questi due procedimenti bisogna togliere o bloccare tutta la carica batterica che c'è all'interno per renderlo conservabile per il tempo richiesto. La termostabilizzazione è un sistema che prevede di mettere questi prodotti secondo ricetta più o meno già cotta all'interno di un'autoclave, che raggiunge temperature di circa 121 gradi per circa 20 minuti. Il problema è che se mettiamo un piatto di pasta o una lasagna in queste condizioni ammazziamo l'ingrediente, il gusto, il colore e tutto quello che ha di buono. Per questo sono necessarie tutta una serie di ricerche, che richiedono anche anni, che portino a perfezionare le tecniche e che alla fine garantiscano un prodotto vicino a quello preparato a casa".