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Come varia l’attenzione per la Scienza in Italia

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Come varia l’attenzione per la Scienza in Italia? Alcune risposte secondo Google Trends

L’attenzione per la scienza da parte della società è senza dubbio importante: da essa dipende il peso che l’approccio scientifico ha su chi prende le decisioni. E’ utile cercare di misurare questa attenzione e Google Trends, usato con le dovute cautele, è un ottimo strumento al riguardo. Esso misura attraverso un suo indice specifico i livelli con cui sul Web vengono cercate dagli utenti le parole chiave desiderate. Anche “Scienza” è una parola-chiave, cercata in maggiore o minore quantità dal pubblico. Chi cerca “Scienza” non è necessariamente un ricercatore che vuole leggere un articolo scientifico. Anzi, possiamo presumere che un click per questa parola rifletta un interesse piuttosto generico, perfino in molti casi superficiale. Ma possiamo considerarlo comunque un segnale, un’espressione di attenzione da parte di qualcuno per il mondo scientifico. Maggiore è il numero di persone che cerca Scienza, maggiore è il numero di quelli che vengono a contatto con espressioni del mondo scientifico, minori dovrebbero essere in teoria i rischi di scivoloni sociali, come ad esempio quelli che si sono recentemente avuti in Italia con il caso Stamina. E’ dunque utile cercare di misurare le attenzioni e verificarne le variazioni nel tempo. Un lavoro di questo tipo è stato fatto con l’ultimo rapporto ECWPP di Web Profile Project (1), appena uscito, in cui è stato usato Google Trends per misurare i profili di attenzione in Italia che si sono avuti nell’ultimo decennio. L’analisi è stata fatta per 70 temi diversi in grado di catturare l’attenzione del pubblico, tradotti in 350 parole-chiave. “Scienza” e “Scienze” (termine che non viene cercato per gli stessi motivi) erano due di esse. Ricordiamo che Google Trends è un servizio nato nel 2004 e che quindi ha appena compiuto 10 anni. Non fornisce numeri assoluti di accessi da parte degli utenti, ma dati in forma di indici relativizzati. E’ ancora relativamente giovane nella considerazione da parte della letteratura scientifica. Ad oggi è stato ripreso ed utilizzato in poche decine di articoli pubblicati in riviste internazionali, in vari campi che spaziano dalla medicina alla biologia, all’economia, alle scienze sociali. Nel 2009 è stato ad esempio proposto come tracciante per la diffusione di malattie infettive (2). E’ stato proposto tra l’altro per previsioni nel campo dei media (3), degli indicatori economici (4,5), della finanza (6,7). E’ stato usato per il riconoscimento di profili stagionali di attenzione nel campo degli studi per il territorio (8), per la conservazione della natura (9), della distribuzione spazio-temporale di patologie (10). Il suo specifico ruolo informativo è stato considerato rispetto a quello complessivo degli indicatori derivabili dal Web (11).

Si riprendono successivamente i risultati del Rapporto ECWPP per le parole-chiave Scienza e Scienze, inquadrandoli rispetto ad alcuni altri termini ad esse collegabili. Nella figura 1 si mostrano i risultati dei volumi delle ricerche relative nel decennio 2004-2013 sul Web in Italia. I singoli dati sono su base settimanale. I volumi sono nella loro proporzione effettiva, mentre la scala pone =100 il valore massimo assunto da qualcuno dei termini del gruppo oggetto di analisi nel periodo considerato. Ai due termini precedenti il grafico ha aggiunto le attenzioni per il termine Acqua, al fine di dare un’idea dei volumi relativi di attenzione rispetto ad elementi di ampio uso comune. Una semplice lettura d’insieme del grafico ci dà subito alcune indicazioni. Acqua e Scienze producevano all’inizio del decennio attenzioni analoghe, che si sono però successivamente divaricate negli anni. Le ricerche per Acqua sono progressivamente aumentate, mentre quelle per Scienze diminuite. Per quanto riguarda il termine Scienza, le sue attenzioni avevano sin dall’inizio un volume minore rispetto ai due termini precedenti, e sono anch’esse visibilmente diminuite nel decennio.

Figura 1

I risultati precedenti non sono di facile lettura. Per aiutarci aggiungiamo all’analisi altri termini di confronto ricollegabili, quali quelli relativi ad alcune discipline tra le più seguite: Medicina, Matematica, Farmacia, Biologia (le ultime due non erano state considerate nel Rapporto ECWPP). Il diagramma a torta in figura 2 riassume i rapporti tra i volumi complessivi delle ricerche da parte del pubblico nel decennio. Acqua (il cui volume di attenzioni è stato posto =100, come parametro di confronto) è stata la parola-chiave più cliccata, seguita da Scienze (77%). Tra le discipline prima è stata Medicina (74% di Acqua), seguite a pari merito (46%) da Matematica e Farmacia. Ultime Scienza (21%) e Biologia (12%).

I precedenti volumi relativi di attenzioni ci possono dare indicazioni interessanti (le Università competono su questo terreno), ma variano nel tempo. E’ dalle dinamiche che possiamo riconoscere i processi in corso. Il diagramma in figura 3 riporta gli andamenti per cinque tra i termini precedenti, espressi come medie annue ponendo =100 l’anno di massimo interesse. Ritroviamo quantificandoli gli andamenti già riconosciuti visivamente dal primo grafico: un aumento discreto di Acqua, riduzioni evidenti per Scienze ma soprattutto per Scienza (un dimezzamento). Vediamo poi il nettissimo aumento di Farmacia (le attenzioni sono triplicate nel decennio), ed il discreto calo di circa 30 punti nel decennio di Medicina, e di Scienze.

Perché le attenzioni per la parola-chiave Scienza si sono dimezzate nel decennio? Il fatto da spiegare è chiaro: c’è stata almeno dal 2005 una progressiva diminuzione delle ricerche sul Web. Non è un artefatto dovuto ad una cattiva statistica: i dati di Google Trends sono ben ripetibili ed utilizzabili. Il processo individuato è netto e progressivo. Tentare una spiegazione è doveroso: se ai risultati evidenziati corrispondesse davvero un dimezzamento nel decennio dell’interesse della società italiana per la scienza, ci sarebbe di che preoccuparsi. Analizziamo le ipotesi possibili anche alla luce della tabella successiva in cui si riassumono le variazioni delle ricerche intervenute rispetto ad intervalli temporali diversi (ultimo anno, ultimo biennio, ultimo lustro).

Variazioni sul periodo equivalente precedente: Acqua Scienza Scienze Matematica Medicina Farmacia Biologia
Ultimo anno 5,6% -0,6% -7,2% -4,0% -4,2% 9,4% -5,5%
Ultimo biennio 19,7% -1,3% -10,3% -4,3% -3,6% 31,3% -9,9%
Ultimi 5 anni 19,5% -38,6% -19,4% -18,2% -16,0% 88,7% -24,2%

Una prima ipotesi poteva essere che nel decennio gli utenti complessivi del Web siano diminuiti in proporzione rispetto ai volumi di ricerche. Le informazioni sull’uso del Web dicono il contrario. Se ciò fosse vero, inoltre, dovrebbe esserci un calo anche per gli altri termini analizzati. In altri casi invece (Acqua, Farmacia, una parte rilevante dei termini considerati nel rapporto EVWPP) i volumi di ricerca sono aumentati nel decennio. Si potrebbe sostenere che, anche se sono diminuite le ricerche con la parola-chiave Scienza, ciò rifletta solo un processo poco influente di mode lessicali, mentre in realtà gli interessi per l’area scientifica nel suo insieme possono essersi mantenuti costanti o essere aumentati. In realtà vediamo che tutte le discipline considerate hanno avuto una diminuzione progressiva e significativa nel decennio, anche se minore rispetto al termine-base Scienza. Fa eccezione Farmacia, che ha invece avuto un aumento rilevante e progressivo. Consideriamo però che, rispetto agli altri, il termine Farmacia è l’unico che viene cercato nella vita quotidiana delle persone per motivi prevalenti che non siano il suo ruolo scientifico o scolastico. La gente cerca Farmacia perché deve comprare medicine. Si può sostenere il carattere non deterministico della catena “Ricerche sul Web per una parola-chiave –> Attenzione per il tema rappresentato –> Interesse positivo per quel tema”. Una medesima parola-chiave può avere più significati ed il suo grado di rappresentatività per il tema può essere basso. Non necessariamente poi un’attenzione è indice di interesse positivo verso l’oggetto rappresentato dalla parola-chiave: possiamo cercare informazioni su eventi, soggetti ed oggetti di cui pensiamo male. In termini generali, la parola-chiave Scienza non è “la” scienza. Distorsioni come le precedenti sono spesso reali e vanno attentamente considerate nei lavori di web profiling. Non sembrano però essere significative nel nostro caso: la parola-chiave Scienza non è ambigua, il suo rapporto con l’area concettuale che sottende appare elevato. Un’altra spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che, rispetto agli inizi del decennio considerato, si sono sviluppati altri modi per raggiungere le informazioni desiderate che non prevedono la battitura di parole-chiave su Google, e questo potrebbe avere influito sui risultati. Facebook ha creato un suo mondo di utenza spesso alternativo per miliardi di persone sul pianeta. L’uso sempre più diffuso di App rende sempre più frequenti i casi in cui è sufficiente cliccare su icone per raggiungere le informazioni desiderate. Gli utenti nel corso degli anni hanno creato sui propri computer i propri percorsi preferenziali alle informazioni desiderate con i link preferiti che hanno salvato in precedenza. Potrebbe esserci stata una riduzione delle ricerche solo da parte di componenti sociali inizialmente interessate alla scienza, ma è difficile immaginare una tale particolarità Tutte le spiegazioni precedenti possono aver concorso, ma dovrebbero valere in modo analogo anche per gli altri termini. In ogni caso è proprio per evitare questi tipi di distorsioni che le analisi degli andamenti di attenzione non possono essere fatte su singole parole-chiave, ma devono prevedere rilevamenti su più parole-chiave di temi differenti, capaci di dare indicazioni attraverso confronti e quadri complessivi.

Ulteriori elementi interpretativi ci vengono dalla costruzione di profili di ricorrenza stagionali, del tipo di quelli prodotti nel Rapporto ECWPP. Le attenzioni per i termini qui considerati hanno evidenti dinamiche di ricorrenza che erano già ben visibili nella figura 1. Rendiamo oggettive le impressioni calcolando le medie nel decennio delle attenzioni per medesimi intervalli di tempo nell’arco dell’anno. A tal fine l’anno tipo è stato suddiviso in 24 intervalli emi-mensili. Nel diagramma in figura 4 vediamo il risultato per 5 tra i termini precedentemente considerati.

Osserviamo il netto picco a fine estate per Medicina e quelli, sfasati di qualche settimana, di Scienze e Biologia. L’interpretazione à facile: è il periodo delle iscrizioni e della ripresa delle attività universitarie. Molto netto è poi il picco di Matematica in giugno: qui la spiegazione più semplice va alla scuola secondaria ed agli esami di maturità. Interessante e meno direttamente spiegabile è il massimo relativo in autunno di Matematica e Scienza. Facile è la spiegazione del minimo per tutti i termini a fine anno, giorni coincidenti con le vacanze scolastiche. Una causa analoga spiega i minimi per Matematica e Scienza in luglio-agosto, periodo di vacanze in cui si cerca il disimpegno. I modesti picchi di luglio per Medicina Scienze e Biologia sembrano invece suggerire sessioni di esami. In definitiva le ricerche per le parole-chiave disciplinari indicate sembrano essere fatte più per dovere (studio, ricerca come lavoro) che come piacere o interesse per campi differenti. E, riprendendo una delle possibili spiegazioni precedenti, nell’uso del computer per dovere-lavoro potrebbe effettivamente esserci stata negli anni una maggiore efficienza nell’uso dei link e dei siti preferiti, con conseguente riduzione nell’uso reiterato delle parole-chiave. Ma ancora una volta questo discorso non vale per Scienza.

Sarà importante cercare altre chiavi di lettura oltre alle precedenti, ma quella più plausibile al momento, purtroppo, sembra essere un effettivo calo di attenzione nei confronti dell’area scientifica da parte del pubblico italiano complessivo che utilizza il Web per accedere alle informazioni che lo interessano. Ciò sarebbe confermato anche dai risultati del Rapporto ECWPP sui 70 temi, che nel loro insieme indicano un incremento delle attenzioni nel decennio per le aree che riflettono leggerezza, concretezza, rapidità rispetto alle aree che richiedono più impegno, che si pongono come più astratte, che richiedono più tempo e meditazione. L’area della scienza è di questo secondo tipo. La società liquida, per dirla alla Bauman, penalizza la scienza e ciò che di solido e di duraturo può rappresentare. Se sono vere le ultime considerazioni c’è effettivamente un problema per chi ritiene che alla base delle decisioni strategiche della società ci debba essere anche un ruolo insostituibile dell’approccio scientifico per affrontare e risolvere le crisi. Le conseguenze possono essere rilevanti per molti settori cruciali: in prima fila sanità ed ambiente, ma anche le componenti sociali ed economiche che si occupano di sviluppo sostenibile, in generale tutto ciò che ruota attorno ai temi dell’istruzione e dell’informazione. Quanto detto sopra non significa che la Scienza, intesa come produzione di conoscenza scientifica, non aumenti. Altri indicatori, anche di web profiling, ci dicono che la crescita anche quantitativa della scienza prosegue in modo rilevante. La questione diventa la sua capacità di arrivare al pubblico complessivo, e ai decisori che da esso vengono eletti e ad esso rispondono. In tal senso il Web, oltre alle ombre precedenti, ci fa vedere anche luci ed opportunità. La bravura che avrà il mondo scientifico nel veicolare al pubblico complessivo i propri risultati ed i propri modelli, anche attraverso la Rete, sarà in questo senso sempre più importante.

Bibliografia
1. Web Profile Project (2014). Parole-chiave nella società liquida. Temi, memi e tendenze in Italia secondo la Rete. RAPPORTO ECWPP 2014.1 (Vers.1), 105 pp. http://www.webprofileproject.eu/wp-content/uploads/2014/02/ECWPP-2014-1-...
2. Carneiro H.A., E. Mylonakis (2009). Google Trends: A Web-Based Tool for Real-Time Surveillance of Disease Outbreaks. CLINICAL INFECTIOUS DISEASES 49. 10 : 1557-1564
3. Hand C., G. Judge (2012). Searching for the picture: forecasting UK cinema admissions using Google Trends data, APPLIED ECONOMICS LETTERS. 19, 11: 1051-1055
4. Choi H., H. Varian (2012). Predicting the Present with Google Trends. ECONOMIC RECORD. Vol. 88 Suppl.1 : 2-9.
5. Carriere-Swallow Y., F. Labbe (2013). Nowcasting with Google Trends in an Emerging Market. JOURNAL OF FORECASTING. 32, 4 : 289-298
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7. Kristoufek L. (2013). Can Google Trends search queries contribute to risk diversification? SCIENTIFIC REPORTS, Vol. 3 Article Number: 2713.
8. Malcevschi S., D.Savini, A.Marchini, A.Malcevschi (2011). Profili annuali e stagionali delle regioni italiane secondo Google Trends. Valutazione Ambientale 19: 95-98
9. Rossignol L., C.Pelat, B.Lambert et al. (2013). A Method to Assess Seasonality of Urinary Tract Infections Based on Medication Sales and Google Trends. PLOS ONE. 8 , 10 Article Number: e76020
10. Proulx R., P.Massicotte, M.Pepino (2013). Googling Trends in Conservation Biology., Conservation Biology. In pubbl. : 1–8
11. Malcevschi S, A.Marchini, D.Savini T.Facchinetti (2012). Opportunities for Web-Based Indicators in Environmental Sciences., PLoS ONE 7(8): e42128


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