Il problema delle scorie radioattive si ripropone anche in Italia, come riferisce Repubblica in questo articolo. La Sogin, struttura dedicata allo smaltimento della pesante eredità nucleare italiana, dovrà infatti individuare ora il luogo (o i luoghi, probabilmente in superficie) dove stoccare le scorie, in buona parte ancora allocate in strutture provvisorie e nelle vecchie centrali smantellate. A questo si aggiunge la notizia dell'istituzione di un nuovo ente di controllo per la sicurezza nucelare (l'ISIN), che toglie all'Ispra questa competenza e su cui giustamnte gli Amici della terra hanno solevato non poche perplessità.Chissà quindi che la notizia rimbalzata dalle pagine di Nature Chemistry non possa portare qualche speranza in un futuro metodo più efficace per contenere e isolare gli elementi radioattivi contenuti nei rifiuti nucleari (a bassa e alta radioattività). Questo studio, condotto dall’Università della Florida, con la Oak Ridge National Laboratory e il Department of Energy statunitense, ha indagato su un elemento sintetico transuranico radioattivo, il Californio, numero atomico 98, che avrebbe rivelato straordinarie capacità da un lato di resistere ai danni da radiazioni e dall’altro di separare e legarsi ad altri elementi.Gli esperimenti, coordinati da Albrecht-Schmitt, si sono basati su 5 milligrammi di Californio (costo: 1,4 milioni di dollari). Un costosissimo niente, che tuttavia ha aperto nuove prospettive nello stoccaggio e riciclo del materiale nucleare. (luca carra @lucacarra50)