Nel
1998 il medico Andrew Wakefield ha pubblicato sulla prestigiosa rivista The
Lancet un articolo che dimostrava il legame [1] tra vaccini e autismo.
Nonostante l’articolo in questione sia stato
ritirato [2] e lo stesso Wakefield sia stato espulso dall’ordine dei
medici, i timori per i rischi legati ai vaccini sono andati via via crescendo.
A cominciare dalle famiglie che, per paura di possibili (e spesso mai provati)
effetti collaterali gravi sui propri figli hanno sospeso le vaccinazioni dei
propri figli.
Numerose
sono state le occasioni, anche recenti, nelle quali le sentenze dei tribunali
hanno decretato il nesso tra vaccini e autismo, senza però il
consulto della comunità scientifica.
Pochissimi giorni fa la
Procura di Trani ha aperto un’inchiesta per valutare l’ipotetica
connessione tra vaccino Mpr e autismo.
Anche
a livello politico cresce la diffidenza verso la vaccinazione, nonostante sia
considerata dalla stragrande degli
esperti dell’ambito scientifico come uno dei più grandi
progressi dell’ultimo secolo.
L’ultimo
caso di qualche settimana fa riguarda la proposta del Gruppo consiliare del
Movimento 5 Stelle Lombardia di sospendere l’obbligatorietà delle
vaccinazioni.
Il
titolo del progetto è chiaro: «Obbligo
vaccinale: sospensione per l’età evolutiva» e il primo
firmatario, Dario Violi, motiva così la
proposta: «Gli ambulatori italiani
iniettano oggi ai piccoli pazienti un unico vaccino chiamato esavalente,
contenente cioè sei
vaccini, due in più oltre a
quelli considerati obbligatori. La pratica, che ha ricadute evidenti in termini
di risparmio per il Sistema
sanitario nazionale, suscita obiezioni e perplessità nel mondo
accademico e scientifico. La sospensione dell’obbligo
vaccinale non comporterebbe conseguenze per la salute pubblica e consentirebbe
un notevole risparmio di denaro».
Diffidenze politiche verso i vaccini
Non
è la prima volta che il Movimento Cinque Stelle si distingue
per le sue idee “antivacciniste”, facendo
suscitare le perplessità della comunità scientifica.
Violi da una parte riconosce i meriti dei vaccini, come l’aver
debellato o ridotto fortemente gravi malattie del passato come poliomielite,
difterite e morbillo. Dall’altra si schiera di fianco al
cittadino, impugnando la necessità del
consenso informato. Sospendere l’obbligatorietà dei
vaccini, dice il consigliere, permetterebbe di far risparmiare grandi quantità di denaro,
senza però compromettere la salute pubblica.
Questo
sarebbe possibile, secondo i proponenti, grazie a un costante monitoraggio: la
proposta, infatti, parla di un osservatorio pubblico che semestralmente si
occuperebbe di valutare l’andamento epidemiologico delle
malattie per le quali verrebbe sospesa l’obbligatorietà. In altre
parole si sfrutta il fatto che chi vuole vaccinarsi potrebbe continuare
a farlo e l’obbligatorietà dei
vaccini verrebbe reintrodotta qualora ci fossero problemi.
Quale obbligo?
Ma che cosa vuol dire realmente "obbligatorietà vaccinale" in Italia nel 2014? “La legislazione a riguardo è stata modificata nel corso del tempo. L'obbligatorietà era pronunciata in modo esplicito per le vaccinazioni introdotte con norma di legge prima della riforma del titolo V della costituzione, spiega Vittorio Demicheli, Responsabile del Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle Malattie infettive (SEREMI) dell’ASL di Alessandria. “Oggi le vaccinazioni vengono introdotte tramite intesa tra Stato e Regioni e non costituiscono un obbligo bensì un Livello Essenziale di Assistenza. Attualmente è vigente un Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale che parla di "offerta attiva e gratuita" per un consistente numero di vaccini (12 nell'infanzia). Alcune regioni non comminano più le sanzioni amministrative previste per la mancata vaccinazione. I tribunali dei minorenni non vogliono neppure essere informati sull'eventuale rifiuto vaccinale (a meno che non sia indizio di trascuratezza verso il minore)”.
La proposta dei M5S fa leva su un problema reale: la poca consapevolezza da parte dei cittadini sui vaccini. L’”obbligo” di vaccinare i figli per un genitore che non è consapevole di cosa essi prevengano può essere sentito come un’imposizione inutile, per cui permettergli di compiere una scelta potrebbe secondo alcuni essere una strategia per fargli acquisire consapevolezza e, al tempo stesso, risparmiare.
Ma
a che prezzo? Secondo molti esperti, il rischio è che in
questo modo la minore adesione porti alla perdita dell’immunità di gregge:
ovvero la quota di copertura vaccinale che impedisce alla malattia di
diffondersi. Andare sotto tale quota, che va dall’80% al 95%
a seconda delle malattie,
significherebbe consentire alle malattie infettive di diffondersi con
grande facilità.
Questa
prospettiva non è peraltro così lontana
dalla realtà, dal momento che sono sempre di più le
famiglie che non vogliono più vaccinare i propri figli. I recenti casi di morbillo in tutta Europa devono
essere un monito: malattie una volta pressoché scomparse
possono ritornare a diffondersi velocemente, senza un programma serio e
continuativo di vaccinazioni. Il Council on Foreign Relations (Cfr) ha costruito una mappa
interattiva per mostrare la diffusione negli ultimi cinque anni delle epidemie
di morbillo e parotite: colpite da queste malattie non sono state solo zone
povere del pianeta, come quelle africane, ma anche paesi ricchi come Stati
Uniti ed Europa, che, per via di paure spesso infondate, stanno perdendo la
protezione guadagnata grazie alle compagne di vaccinazioni obbligatorie degli
ultimi decenni. Ancora qualche giorno fa il nuovo allarme: il morbillo, dopo più di dieci
anni di “assenza”, è tornato
negli Stati Uniti con un numero di casi che è triplicato in solamente un anno e che
potrebbe salire ancora di più nel 2014.
Prima di tutto, trasparenza
Molti
degli allarmismi ingiustificati sottolineano i possibili effetti collaterali
delle vaccinazioni.
“E’ vero i vaccini non sono esenti da
effetti indesiderati e, purtroppo, la possibilità di
identificarli tutti prima della registrazione dei nuovi prodotti è molto
limitata. Da qualche anno però la sorveglianza è decisamente
migliorata anche nel nostro Paese e disponiamo di un quadro abbastanza
affidabile: molti piccoli effetti lievi (dolore, indurimento, febbre) e pochi
eventi seri (soprattutto neurologici e, per fortuna, transitori). Esiste però ancora molta
resistenza ad affrontare il tema: gli stessi sostenitori dell'obbligo sono
quelli più restii a parlare apertamente di
eventi avversi. E' quasi come se non ci si fidasse della capacità critica
del pubblico. Bisogna
chiarire bene i motivi dell'offerta vaccinale facendo presente i rischi reali.
Sottolineare la differenza tra vaccini usati per il controllo delle malattie e
vaccini che semplicemente proteggono contro malattie che non possono essere
eradicate. Chi rinuncia ai secondi rischia solo in proprio mentre chi rifiuta i
primi mette a rischio anche il resto della comunità. Se tutto il mondo ha pensato di eradicare la
poliomielite bisogna farlo presente a chi non vuole vaccinarsi e prospettare
anche quali sono i rischi reali in un mondo globalizzato. Il virus della
poliomielite continua, infatti, a
circolare anche nell'area europea e ci sono epidemie in atto a poche ore di
viaggio da noi”, conclude Demicheli.
Per Approfondire:
[1] Vaccinazione anti-morbillo-parotite-rosolia (Mpr) e autismo
[2] Vaccini e autismo: nessuna associazione